11 settembre francese! Il cuore della civiltà occidentale deve continuare a battere!
Quel pomeriggio dell’11 settembre del 2001 non capimmo subito cosa stesse accadendo. Un aereo aveva perso il controllo, si pensava, ed era finito su una delle Twin towers. Seguivamo in tv i servizi straordinari dei tg, mancava il tam tam di twitter e facebook, quindi le notizie arrivavano con lentezza dall’America. Ma quando durante il collegamento, alle spalle del giornalista, vedemmo un secondo aereo schiantarsi sull’altra torre, lì capimmo che stava succedendo qualcosa di strano. Un qualcosa, a cui, fino a quel momento, non eravamo abituati.
Ieri sera le esplosioni e le sparatorie a Parigi, invece, hanno fatto il giro del mondo in pochi minuti. Diversi hashtag su twitter hanno permesso di seguire quello che, da subito, è stato definito l’11 settembre francese. Un atteggiamento drammatico e irreale da parte nostra: questa volta sapevamo.
Già! Ora, purtroppo, “non fa notizia” che un uomo si “vesta” di esplosivo e distrugga tutto ciò che ha intorno. L’aver seguito tutta la notte ciò che accadeva dietro casa nostra con la consapevolezza che quegli uomini potessero essere ovunque, ha reso tutto ancora più drammatico e più tenebroso. E tutto questo in una notte in cui un uomo è spietato contro un altro uomo; contro un uomo qualsiasi. Dove? Nella quotidianità. Non è stata colpita, infatti, la Parigi ricca e raffinata, bensì quella più popolare e giovanile: lo stadio, il concerto, i locali notturni. Sono stati colpiti, volutamente, i giovani, il futuro.
“Questo non è umano” ha detto Papa Francesco al telefono in diretta su tv2000. Lo ha detto con un filo di voce quasi incomprensibile.
Si fa fatica ad esprimere una riflessione. Attoniti guardiamo le immagini provenienti dalla tv, le urla disperate di chi cerca di fuggire, i tweet inviati dall’interno del Bataclan: “Ci stanno uccidendo uno per uno”. Assistiamo alla morte in diretta, impotenti.
È questa la fine del mondo? È iniziata una guerra? E che senso ha questa guerra? Certamente non in nome di qualche dio, come questi guerriglieri vogliono farci credere urlando “Allah è grande”. Nessun dio permetterebbe questo. Non esiste un dio che vuole la morte. Lasciamola fuori la religione, non c’entra nulla. L’esaltazione, piuttosto, spinge questi pazzi ad andare a morire seminando morte e distruzione.
Una strategia della tensione, diffondere paura, limitare la libertà. Loro questo vogliono, perchè noi non sappiamo quando e dove colpiscono. E soprattutto: non hanno obiettivi precisi. L’importante è seminare morte!
Forse i governi anziché solamente fare proclami “Resisteremo al terrorismo. Non vinceranno” dovrebbero interrogarsi seriamente. Il ricco occidente che si chiede da dove arriva la morte dovrebbe smettere di vendere armi a questi pazzi, di saccheggiare le terre ricche di petrolio e diamanti, in nome della economia senza anima.
Forse questa potrebbe essere una piccola risposta, altrimenti è inutile dire che vengono ad ucciderci in casa nostra se noi li abbiamo sempre sfruttati.
Chi rivendica questa strage annuncia che i prossimi obiettivi saranno Londra e Roma. Quelle menti vuote col cuore buio intendono forse isolare la nostra vita? Dobbiamo smettere di vivere e chiuderci in casa? No! Sarebbe la risposta giusta per loro ma sbagliata per noi!
Il cuore della civiltà occidentale deve continuare a battere!
Candida Maione
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