Quanto valgono i costi esterni della mobilità urbana. Uno sguardo a Lamezia

La mobilità è uno degli aspetti più critici delle nostre città, sia dal punto di vista ambientale che da quello della qualità della nostra vita; il trasporto, che è un elemento indispensabile per gran parte delle nostre attività quotidiane, determina gravi effetti negativi sia sulla nostra salute che su quella dell’ambiente in cui viviamo.

Per mobilità sostenibile si intende la parafrasi della definizione di sostenibilità del Rapporto Brundtland delle United Nations “Our Common Future” (1987), ovvero un “sistema di mobilità in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza arrecare danno alle generazioni future, nelle tre componenti: sociale, economico, ambientale”.

In questi anni i diversi Ministeri (Trasporti ed Ambiente in primis) hanno portato avanti azioni, interventi e politiche atte alla riduzione degli effetti negativi della mobilità: Programma Nazionale “car-sharing”, domeniche ecologiche, servizi innovativi quali bus a chiamata o bus-navetta, taxi collettivi, Zone a Traffico Limitato, progetti per le Isole Ambientali. Un percorso iniziato in modo virtuoso, ma che necessita di essere completato. Perché?

I costi esterni della mobilità in Europa equivalgono a circa il 4% del PIL, la congestione stradale provoca ulteriori costi fino al 2% del PIL, fino a 30 miliardi di Euro all’anno in Italia (Fonte: UIC, Greening transport, 2012). Basti pensare che la spesa annua della collettività per i trasporti in Italia con l’autovettura è pari a 400 miliardi di Euro (Fonte: Cappelli, Libardo, 2013).

Dati che devono fare riflettere: il “14° Rapporto sulla mobilità in Italia” in relazione alle modalità di trasporto evidenzia come il 90% degli spostamenti effettuati sul territorio nazionale avvengano su strada e, di questi, il 65% con l’utilizzo dell’autovettura. Sul versante dell’emissione CO2 esse risultano in costante aumento nell’ultimo ventennio di riferimento (1990-2010). Nel 2016, come riportato da Eurostat in un recente rapporto sul tema, l’anidride carbonica rilevata in Italia si è ridotta del 2,9% rispetto all’anno precedente (2015) ma, tuttavia, rimane il terzo più grande “inquinatore” d’Europa. Con la fuori uscita della Gran Bretagna l’Italia si trova al secondo posto nella classifica delle nazioni europee più inquinanti in termini di CO2 emesse.

In ambito urbano gli “Amici della Terra” citano 2,8 miliardi di Euro quale costo esterno provocato dalle emissioni del gas serra, 17,2 miliardi di Euro il costo esterno dovuto all’inquinamento atmosferico, 6,5 miliardi di Euro il costo esterno provocato dal rumore, 10,8 miliardi di Euro il costo esterno dovuto agli incidenti e 11,6 miliardi di Euro il costo esterno provocato dalla congestione veicolare. Il totale, in termini assoluti ed in ambito urbano, del costo esterno provocato dalla mobilità sul territorio nazionale è di circa 49 miliardi di Euro.

Secondo l’undicesimo Rapporto “Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città“, elaborato da Euromobility con il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, nel 2016 Catanzaro è risultata la città meno “eco-mobile” d’Italia in relazione a specifici indicatori quali “redazione dei Piani Urbani della Mobilità come strumento di governo della mobilità”, “approvazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile”, “dotazione di aree pedonali e ZTL”, “servizio di trasporto pubblico”, “parco circolante con veicoli a basso impatto”, “presenza del mobility manager di città”, “servizi di sharing mobility”.

Su questi aspetti Lamezia Terme non è da meno: attraverso l’analisi dei dati di mobilità rilasciati da ISTAT per i diversi “Censimenti della Popolazione” si rileva come la “Mobilità giornaliera per studio o lavoro” sia pari al 54% della popolazione residente contro il 61,4% a livello nazionale. Se ci spostiamo fuori comune per studio o lavoro la mobilità è pari al 7,4% della popolazione contro il 24,2% a livello nazionale. Tutto ciò si sintetizza con i dati relativi alle modalità di spostamento: il 73,7% degli abitanti di Lamezia utilizzano la propria autovettura per spostarsi abitualmente contro un valore medio nazionale pari al 64,3%. Questo è il risultato per cui la quota modale di utilizzo del Trasporto Pubblico (ovvero la percentuale di cittadini lametini che utilizza il bus) è una delle più basse di Italia (7,9% a Lamezia contro 13,4% in Italia). Se si aggiunge anche la distanza breve degli spostamenti (90,6% a Lamezia contro 81,4% in Italia), il dato è tratto. In sostanza, si effettuano meno spostamenti all’interno della città, rispetto all’andamento medio nazionale, con il mezzo proprio (automobile) per distanze brevi. Ovvero, ci si muove poco e male, specialmente nel caso di spostamenti fuori dal Comune.

Come si evince dalla Relazione annuale di ARPACAL del 2016 Lamezia Terme ha registrato il picco massimo di PM10 (105,49 µg/m3) nel mese di marzo e 8 superamenti del limite in tutto l’anno. Per quanto riguarda la concentrazione media annua calcolata per l’NO2, la Relazione evidenzia una distribuzione concentrata di questo inquinante, rispetto al fondo regionale, in corrispondenza della SS 280 “Due Mari”, di collegamento tra Lamezia e Catanzaro.

Viene confermata la tendenza del traffico stradale come contributo più significativo alle concentrazioni di NO2 in gran parte delle aree urbane (fino al 60-70%). All’interno di esso, le auto ed i mezzi pesanti concorrono in misura maggiore: a Lamezia il contributo di NO2 sul tema trasporti è pari al 76% mentre il resto è equamente suddiviso in riscaldamento, industria ed agricoltura. Per quanto riguarda il PM10 la concentrazione dell’inquinante è equamente suddiviso tra ambito trasporti e riscaldamento, industria ed agricoltura.

Quindi, per concludere, a Lamezia ci si muove poco, male e con mezzi inquinanti. Anche in questi termini, la Strategia di Agenda Urbana dovrebbe affrontare azioni, misure ed interventi specifici.

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MARCO FOTI
Marco Foti, pugliese di origini, ha vissuto e studiato a Reggio Calabria dove si è laureato, presso l’Università Mediterranea, in ingegneria civile, indirizzo trasporti.
Ha iniziato la propria attività professionale presso l’ateneo di Reggio Calabria in parallelo alla libera professione nel settore dell’ingegneria civile e dei lavori pubblici.

Vive in Liguria dove è Iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Genova. Esperto di pianificazione e programmazione dei sistemi di trasporto e dei servizi di logistica, è stato membro della Commissione Trasporti dell’Ordine di appartenenza ed è stato selezionato tra gli esperti di riferimento per il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per il periodo 2011-2012 e 2016-2017.

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