L’area metropolitana dello Stretto: un’opportunità non solo per Reggio Calabria
Lo sviluppo del territorio metropolitano non può prescindere da un sistema di trasporti che assicuri una risposta efficiente ed adeguata agli standard nazionali ed europei rispetto il trend crescente della domanda di mobilità. E Lamezia Terme?
La Regione Siciliana, con la Legge Regionale n. 8 del 24 marzo 2014, all’art. 14 promuove la stipula di accordi con lo Stato, la Regione Calabria e la Città Metropolitana di Reggio Calabria.
La Regione Calabria, da parte sua, ha adottato il medesimo provvedimento con la Legge Regionale n. 12 del 27 aprile 2015 (Legge di Stabilità regionale) e l’Ufficio di Presidenza, sempre della Regione Calabria, ha deliberato la nascita della “Conferenza permanente interregionale per il Coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto”, costituendo di fatto l’area metropolitana dello Stretto, area su cui gravita una realtà territoriale insediativa complessa che comprende le due città metropolitane, Reggio Calabria e Messina, e che ha sempre rappresentato un nodo irrisolto per il sistema dei trasporti e mobilità in ambito locale e regionale.
A due anni della costituzione, nello scorso agosto (2017), la Conferenza ha approvato le linee di indirizzo generale per l’elaborazione e la predisposizione, da parte del Comitato tecnico, di “un Piano Strategico che – attraverso l’integrazione economica e sociale, le relazioni interregionali, le alleanze multilivello con tutti gli attori del territorio, il partenariato e lo sviluppo di progetti strategici di interesse comune alle Città Metropolitane di Reggio Calabria e Messina – possa portare ad una riqualificazione, promozione, innovazione, sviluppo economico, accessibilità e fruibilità dell’Area dello Stretto. Entro il 31 dicembre 2017, il Comitato tecnico dovrà, secondo l’atto deliberativo, presentare una prima proposta di schema generale di Piano Strategico” dell’area metropolitana, aggiungo.
Lo sviluppo del territorio metropolitano quindi non può prescindere da un sistema di trasporti che assicuri una risposta efficiente ed adeguata agli standard nazionali ed europei rispetto il trend crescente della domanda di mobilità. La base di partenza è abbastanza problematica.
Il livello di servizio attuale (quindi, l’offerta di trasporto) nell’Area metropolitana dello Stretto è garantito prevalentemente su quattro tratte: Reggio Calabria – Messina (con mezzi veloci), Reggio Calabria – Tremestieri (con nave), Villa San Giovanni – Messina (con mezzi veloci e nave) e Villa San Giovanni – Tremestieri (con nave).
Traguardando l’analisi alla mobilità delle persone, l’ISTAT attraverso i dati del “Pendolarismo 2011” evidenzia una domanda nell’Area dello Stretto di poco inferiore a 5.000 spostamenti giornalieri per i motivi lavoro e scuola, tralasciando il flusso continuo veicolare che si registra per gli altri motivi (occasionale e commerciale). Gli spostamenti complessivi, che coinvolgono le città metropolitane, evidenziano una predominanza del pendolarismo da Reggio verso Messina (circa 3.800 spostamenti/gg), mentre risultano più contenuti (inferiori di due terzi) gli spostamenti relativi alla relazione Messina – Reggio (poco più di 1.000 spostamenti/gg). Ovvero, in poche parole, occorre un incremento di offerta di servizio significativa per soddisfare la domanda di mobilità rilevata dall’Istituto Nazionale di Statistica sullo Stretto di Messina.
Alla luce della situazione attuale, il livello offerto dai servizi di mobilità appare insufficiente e non all’altezza delle esigenze dell’area metropolitana; fra le criticità che si rilevano emerge:
• un periodo di esercizio fortemente limitato da un orario di “fine corsa” troppo anticipato rispetto alle esigenze del territorio (dopo le 21.00 non è possibile attraversare lo Stretto di Messina con mezzi veloci);
• le frequenze sono piuttosto ridotte sulle tratte “Messina – Reggio Calabria” e “Villa San Giovanni – Messina);
• la regolarità dei servizi è scarsa a causa, principalmente, del numero limitato di mezzi e della vetustà del materiale marittimo;
• le stazioni marittime necessitano di un restyling in quanto insicure e scarsamente efficienti, seppur la Stazione di Reggio Calabria – Porto sia stata interessata di recente da appositi interventi;
• i servizi marittimi non sono coordinati con i Trasporti Pubblici Locali.
