Il turismo in Calabria? Una grande incompiuta, Regione con grandi potenzialità inespresse

Il 2018 è stato per la Calabria un anno ricco di successi in tema turistico. Speriamo che lo sia anche il 2019.
I dati presentati lo scorso febbraio dalla Regione al BIT (in attesa dei risultati del XVI Rapporto sul turismo in Calabria), evidenziano “un nuovo record di arrivi e presenze turistiche, con un incremento di circa 240 mila pernottamenti rispetto al 2017, al netto dei soggiorni nelle abitazioni private, per un totale che supera i due milioni di arrivi”. Lo stesso per il volume di presenze la cui stima supera i 10 milioni di unità.

La Calabria, secondo i dati presentati sempre al BIT, si conferma inoltre seconda regione italiana per numero di pernottamenti, 4,92 notti per cliente, valore superiore alla media su scala nazione pari a 3,37.

Pensiamo anche alle spiagge che hanno superato l’esame del programma Bandiere Blu 2019, che ricordo essere:
Soverato – Baia Dell’Ippocampo
Sellia Marina – Località Ruggero/San Vincenzo-Sena/Jonio-Rivachiara
Roseto Capo Spulico – Lungomare
Trebisacce – Lungomare Sud (Riviera dei Saraceni – Viale Magna Grecia – Riviera delle Palme)
San Nicola Arcella – Arcomagno/Canale Grande Marinella
Praia a mare – Camping Internazionale/Punta Fiuzzi
Tortora – La Pineta/Fiume Noce
Villapiana – Villapiana Scalo, Villapiana Lido
Cirò Marina – Punta Alice, Cervara/Madonna di mare
Melissa – Litorale Torre Melissa
Roccella Jonica – Lido

La potenzialità del settore turistico non è paragonabile ai numeri che si consuntivano ogni anno. La nostra regione offre opportunità turistiche invidiabili a tutto il vecchio Continente e non. Nella zona tirrenica meridionale, ad esempio, tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria, emergono tre perle affacciate sul Mar Tirreno: Pizzo Calabro, Tropea e Scilla. Sono tre borghi i cui centri rappresentano un’evoluzione storica importante caratterizzata dalla diversa presenza di evidenze architettoniche, nulla da invidiare ai centri turistici quali Taormina e Portofino.

Tutto ciò si scontra con la dura realtà delle infrastrutture, stradali e ferroviarie, e dei servizi, marittimi ed aerei.

Il livello infrastrutturale regionale è 20 anni indietro rispetto alla crescita media italiana. Il report Regional Competitiveness Index (RCI), realizzato dalla CE nel 2016 sulla base dei dati raccolti dai diversi report di Eurostat, conferma l’arretratezza della nostra terra e posiziona la Calabria all’ultimo posto delle regioni italiane secondo 11 diversi indicatori, tra i quali anche le infrastrutture.

Le porte di accesso in Calabria, ad eccezione di Lamezia Terme nel periodo stagionale turistico, risultano chiuse, inaccessibili. Gli aeroporti di Reggio Calabria e Crotone non sviluppano traffico, se non quello legato ai pochi (non significativi) voli oggi presenti. Le catchment area di Reggio e Crotone oggi superano il proprio comprensorio, estendendosi, nel caso di Reggio, anche alla vicina Sicilia ed all’arcipelago delle isole Eolie, mentre, nel caso di Crotone, a tutta la costa ionica settentrionale.

Il trasporto marittimo, utilizzabile in entrambe le coste regionali, risulta abbondantemente sottosviluppato, se pensiamo alle bellezze visitabili percorrendo poche miglia marine. Senza tralasciare l’orrenda situazione che si rileva da anni nello stretto di Messina, i cui servizi veloci prevedono l’ultima corsa nei giorni feriali tra le 20 e le 21. Dopo quest’ora non è possibile spostarsi tra le due città metropolitane se non attraverso il porto di Villa San Giovanni ed i servizi privati.

Con questo contesto ogni potenzialità è di fatto depotenziata. Gli strumenti ci sono, le misure e le azioni altrettanto. Occorre buona volontà, professionalità, strategia e collaborazione con le istituzioni centrali (MIT) ed europee (Commissione Trasporti). Occorre un sistema “territorio-trasporti-accoglienza” che deve essere rivisto in forma di rete estesa, in cui si considerano tutte le forze sociali componenti e gli stakeholder del settore. Questo è l’obiettivo che la nostra regione si deve porre a breve termine. Anzi, da subito.

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MARCO FOTI
Marco Foti, pugliese di origini, ha vissuto e studiato a Reggio Calabria dove si è laureato, presso l’Università Mediterranea, in ingegneria civile, indirizzo trasporti.
Ha iniziato la propria attività professionale presso l’ateneo di Reggio Calabria in parallelo alla libera professione nel settore dell’ingegneria civile e dei lavori pubblici.

Vive in Liguria dove è Iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Genova. Esperto di pianificazione e programmazione dei sistemi di trasporto e dei servizi di logistica, è stato membro della Commissione Trasporti dell’Ordine di appartenenza ed è stato selezionato tra gli esperti di riferimento per il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per il periodo 2011-2012 e 2016-2017.

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