Quale futuro per Lamezia Multiservizi? Uno scenario di sviluppo attraverso la “sharing mobility”
La Commissione straordinaria del Comune di Lamezia Terme ha nominato nei giorni scorsi il Presidente e vice Presidente di Lamezia Multiservizi ed il Presidente del relativo Collegio Sindacale. Questo è il momento, in fase di pieno cambiamento, per porre le basi e definire una strategia di sviluppo della Società in house del Comune in relazione al tema della mobilità e del trasporto pubblico.
Sappiamo bene che nelle tre aree urbane di Lamezia, chiamiamoli poli strategici, la domanda di servizi non riesce ad essere pienamente soddisfatta dalla attuale offerta, ma sappiamo altrettanto bene come il miglioramento sia decisamente problematico, data la strutturale carenza di fondi e la difficoltà di intervento sugli attuali contratti di servizio del TPL automobilistico.
Questa situazione non è peculiare della città di Lamezia Terme visto che, da una recente indagine di «Ricerca e Studi» di Mediobanca, il Trasporto Pubblico Locale tra il 2006 e il 2013 ha subito perdite per 1,6 miliardi di Euro. Per questo motivo il settore del Trasporto Pubblico Locale, non di recente, ha avviato formule di servizio flessibile, con l’obiettivo di rimuovere la rigidità dei costi del servizio tradizionale, quali il bus a chiamata, i servizi taxi a supporto, il sub appalto di linee, formule di servizio che traguardano l’approccio “dell’economia della condivisione”.
La cosiddetta “Economia della Condivisione” è un modello alternativo di consumo che prevede la soddisfazione di un bisogno attraverso l’accesso ad una risorsa, piuttosto che attraverso l’acquisto e la proprietà di un bene. Sono molti gli esempi di servizi ispirati a questo approccio, e si riferiscono prevalentemente al mercato dei consumatori e ad attività quali la ristorazione, i viaggi e il turismo in genere: le piattaforme più diffuse mettono in contatto annualmente milioni di utenti: AirBnb (ospitalità), Blablacar (ridesharing), Uber (trasporto privato).
Il Comitato delle Regioni della Unione Europea ha evidenziato come l’Economia della Condivisione “rappresenta la trasformazione-inversione di marcia o la transizione di determinati settori dell’attuale modello economico verso tradizioni economiche e modelli economici consolidati, che costituiscono alternative a forme dell’economia di mercato ad elevata intensità di capitale”. Adottare i principi della EdC nella Pubblica Amministrazione, soprattutto a livello locale, contribuisce a superare parzialmente gli attuali grandi limiti dell’azione della PA, nel nostro caso della Commissione straordinaria:
limitatezza di risorse finanziarie per nuovi servizi;
blocco degli organici/patto di stabilità;
distribuzione disomogenea delle risorse umane e strumentali in dotazione;
difficile valorizzazione di risorse, presenti ma sottoutilizzate;
difficoltà nelle procedure gestionali.
Nuove formule di servizio nel settore del trasporto pubblico possono scaturire da una qualificazione puntuale dei requisiti della domanda di mobilità (nel nostro caso quella diretta al polo di Nicastro da Sambiase e Sant’Eufemia), per stabilire e quantificare “l’offerta in sharing” che potrà costituire una efficace soluzione.
Questi “servizi in sharing” in ambito nazionale sono state affrontati dal presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti in audizione alla Commissione Industria del Senato sul ddl “Concorrenza”. Nell’occasione ha ribadito la necessità che il legislatore intervenga in materia in quanto “tali soluzioni sono una tipologia di servizi da regolare perché portatrice di valore aggiunto nuovo ed il fenomeno soddisfa una nuova domanda di mobilità a costi sostenibili che non trova risposte né nell’attuale trasporto pubblico di linea, né nei contigui ma distinti mercati del servizio di taxi e di noleggio con conducente, ritenendo di interesse far emergere questo mercato e far sì che domanda e offerta di nuovi servizi di mobilità delle persone si incontrino in modo trasparente”.
