Grazie Francesco! Da oggi la Calabria, forse, sarà migliore. Ma tocca a noi…

papa_francesco1Solo tre anni fa un Papa era venuto in Calabria. Era l’ottobre del 2011 e la Diocesi designata era stata Lamezia Terme. Si trattava di Benedetto XVI, ora Papa emerito, che già dall’anno precedente, insieme al suo entourage, aveva stabilito di dover fare tappa nella regione bruzia.

Ieri un altro Papa, dopo brevissimo tempo, ha toccato nuovamente la terra calabrese. Diocesi designata: Cassano allo Ionio. La visita è stata annunciata “soltanto” la fine di marzo, dopo la nomina del vescovo di questa Diocesi, Mons. Nunzio Galantino, a Segretario Generale della Cei.

“Vengo per chiedere scusa” ha fatto sapere Papa Francesco ai fedeli di quella diocesi.

Ma questa terra è anche quella dove la mafia ha ucciso il piccolo Cocò; questa terra è anche quella dove è stato ucciso Padre Lazzaro. Forse Papa Francesco ha avuto più di qualche motivo per giungere fin qui. E sappiamo che lui non si ferma certo davanti alle formalità. Decide e vuole fare, forse perché spinto da troppo amore per l’uomo.

Infatti è proprio questo suo nuovo linguaggio che riesce ad attirare tante persone, credenti e non. Arriva dritto al cuore della gente, non facendo niente di speciale se non mostrandosi uno di noi.

E ieri il sole di Calabria ha illuminato dei momenti davvero straordinari, vissuti nei luoghi più “particolari” della quotidianità: nel carcere, nella Comunità Saman, durante il pranzo con i poveri; insomma con gli ultimi, quegli stessi ultimi che, secondo il Vangelo saranno i primi. E con Papa Francesco sono stati davvero i primi, perché mentre dietro alle transenne ci stava il popolo ad attendere Francesco, lui chiacchierava con i detenuti, con i poveri, con gli ammalati.

Intanto, per partecipare alla S. Messa del pomeriggio, in 250mila raggiungevano la spianata di Sibari.

Un pellegrinaggio che ha coinvolto non solo la Calabria ma diverse regioni del Sud: abbiamo incontrato siciliani, napoletani, pugliesi “armati” di un’immensa fede che non ha fatto sentire né caldo né stanchezza. Davanti a sé un solo obiettivo: poter vedere quell’uomo vestito di bianco con gli scarponi!

E figuriamoci se Francesco se ne stava buono a seguire i cerimoniali: con la papa mobile si è fatto un lungo giro tra i settori, salutando grandi e piccini, non deludendo nessuno. Un sorriso e un saluto per tutti. La messa? Sembra quasi sentirlo “quando arrivo iniziamo”.

“Benvenuto in Calabria Francesco” lo abbiamo detto tutti, o a gran voce, o sussurrato solo a noi stessi. Questa terra ha bisogno di te, perché noi da soli non possiamo farcela. Abbiamo bisogno di una gran dose di fiducia e solo tu puoi darcela. Grazie Francesco per le parole che hai rivolto alla nostra regione: nessun Papa in passato ha mai detto quello che tu hai avuto il coraggio di dire “i mafiosi siano scomunicati”. I calabresi da oggi si sentiranno più forti grazie al tuo coraggio. Sì, questa terra è martoriata dal malaffare, dalla ‘ndrangheta, è stata violata nel suo intimo, nella sua straordinaria bellezza, in quelle caratteristiche che sono proprie delle terre meridionali: accoglienza, calore, allegria.

Un brivido ci ha attraversato durante l’ascolto della tua omelia. Per un momento, grazie a te, ci siamo sentiti più forti. Per un momento abbiamo creduto che, forse, la ’ndrangheta si può sconfiggere e la nostra Calabria può rinascere…ed anche noi.

Ma questo coraggio, per un momento, tu ce lo hai dato ieri. Oggi è un altro giorno!

Ora tocca a noi. Un padre cresce i suoi figli, li forma e li educa per il futuro affinchè spicchino il volo verso la vita. Tu quello che ci dovevi dire ce lo hai detto. Da oggi noi calabresi abbiamo un dovere in più. Se veramente ci professiamo cristiani e siamo affascinati dalla tua figura, dobbiamo fare proprie le tue parole.

Ieri, caro Francesco, ci hai affidato un compito e non possiamo deluderti, non possiamo deluderci. Lo dobbiamo a noi stessi e ai nostri figli.

Quando l’elicottero si è alzato in volo, ci hai guardato a lungo dal finestrino. Noi siamo sicuri che un pezzetto di cuore ce lo hai lasciato… perché credi in noi. “Grazie per la calorosa accoglienza” hai detto alla fine. Già. La meravigliosa accoglienza di Calabria che hai conosciuto anche tu.

Grazie a te Francesco! Da oggi la Calabria, se vuole, potrà essere migliore…

Candida Maione

 

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