Quando lo stomaco va in fiamme… occhio ad antinfiammatori e cibi acidi!

bruciore-di-stomacoIl bruciore gastrico è un disturbo che può colpire a qualunque età e per diverse cause. Per non esser vittime di questo malessere, a volte, basta seguire piccoli accorgimenti in fatto di abitudini di vita, mentre è opportuno rivolgersi al medico quando il dolore è intenso e non passa. In genere, i bruciori di stomaco sono causati da un’eccessiva secrezione di acido cloridrico, sostanza secreta dalle cellule parietali gastriche, che ha il compito, insieme ad alcuni enzimi prodotti da ghiandole presenti sulla mucosa dello stomaco, di “digerire” gli alimenti ingeriti in modo da renderli più facilmente assimilabili dall’intestino.

Il corpo umano, produce, nella norma, circa 15 litri di acido cloridrico al giorno, tuttavia tiene sotto controllo il pH sanguigno mediante efficaci sistemi tampone (proteine, bicarbonato, nitrato), la respirazione e la filtrazione renale. La parete gastrica è protetta dall’azione corrosiva dell’acido cloridrico prodotto sia grazie alla presenza di uno strato protettivo di muchi che ne ricoprono l’epitelio, sia grazie alla secrezione di bicarbonato di sodio. I problemi iniziano quando, per varie cause, la produzione di acido cloridrico aumenta eccessivamente, oppure quando lo strato di muco che ricopre le pareti interne dello stomaco si assottiglia o si indebolisce e non è più in grado di difendere l’interno di quest’organo dall’azione aggressiva dell’acido stesso. La sensazione di bruciore (pirosi gastrica) è molto caratteristica e più o meno intensa, simile a quella che una persona avverte quando la pelle va a contatto col fuoco. Le cause dell’aumentata produzione di acido cloridrico non sono ancora del tutto chiare, tuttavia si pensa che questo tipo di disturbo sia legato ad un fattore ereditario.

I bruciori colpiscono con maggiore frequenza chi ha uno stile di vita stressante, chi fuma molto, chi beve troppi caffè e alcolici, nonché chi consuma frequentemente cibi troppo elaborati o piccanti.

L’uso prolungato di alcuni farmaci, come gli antinfiammatori, può causare un aumento del grado di acidità all’interno dello stomaco e un indebolimento della mucosa gastrica. Infine, un ruolo importante nel causare dolore e bruciore gastrico è svolto da un batterio, l’Helicobacter pylori che, per sfuggire all’acido cloridrico, si annida sotto lo strato di muco a contatto con le cellule della mucosa gastrica, determinandone l’infiammazione.

Spesso il bruciore di stomaco non è un problema serio e di solito è legato a una scorretta alimentazione o a particolari stati emotivi, come una prolungata tensione nervosa o lo stress. Per risolverli è necessario innanzitutto modificare la dieta e lo stile di vita. Per attenuare il bruciore a volte basta mangiar qualcosa per tamponare l’eccesso di acidità, ma se il disturbo è intenso e si presenta troppo spesso è sempre meglio rivolgersi ad uno specialista che valuterà la situazione e se lo riterrà necessario prescriverà una cura a base di farmaci specifici.

Di fatto, dolore e bruciore di stomaco possono essere sintomi legati ad alcune patologie come la gastrite o l’ulcera. La prima è lo stato costante di infiammazione della mucosa gastrica, mentre la seconda è una lesione che può variare da una semplice erosione della mucosa fino alla completa perforazione della parete. Quando il bruciore è di tipo retrosternale, nella maggior parte di casi, è causato da una incontinenza della valvola cardiale (l’orifizio che mette in comunicazione l’esofago e lo stomaco) che determina l’anomala risalita dei succhi gastrici, determinando uno stato patologico meglio conosciuto come esofagite da reflusso. Non è necessario precipitarsi dal medico al primo accenno di bruciore di stomaco, ma occorre certamente consultare uno specialista laddove il disturbo persista senza interruzione per parecchi giorni, avendo comunque l’accortezza di modificare, nel frattempo, alcuni stili sbagliati. Occhio dunque a farmaci antinfiammatori che bloccano la produzione di prostaglandine, sostanze ormonosimili che stimolano la secrezione protettiva di bicarbonato e muco.

Attenzione, inoltre, a tutti i cibi acidi come il limone, l’aceto, i pomodori e gli agrumi, evitare il fumo e il consumo di alcolici e caffè, oltre che naturalmente, di fritture, ciibi piccanti ed e iper conditi. Può esser utile consumare cibi alcalini, avendo cura di masticare lentamente prima di ingoiare. Nel caso di disturbi lievi e passeggeri si può associare ad una dieta più corretta, l’uso di alcuni farmaci di automedicazione, acquistabili senza prescrizione medica e con il consiglio del farmacista. Tra questi, l’acido citrico, il bicarbonato di sodio e i composti di alluminio e magnesio che fungono da soluzioni tampone, contrastando l’aumentata produzione di acido ed evitando un’ ulteriore diminuzione del pH gastrico e la ranitidina che ha attività antagonista dei recettori dell’ istamina, il cui effetto è l’inibizione della produzione di acido da parte dello stomaco.

I cosiddetti “protettori”, invece, bloccano la produzione di acido cloridrico inibendo una proteina di membrana dello stomaco l’ H+/K+ ATPasi, da cui il nome “inibitori di pompa protonica”. Tra questi l’omeprazolo e il pantoprazolo. Utili, inoltre, alcuni farmaci a base di metoclopramide che aumentano la velocità di svuotamento gastrico e inibiscono il senso di nausea.

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