Una pianificazione coordinata della politica dei trasporti nell’area integrata dello Stretto è essenziale per garantire la corretta funzionalità della mobilità, motore di sviluppo fondamentale dell’economia locale. In tale contesto occorre “fare quadrato” e definire uno strumento ottimale atto a garantire una visione unitaria del sistema trasportistico locale.
Con la realizzazione del Piano regionale dei traporti in Calabria ed in Sicilia occorre mettere a sistema i due strumenti principi di pianificazione e definire le linee guida strategiche per la gestione della mobilità dell’area in un’ottica di riequilibrio modale e miglioramento dell’accessibilità del territorio. Le linee guida dovranno individuare azioni ed interventi prioritari, a breve termine, medio e lungo periodo, per potenziare il sistema infrastrutturale e di trasporto al fine di favorire la costituzione di un sistema di trasporto intermodale (gomma-ferro-mare) tra le due città (Reggio e Messina), individuando i nodi e le potenzialità e definendo gli obiettivi generali e specifici da perseguire.
Il tema dell’accessibilità al sistema dell’area metropolitana dello Stretto sconta ancora l’arresto in termini di investimenti (infrastrutturali e non) poiché nonostante il grande aumento di viaggiatori, pendolari e l’aumento del transito di automobili e autocarri, non sono cambiate le condizioni di traghettamento (gli approdi sono quasi tutti gli stessi degli anni ’70-’80 ed i traghetti hanno registrato un mimino abbassamento dell’età media). Occorre definire quindi azioni a breve termine, atte a favorire l’integrazione tra le diverse modalità di trasporto presenti nell’area (gomma, ferro, mare).
Un sistema di Trasporto Pubblico Locale intermodale, ad esempio, può rappresentare un importante strumento di coesione economica, sociale e territoriale ed un mezzo fondamentale per la riduzione dell’impatto ambientale della mobilità.
Su questo tema si è già discusso, in altri tavoli, sulla previsione di nuove formule di servizio che possono emergere con l’approccio della Sharing Economy (Economia della Condivisione ). Il Comitato delle Regioni della Unione Europea evidenzia come l’Economia della Condivisione “rappresenti la trasformazione-inversione di marcia o la transizione di determinati settori dell’attuale modello economico verso tradizioni economiche e modelli economici consolidati, che costituiscono alternative a forme dell’economia di mercato ad elevata intensità di capitale”.
Tali formule possono essere applicate a supporto dei servizi di accessibilità all’area metropolitana dello Stretto, servizi oggi previsti con un sistema di trasporto tradizionale per i soli passeggeri in possesso di biglietto aereo, che dalla città di Messina sono diretti all’aeroporto reggino in coincidenza degli orari di partenza dei voli.
Dopo la firma dei giorni scorsi del protocollo d’intesa per la realizzazione del “sistema di mobilità sostenibile” di Reggio Calabria, ci chiediamo quale possa essere il futuro di Lamezia Terme in tema “trasporti” e se sia utopistico pensare di mettere a disposizione dei tanti studenti universitari e pendolari lametini servizi che consentano di connettere la nostra città con l’area metropolitana dello Stretto.
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MARCO FOTI
Marco Foti, pugliese di origini, ha vissuto e studiato a Reggio Calabria dove si è laureato, presso l’Università Mediterranea, in ingegneria civile, indirizzo trasporti.
Ha iniziato la propria attività professionale presso l’ateneo di Reggio Calabria in parallelo alla libera professione nel settore dell’ingegneria civile e dei lavori pubblici.
Vive in Liguria dove è Iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Genova. Esperto di pianificazione e programmazione dei sistemi di trasporto e dei servizi di logistica, è stato membro della Commissione Trasporti dell’Ordine di appartenenza ed è stato selezionato tra gli esperti di riferimento per il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per il periodo 2011-2012 e 2016-2017.
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