Gesù e l’adultera, lo scandalo di un Dio che perdona senza condizioni

Giovanni-81-11Il Vangelo di Giovanni che la liturgia di oggi, V Domenica di Quaresima, propone, racconta l’episodio della donna adultera portata dinanzi al Cristo… Vi proponiamo al riguardo una intensa riflessione estrapolata dall’intervento tenuto da Padre Ermes, teologo e priore del Convento dei Frati Servi di Maria di San Carlo al Corso di Milano, successore di Padre David Turoldo alla guida del centro culturale “Corsia dei Servi”,  in occasione dell’apertura dell’anno pastorale della Diocesi di Lamezia:

 

“Nessuna logica giudiziaria appartiene a Dio, i suoi archivi non sono pieni di zizzania, ma di lacrime dei suoi figli” ed infatti culmine del Vangelo è lo scandalo della Misericordia; il brano che Padre Ermes addita ad esempio di questo Gesù che scandalizza, guardando al peccato non all’uomo, è il racconto della donna adultera in Giovanni 8 (1-11) dove lo stesso “Gesù è il racconto inedito della Misericordia del Padre”. Una donna senza nome, che per scribi e farisei non è una persona, è una cosa, che si prende, si porta, si conduce, si pone di qua o di là, dove a loro va bene. Che si può mettere a morte. Una donna su cui gli uomini possono fare la massima delle violenze, compiuta per di più dagli uomini del sacro, legittimata da un Dio terribile e oscuro, amante non della vita ma della morte. Una donna ferita nella persona, nella sua dignità, nella sua grandezza e inviolabilità. Contro la quale i difensori di Dio commettono un peccato più grave del peccato che vogliono punire: “mettere Dio contro l’uomo”.
Gesù si chinò, scriveva col dito per terra… “Dio scrive e riscrive la nostra storia di peccatori”: “Chi di voi è senza peccato getti per primo la pietra contro di lei”. “Gesù butta all’aria tutto il vecchio ordinamento con una battuta sola, con parole taglienti e così vere che nessuno può ribattere”.
Nessuno ti ha condannata? Neanch’io ti condanno. Ecco la giustizia di Dio: non quella degli uomini ma quella di Gesù, il giusto che giustifica, il santo che rende giusti, venuto a portare non la resa dei conti ma una rivoluzione radicale dei rapporti tra Dio e uomo, e di conseguenza tra uomo e uomo. Padre Ermes ci racconta di “una mano, di un cuore amorevole che ci prende in braccio e, per la prima volta, ci ama per quello che siamo, perdonando ogni errore, sciogliendo ogni ferita, ogni dolore”. Al centro della vita di questa donna, di ognuno di noi, scopriamo, ha continuato padre Ermes, la croce di Cristo, di un Dio che non colpevolizza nessuno e non spezza nessuno, ma sacrifica solo se stesso, spezza se stesso: “Da onnipotente ad onni-amante”.
La misericordia è scandalosa, perché contrasta nettamente il legalismo, le leggi del mercato e della giustizia umana, e ci restituisce il vero volto della giustizia”, mette in guardia i sacerdoti padre Ermes “da quella sclerocardia (morte del cuore, della compassione) che ci rende burocrati delle norme ed analfabeti del cuore”. Ricordiamoci che l’essenza dell’etica cristiana è fare quello che Dio ha fatto, è comportarsi come ha fatto Gesù che apre le porte delle nostre prigioni, la cui giustizia non è rappresentata dalla bilancia ma dalla Croce, dall’amore sino alla fine”. La Bibbia, sottolinea ancora Padre Ermes, non chiede che il peccato sia espiato ma confessato, nell’episodio scandaloso dell’adultera Gesù non chiede il pentimento, gli basta solo leggere nel cuore della donna la sincera paura della morte. “Il perdono di Dio è un colpo d’ali che spalanca il futuro!”

Lo scandalo di Gesù è perdonare senza condizioni. Solo incontrando questo amore senza condizioni riparte il nostro futuro perché riusciamo a pentirci come l’adultera solo se sentiamo l’abbraccio di Dio prima di qualunque cosa, prima ancora di riconoscere il nostro peccato.
Scopriamo così che “Dio non spreca la sua eternità in vendette, non spreca la sua onnipotenza in castighi, e non dobbiamo appiattirlo sul nostro moralismo. Dio è compassione, futuro, approccio ardente, mano viva che tocca il cuore e lo apre, che porta luce e gioia, amore che fa ripartire la vita.”

L.L.V.

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