In tal senso nasce nel 2015 l’Osservatorio sulla Sharing Mobility da un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile per creare un tavolo di cooperazione tra operatori, istituzioni e società civile, con l’obiettivo di una maggiore diffusione dei servizi di mobilità condivisa in Italia. La community dell’Osservatorio, che nel 2016 contava più di 50 membri, nel corso del 2017 ha registrato una crescita importante con numerose nuove adesioni e richieste di adesione di operatori di mobilità condivisa come Bluetorino e TMR Srl, oltre a startup molto interessanti come Genial Move, Freekar, Free2move, e Busforfun e fornitori di servizi tradizionali di mobilità condivisa come il Gruppo Ferrovie dello Stato e Asstra, l’Associazione delle aziende di trasporto pubblico locale. A questi operatori di servizi di mobilità si sono aggiunte le richieste di adesione pervenute da altri soggetti come MAVEN – General Motors Global Propulsion Systems – Torino Srl e 5T Srl (Tecnologie Telematiche Trasporti Traffico Torino) che ruotano intorno al mondo della Sharing mobility.
Alcune Pubbliche Amministrazioni stanno già facendo da apripista in questo senso, avviando esperienze significative, come ad esempio:
l’introduzione della possibilità, per i privati, di affittare tramite un sito web fino a tre alloggi, registrando i propri ospiti in questura e chiedendo loro di pagare la tassa di soggiorno (Regione Lombardia);
l’organizzazione di una piattaforma pubblica locale di car pooling per far incontrare i bisogni di trasporto nelle aree a domanda debole con le disponibilità offerte dai privati (ANCI Toscana);
l’organizzazione di piccoli asili nido familiari «di comunità» (3-5 bambini), gestiti da un genitore, sostenuti con contributi pubblici, infinitamente inferiori rispetto ai costi di gestione di un asilo nido+servizio scuolabus (Provincia Autonoma Alto Adige).
Quale potrebbe essere il contributo di Lamezia Multiservizi?
La Società di proprietà del Comune di Lamezia può avviare sia iniziative dirette, nel novero dei servizi che eroga direttamente, sia iniziative di governance, mettendo a punto soluzioni e modelli da suggerire e/o da favorire.
Per implementare una iniziativa di governance collaborativa si individuano tipicamente due fasi: una di start up con un investimento di contenuto e una di regime, dove il servizio si potrà in molti casi autosostenere e richiederà all’Amministrazione un impegno prevalente di supervisione e «manutenzione». In ogni caso, per assicurarsi il successo dell’iniziativa occorre assicurare tre elementi fondamentali:
comprensione dei reali bisogni del territorio e della popolazione per individuare soluzioni efficaci;
velocità di azione: un’idea semplice ma “potente” riesce spesso ad aggregare rapidamente i diversi stakeholder, occorre fare attenzione a non comprometterla ritardando l’entrata in azione;
sostenibilità: avviare soluzioni a basso/nullo impatto economico per le casse del Comune e dell’società.
Il processo partecipativo porterà all’individuazione dei soggetti (privati, associazioni, artigiani, …) che parteciperanno alla realizzazione dei servizi di sharing sul territorio, muovendo contestualmente quella economia che anche a Lamezia stenta ad emergere. Tale impegno potrà essere formalizzato attraverso la sottoscrizione di un patto di collaborazione tra Lamezia Multiservizi, Regione Calabria e Comune di Lamezia Terme, in modo da definire un regolamento di “condivisione”.
MARCO FOTI
Marco Foti, pugliese di origini, ha vissuto e studiato a Reggio Calabria dove si è laureato, presso l’Università Mediterranea, in ingegneria civile, indirizzo trasporti.
Ha iniziato la propria attività professionale presso l’ateneo di Reggio Calabria in parallelo alla libera professione nel settore dell’ingegneria civile e dei lavori pubblici.
Vive in Liguria dove è Iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Genova. Esperto di pianificazione e programmazione dei sistemi di trasporto e dei servizi di logistica, è stato membro della Commissione Trasporti dell’Ordine di appartenenza ed è stato selezionato tra gli esperti di riferimento per il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per il periodo 2011-2012 e 2016-2017.
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