Pensieri sparsi sullo scioglimento del consiglio comunale di Lamezia

E’ arrivato il terzo scioglimento per il Comune di Lamezia Terme. Il 22 novembre 2017 sarà ricordato per l’ennesima disfatta di una città che pare destinata a non decollare mai. Niente di nuovo sotto il sole. Sui social da ore i cittadini manifestano dispiacere, delusione, critiche, polemiche. Tutto questo non basta. E’ poco. Tutti noi siamo responsabili dello scioglimento. La colpa non è solo del sindaco Paolo Mascaro. La colpa è di tutta la città.

Lamezia è stata sciolta per quella “tiepidezza” che come una cappa sovrasta questo territorio da sempre: “si è sempre fatto così”, “questa è”, “io mi guardo i fatti miei”. Terreno fertile per la mafia, un fenomeno che cresce a dismisura in proporzione all’indifferenza della città; terreno fertile per far crescere la disoccupazione; terreno fertile per legittimare ciò che legittimo non è. I social sono pieni di post di solidarietà e affetto nei confronti di chi viene arrestato per operazioni di ‘ndrangheta; applausi, riverenze e inchini per le scarcerazioni. Questa è Lamezia. E si merita il terzo scioglimento.

La colpa non è di Paolo Mascaro: lui è uno come tanti, forse ingenuo, che crede e ha creduto con forza che qualcosa potesse cambiare, ma è finito, inconsapevolmente nella rete.
Il terzo scioglimento della città pesa su tutti noi. Noi che per primi andiamo alle urne con leggerezza e con altrettanta leggerezza votiamo.
Sono le 12.14 in questo preciso momento e quei politici che ogni giorno inviano le note alla stampa per qualsiasi cosa, oggi fanno silenzio. Anche la Chiesa fa silenzio. Il Vescovo non sente forse la necessità di lanciare un messaggio alla città in questo momento così delicato?
…la tiepidezza continua a sovrastare Lamezia!

Candida Maione

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