Cosa ci attende per il futuro? Programmazione, lavoro, ricostruzione
Non è un bel momento.
La città per la terza volta cade nel baratro del commissariamento.
Non sono lametino, né di nascita, né, per ora, di residenza, ma da cinque anni la frequento assiduamente, la vivo, la adoro, la critico, la coccolo, perché Lamezia è diventata la mia seconda casa.
E come tutti i lametini, sono costernato, affranto, deluso.
Da cosa? Dall’immobilismo vissuto in questi anni, dalla poca attenzione verso la programmazione di una città che necessita di tutto.
Dal semplice rifacimento dell’impianto infrastrutturale stradale, alla riorganizzazione del sistema dei trasporti collettivi, dalla rete produttiva e commerciale al sistema dei servizi sociali, scolastici e di accoglienza.
Senza tralasciare gli aspetti, per quanto mi riguarda ed a me cari, prioritari come la pianificazione, la programmazione, la visione futura della città, una sorta di Lamezia 20-20.
Nulla, nulla di tutto ciò.
Ci si è focalizzati, laddove è stato realizzato, sui temi prettamente legati all’amministrazione ordinaria.
Non ricordo un atto, un intervento, una delibera che tenga in debita considerazione il futuro della città.
E, badate bene, non si tratta di finanze, di cashflow, di disponibilità economiche, si tratta di avere una visione più allargata rispetto a quella di una semplice cittadina di 70 mila abitanti, si tratta di volgere lo sguardo oltre l’orizzonte per puntare in alto.
Come? Lo scrivo da sempre.
Utilizzando la progettazione attraverso la candidatura per il finanziamento con i Programmi Operativi Regionali, i bandi della Commissione Europea, le opportunità dello Stato Italiano.
Su quali aspetti?
Innumerevoli. Mobilità, trasporti, territorio, turismo termale, città e residenza diffusa, economia.
Dispiace, dispiace veramente tanto vivere questo: in primis perché si è perso del tempo (e Lamezia Terme non ha tempo da perdere), secondariamente perché la città ha tutte le potenzialità per uscire dal tunnel dell’indifferenza.
Possiede le basi per ampliare il suo “appeal”: ha un aeroporto efficiente con più di 2 milioni di passeggeri movimentati da gennaio a settembre 2017 (Assaeroporti), posizionandosi al 17mo posto (su 38 aeroporti) nella classifica nazionale, ha una rete ferroviaria con “missione” nazionale e regionale, ha un sistema di accessibilità stradale primario di alti livelli grazie alla realizzazione della nuova A2, ha una posizione geografica baricentrica alla regione, ha un impianto termale, seppur di proprietà privata, potenzialmente fulcro del turismo termale dell’Italia meridionale.
Ed ancora, ha una potenzialità produttiva, mi riferisco al commercio, che non ha eguali in Calabria (ricordo quando si raggiugeva Lamezia Terme da tutta la regione per effettuare i grandi acquisti), ha la possibilità di creare un distretto produttivo insieme ai Comuni della Calabria centrale.
Ed infine, ha un valore prezioso che niente e nessuno può limitare, obiettare, negare: la volontà dei cittadini che vogliono cambiare, stufi di quanto vissuto negli ultimi anni, le sorti della nostra Lamezia.
Programmare, lavorare, ricostruire.
MARCO FOTI
Marco Foti, pugliese di origini, ha vissuto e studiato a Reggio Calabria dove si è laureato, presso l’Università Mediterranea, in ingegneria civile, indirizzo trasporti.
Ha iniziato la propria attività professionale presso l’ateneo di Reggio Calabria in parallelo alla libera professione nel settore dell’ingegneria civile e dei lavori pubblici.
Vive in Liguria dove è Iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Genova. Esperto di pianificazione e programmazione dei sistemi di trasporto e dei servizi di logistica, è stato membro della Commissione Trasporti dell’Ordine di appartenenza ed è stato selezionato tra gli esperti di riferimento per il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per il periodo 2011-2012 e 2016-2017.
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