A Lamezia Terme il Corso regionale di aggiornamento di Religione Cattolica: “Bioetica e Didattica dell’Insegnamento di Religione Cattolica”

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Nei giorni 3-4-5 novembre 2019 si è svolto presso il Savant Hotel – Lamezia Terme il Corso regionale di aggiornamento di Religione Cattolica: “Bioetica e Didattica dell’Insegnamento di Religione Cattolica”.

Hanno aderito al Corso 30 docenti di Religione Cattolica, provenienti dalle 12 Diocesi della regione, dalle scuole di ogni ordine e grado, che con entusiasmo e spirito di apprendimento, partecipazione attiva e propositiva hanno vissuto una piacevole esperienza di formazione e condivisione.
Nei primi due giorni il relatore prof. Carmine Matarazzo (Docente di Teologia Pastorale di Bioetica e Filosofia dell’Educazione, alla Pontificia facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli), ha presentato la Bioetica come una problematica di notevole interesse sociale, politico ed educativo della cultura contemporanea, che investe tutto l’uomo e l’intera comunità.
La vasta letteratura, le indicazioni normative e il dibattito culturale in atto, sono segno dell’attualità e dell’urgenza del tema. Il CNB (Comitato Nazionale di Bioetica) nel documento: Bioetica e formazione nel mondo della scuola (16 luglio 2010) sottolinea la differenza tra educazione alla Bioetica e insegnamento della Bioetica e scrive: “Ciò che emerge è il carattere sociale dell’educazione alla bioetica, che non può rimanere patrimonio dei soli scienziati, ma deve coinvolgere l’intera società …. Come spazio di confronto aperto e pluralistico … come strumento per favorire e arricchire una convivenza pacifica iniziando i giovani alle regole del dialogo”.
In relazione a nuove problematiche etiche e alle sconfinate possibilità che si aprono difronte al progresso delle scienze e alle sue applicazioni, la scuola si trova ad assumere un ruolo fondamentale ed ineludibile.
La Bioetica non è una semplice materia “aggiunta”, ma si costituisce come “sapere complesso”, come educazione al saper-essere per saper-scegliere.
L’educazione alla Bioetica a scuola può aiutarci:
– a capire meglio le relazioni fra il sapere la vita e le scelte morali;
– a decidere con più consapevolezza il nostro comportamento;
– a svolgere in modo più adeguato le nostre attività personali e professionali;
– a vivere con maggiore responsabilità e cura le relazioni con gli altri e il rapporto con l’ambiente.

Uno studio sistematico che, portando il Bios alla luce dell’Ethos, e, viceversa, considera l’uomo al centro di una legittima attenzione nel rispetto di tutte le esigenze di base del Pianeta Terra.
La Bioetica è stata considerata: luogo d’incontro e di dialogo interculturale, occasione per riscoprire la dimensione etica della vita.
La scuola vista come: luogo per il lancio di un progetto innovativo di umanità.
L’esigenza dell’uomo attuale immerso in una cultura individualistica e consumistica, dove le situazioni di vita debole sono minacciate da soluzioni drastiche (aborto, eutanasia) diventa esperienza di valori, necessità di acquisire una visione aperta alla verità, al bene, alla libertà, al Totalmente-Altro. Il bisogno di valori è un’esperienza ineludibile per:
– guardare in alto
– guardarsi attorno
– guardare avanti.

In una visione personalistica, quella del Prof. Matarazzo, conclude che questa aiuta meglio a mettere a fuoco i problemi della bioetica, per promuovere un autentico rispetto per la vita quale fondamentale norma ispiratrice di un sano progresso culturale, sociale, economico, scientifico.
Senza il rispetto della persona ogni educazione, bioetica è vuota, senza significato per sé e per gli altri. Occorre camminare verso una positiva convergenza sulla vita e sul suo valore.
La dott.ssa Maria Angela Rechichi – Medico Bioeticista ha illustrato le origini della bioetica e il suo sviluppo, come un sapere complesso.
L’ambito della Bioetica si estende dall’area medica, ad altre discipline, perché suscita interrogativi di ordine antropologico, filosofico, giuridico, politico, teologico, ecc, ma interroga anche “l’uomo comune” ogni qualvolta deve decidere della sua vita o di quella degli altri.
Dalla bioetica di impostazione classico-cristiana a quella laica, anche la dott.ssa Rechichi pone al centro il bene dell’uomo, della persona che si relaziona con le altre realtà del creato.
Una visione personalistica, anche quella della dott.ssa Rechichi, che sancisce il valore fondamentale della vita e la sua inviolabilità, che implica la libertà e responsabilità, che riguarda l’integrità della persona nella sua totalità fisica, psichica e spirituale, nella consapevolezza che l’uomo è un essere relazionale, e in quanto tale partecipa alla realizzazione dei propri simili. La Bioetica non può dare risposta ai tanti interrogativi esistenziali, alla sofferenza e alla morte, ma può indicare una strada sulla quale avviare una riflessione condivisa, una convergenza fra le diverse posizioni che mettono al centro il bene della persona e il rispetto della sua dignità.
Così si è espressa: “Se la vita è l’oggetto di indagine e di studio della bioetica, educare alla bioetica significa prima di tutto allargare lo sguardo alle dimensioni etico-socio-civico-politicoeconomiche dell’esistenza umana; secondariamente, in considerazione delle emergenze del nostro presente, dare concretezza storica alla speranza di ritrovare le risposte che possono riqualificare un’esistenza capace di andare verso qualcosa di “sicuro” che si estende oltre l’immediato e che non comprometta la qualità della vita delle generazioni future”.
E’ intervenuto al Corso di Aggiornamento il Vescovo di Lamezia Mons. Giuseppe Schillaci che ha condiviso alcuni momenti del corso invitando i docenti a “conoscere per stare nella complessità delle problematiche educative”.

Commenta