Papa, a Manila la messa più grande

messa_manila«Cristo Bambino è il protettore di questo grande Paese. Quando Egli venne in questo mondo, la sua stessa vita si trovò minacciata da un re corrotto». È la domenica del “Santo Nino, a Manila sono arrivate milioni di persone sotto la pioggia ad assistere alla messa finale del Papa nelle Filippine : “Le autorità hanno detto tra i sei e sette milioni, è il più grande evento nella storia dei Papi”, considera padre Federico Lombardi. La messa più seguita nella storia: anche oltre i quattro- cinque milioni di Giovanni Paolo II, sempre a Manila, il 15 gennaio 1995, a conclusione della Giornata mondiale della gioventù.

Si vedono fedeli a perdita d’occhio nel parco Rizal, lungo il grande viale e nelle strade tutt’intorno, tanti reggono fra le mani i Bambinelli del presepe come in piazza San Pietro a Natale, sotto gli ombrelli, avvolti in impermeabili di plastica trasparente. I bambini, i poveri. Nell’ultimo giorno è come se Francesco facesse sintesi dei temi dispiegati nel suo viaggio. Fin dal suo arrivo aveva denunciato “le scandalose disuguaglianze sociali”. Ha incontrato i bimbi di strada, condannato i politici corrotti. Ora scandisce : “Dio ha creato il mondo come uno splendido giardino e ci ha chiesto di averne cura. Tuttavia, con il peccato, l’uomo ha sfigurato quella naturale bellezza; mediante il peccato, l’uomo ha anche distrutto l’unità e la bellezza della nostra famiglia umana, creando strutture sociali che hanno reso permanente la povertà, l’ignoranza e la corruzione”.

«L’Asia è il futuro della Chiesa»

L’Asia, aveva confidato Francesco al cardinale Luis Antonio Tagle, “è il futuro della Chiesa”. Nell’omelia ricorda che le Filippine sono il primo Paese cattolico del continente e richiama la “speciale vocazione” dei loro abitanti: “I filippini sono chiamati ad essere missionari eccellenti della fede in Asia”. Così Francesco esorta i fedeli ad essere autentici. “La Bibbia ci dice che la grande minaccia al piano di Dio per noi è, ed è sempre stata, la menzogna. Il diavolo è il padre della menzogna. Spesso egli nasconde le sue insidie dietro l’apparenza della sofisticazione, il fascino di essere “moderni”, di essere “come tutti gli altri”. Egli ci distrae con il miraggio di piaceri effimeri e di passatempi superficiali. In tal modo noi sprechiamo i doni ricevuti da Dio, giocherellando con congegni futili; sprechiamo il nostro denaro nel gioco d’azzardo e nel bere; ci ripieghiamo su noi stessi. Trascuriamo di rimanere centrati sulle cose che realmente contano. Trascuriamo di rimanere interiormente come bambini. I bambini infatti, come ci insegna il Signore, hanno la loro propria saggezza, che non è la saggezza del mondo. Ecco perché il messaggio del Santo Nino è cosìimportante”.

«Perché soffrono i bambini?»

Prima della messa, nell’incontro con trentamila giovani, il Papa parla a braccio in spagnolo rispondendo ad una ragazzina di dodici anni che gli chiede, in lacrime: perché i bambini soffrono, perché ci sono così poche persone che ci aiutano? “Lei ha posto l’unica domanda che non ha una risposta. E non essendo in grado di esprimerla a parole lo ha fatto con le lacrime”, ha spiegato Francesco ai ragazzi. E poi, rivolto alla ragazzina: “Solo quando anche noi saremo capaci di piangere per le cose che hai detto, saremo pronti a rispondere a questa domanda. Una grande domanda per tutti: perché soffrono i bambini? Quando il cuore è pronto ad interrogare se stesso e piangere, allora saremo in grado di comprendere qualcosa. Esiste una compassione ‘mondana’ che non serve a nulla. Tu hai detto qualcosa al riguardo. Una compassione che al massimo consiste nel mettere una mano in tasca ed allungare una moneta. Se Cristo avesse avuto questo tipo di compassione, sarebbe semplicemente passato, avrebbe curato tre o quattro persone e se ne sarebbe tornato dal Padre. Solamente quando Cristo pianse e fu capace di piangere, comprese ciò che accadeva nelle nostre vite”.

«Sono troppo poche le donne tra di voi»

I ragazzi gli rivolgono domande, Bergoglio sorridendo li rimprovera: “C’è solo una piccola rappresentanza di donne tra voi. Troppo poche”. Perché “le donne hanno molto da dirci nella società di oggi”, spiega: “Talvolta siamo troppo maschilisti e non diamo spazio alle donne. Ma le donne sono capaci di vedere le cose con occhi diversi da noi uomini. Le donne sono capaci di porre domande che gli uomini non sono capaci di comprendere. Prestate attenzione. Lei oggi ha posto l’unica domanda che non ha una risposta. Quando verrà il prossimo Papa a Manila fate in modo che ci siano più donne tra voi”. Francesco si è commosso per la domanda posta dalla ragazza in lacrime: “Cari ragazzi e ragazze, nel mondo di oggi manca la capacità di piangere. Piangono gli emarginati, quelli che sono esclusi, quelli che vengono scartati, ma quelli che hanno una vita senza particolari necessità non sanno piangere. Alcune realtà della vita si vedono soltanto con gli occhi lavati dalle lacrime”. Francesco invita a “farsi mendicare dai poveri, lasciarsi evangelizza da loro”. E conclude: “Così invito ciascuno di voi a chiedersi: ho imparato a piangere quando vedo un bambino che è affamato, un bambino drogato, un bambino che non ha casa, un bambino abbandonato, un bambino abusato, un bambino sfruttato dalla società? Ogni tanto qualcuno piange in maniera capricciosa perché vorrebbe di più. Questa è la prima cosa che volevo dirvi. Impariamo a piangere. Come lei ci ha mostrato oggi. Non dimentichiamoci di questa testimonianza. La grande domanda sul perché i bambini soffrono lei l’ha posta piangendo. E la risposta che noi diamo oggi è: impariamo a piangere. Gesù nel Vangelo pianse, pianse per un amico morto, pianse nel suo cuore per quella famiglia che ha perduto sua figlia, pianse nel cuore quando vide una povera vedova che ha dovuto seppellire il figlio, ma soprattutto pianse nel suo cuore e fu mosso a compassione quando vide una moltitudine di persone senza un pastore. Se non imparate come si piange, non potrete essere buoni cristiani”.

(da Corriere)

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