Cittadini e mobilità: il ruolo del trasporto pubblico non tradizionale nella città di Lamezia
Nei giorni scorsi, si apprende dalla stampa locale, il nuovo vertice di Lamezia Multiservizi rivolgendosi al CdA avrebbe invitato, in assenza di determinate condizioni, a mettere la società partecipata in liquidazione.
Su questo punto non sono assolutamente d’accordo per due ordini di motivi.
Il primo: la società partecipata, e quindi ancora di proprietà del Comune di Lamezia Terme, ha tutte le potenzialità per offrire servizi efficienti al territorio, programmando un piano di azioni volto ad una riorganizzazione complessiva e radicale della company.
Secondo: in un momento congiunturale economico non particolarmente favorevole alla città sarebbe un suicidio “abbandonare” la partecipata al proprio destino, ponendola nello stato di liquidazione.
A mio avviso la domanda da porsi è un’altra. Che cosa si aspetta la proprietà dalla società partecipata?
Il primo passo da fare, e lo scrivo da più di un anno anche in tempi non sospetti, è scindere l’azienda dal ramo trasporti. La cronica carenza di risorse nel comparto del TPL rende necessario avviare percorsi di efficientamento non più solo interni alle aziende ma anche in termini di nuovi servizi offerti.
Occorre “disegnare” una new company capace di gestire, oltre al tradizionale TPL che ricordiamo riceve dalla Regione Calabria un corrispettivo annuale di circa un milione e mezzo di euro, nuovi servizi di mobilità mirati alla promozione di modalità innovative di trasporto (bike sharing, car sharing, car pooling, mobilità elettrica, mobilità dolce, servizi di trasporto a chiamata).
La nuova società avrebbe il compito di progettare nuovi servizi di trasporto pubblico non tradizionali in funzione di specifiche esigenze di mobilità (quelle che riescono a produrre flussi di mobilità come per esempio gli spostamenti sistematici, oppure quelle delle fasce sociali più deboli). Esigenze di mobilità che si sono modificate nel territorio di Lamezia, fino al punto che il sistema del trasporto pubblico (il cosiddetto autobus) sia stato letteralmente abbandonato, con la trasformazione delle aree urbane ed in funzione delle dinamiche economiche e demografiche. Emerge per Lamezia la necessità di aggiornare il servizio pubblico in modo da cogliere la complessità e l’articolazione dei fenomeni urbani.
Il processo di delocalizzazione delle funzioni produttive e delle famiglie, la diffusione sul territorio delle attività, la crisi economica e la carenza strutturale di fondi hanno comportato una progressiva diffusione della mobilità nelle aree più esterne a quelle centrali, un graduale aumento della mobilità durante tutto l’arco della giornata e in sempre più vaste porzioni di territorio.
Nell’ambito delle peculiarità delle diverse tipologie di domanda e in relazione alla complessa struttura dell’offerta, occorre definire forme di trasporto pubblico complementari a quelle tradizionali e improntate sulla logica della flessibilità nella scelta dei percorsi, nella sequenza delle fermate, nei tempi (orari e frequenze): servizi a chiamata, servizi flessibili sul territorio e nel tempo, taxi collettivi, servizi speciali per persone con difficoltà motorie ed in aree a domanda debole.
Orbene, il servizio a chiamata è una tipologia di servizio (flessibile) che può soddisfare a pieno le richieste delle esigenze di mobilità a Lamezia Terme. È un modo per “riprendere” l’utilizzo del servizio di trasporto pubblico locale in città ed in quelle aree decentrate dove il servizio di linea convenzionale è scarsamente percepibile per l’insufficiente numero di corse o perché non è mai arrivato. La corsa, in questo modo, viene effettuata solo quando serve ed al tempo previsto, evitando all’utente le attese.
Il servizio a chiamata è una soluzione di trasporto che farebbe bene a Lamezia; è una filosofia operativa da cui si possono trarre grossi vantaggi quando il servizio tradizionale risulta essere contemporaneamente poco attraente per l’utente e non economico per chi lo fornisce.
Lamezia Multiservizi, nelle vesti di nuova company, potrebbe trarre vantaggi da questa soluzione. L’implementazione di questi nuovi servizi potrebbe rappresentare l’occasione per avviare una incisiva operazione di ridefinizione dei servizi di trasporto pubblico fondata sulla reale conoscenza della mobilità (le richieste consentono di monitorare, in tempo reale, le caratteristiche degli spostamenti) attraverso la quale costruire un servizio tagliato sulle esigenze manifestate dalle diverse categorie di utenti. Ovvero, la rinascita del servizio di Trasporto Pubblico a Lamezia, oggi totalmente assente.
MARCO FOTI
Marco Foti, pugliese di origini, ha vissuto e studiato a Reggio Calabria dove si è laureato, presso l’Università Mediterranea, in ingegneria civile, indirizzo trasporti.
Ha iniziato la propria attività professionale presso l’ateneo di Reggio Calabria in parallelo alla libera professione nel settore dell’ingegneria civile e dei lavori pubblici.
Vive in Liguria dove è Iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Genova. Esperto di pianificazione e programmazione dei sistemi di trasporto e dei servizi di logistica, è stato membro della Commissione Trasporti dell’Ordine di appartenenza ed è stato selezionato tra gli esperti di riferimento per il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per il periodo 2011-2012 e 2016-2017.
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