Messaggio di Pasqua del Vescovo di Locri-Gerace Mons. Oliva. “Alzati e cammina! C’è una vita che risorge!”
Fratelli e sorelle!
E’ la Pasqua del Signore! L’evento che fa la differenza. Una pietra sepolcrale rotolata via dischiude un mondo nuovo. La vita rinasce dal sepolcro vuoto. Un germoglio di primavera rinnova la speranza. Non lasciarti abbattere dall’angoscia. Il male non è invincibile. Rialzati. Rimettiti in cammino! Abbandona la vita di prima. Apriti alla novità del Dio che risorge. Sei fatto per vivere da risorto, per guardare nella prospettiva di Colui che è vita e genera vita. La morte, grave “incidente di percorso”, non toglie la definitività della vita. Aperto alle novità di Dio, abbandona la maschera dell’io per lasciare spazio all’amore. Oggi non domani. Oltre ogni incoerenza e traccia di morte.
Vivere da risorti, avere uno sguardo amico, scoprendo nell’altro l’immagine del Dio, che, anche se offuscata dal male, conserva tracce di resurrezione e di vita. Ecco l’orizzonte vero, che supera ogni prospettiva di morte.
L’amore non delude. Non l’amore che offriamo, ma quello che riceviamo. Non quello donato, troppo prevedibile, ma quello di un Dio sorprendente ed esagerato. Un amore sempre da cercare. Oltre la tentazione della cupidigia, del denaro e del potere. Ecco l’amore che eternamente vive in Colui che nulla risparmia, nel suo abbraccio senza limiti.
La Pasqua è per dirti che c’è una morte che dev’essere superata: la morte che isola ed intristisce, che impoverisce e inaridisce. La vita risorge, se abbandoni nel sepolcro impurità e incoerenze, menzogne e gelosie, falsità e dicerie. Se ti liberi dalla maschera costruita ad arte dall’ambizione e dalla sete di prevalere, dallo sguardo sospettoso, dall’animosità e dalla passione incontrollata, dagli insulti e da ogni odiosità. Torna ad essere con Cristo, secondo il modello dell’uomo nuovo che si riveste di sentimenti di tenerezza ed umiltà, di mansuetudine e di magnanimità (Col 3, 12-13). Questa è la Pasqua!
Risorgi e cammina incontro al futuro nella novità del Dio che muore e risorge. Vivi credendo nella vita. Non arrenderti di fronte alle tante tombe che incontri. Quella pietra sepolcrale non è la prospettiva ultima. Da essa si sprigiona la vita, che supera la notte del fallimento, del tradimento e della solitudine. Rinasce la speranza, data per morta di fronte alla fine inattesa di una storia vera. A chi si sente prigioniero nella vita, il Risorto dice: “esci”, “vieni fuori”. E, se anche fossi nella più triste solitudine, “Io non ti dimenticherò mai” (Is49, 15).
L’evento pasquale, “che fa la differenza”, sta nell’uscire dalle proprie miserie e fallimenti, nel liberarsi dagli abiti da lutto per rivestire i panni del Risorto, nel liberarsi dal “cadavere” che è in noi, nel lasciarsi incontrare dal Vivente. E così staccarsi da un passato di idiozia e di morte, per affrontare nuovi percorsi di umanità.
Nasce la Chiesa, comunità nuova. L’incontro col Risorto la fa essere piena di fede, di speranza e di carità. Una comunità sostenuta dalla presenza del Signore nella celebrazione dei Sacramenti e nella carità. Chiamati a vivere la relazione con Lui, nella concretezza di una vita piena.
La Pasqua è fede nel Risorto e nella vita ritrovata. Come dice l’Apostolo, “Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dov’è Cristo”. Recuperate uno sguardo vero sulla realtà. Accogliete tutto nella prospettiva di Dio. Ci sono tracce di vita anche nel seme che marcisce, segni di speranza dove tutto parla di morte, feritoie di luce nell’oscurità della notte.
La Pasqua è l’amore che rivive nel perdono, nel vivere come Cristo nella dinamica esagerata del dono e della compassione. Non del giudizio e della sopraffazione. Laddove accade si vive la Pasqua. Oltre l’amarezza e la delusione della tomba vuota.
E’ Pasqua per tutti! Lo è per chi è senza speranza, per lo sfiduciato ed il rassegnato, per il sofferente ed il carcerato, per chi è al termine della vita terrena nel letto di un ospedale.
E’ Pasqua, perché Cristo è risorto. Alleluia! E’ risorto per te, se lasci le incongruenze e i compromessi, le omertà e le complicità. Se lasci in quella tomba la paura di osare la speranza di fronte all’imprevedibilità di un Dio che è morto e risorto il terzo giorno. Ora è il Vivente. Per sempre. Vive per te!
Buona Pasqua di Resurrezione e di vita!
Francesco Oliva,
Vescovo di Locri-Gerace
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