Udienza Giubilare, presente anche la Diocesi di Lamezia. L’artista lametino Raffaele Mazza dona un’opera al Papa

imageCITTÀ DEL VATICANO – Questa mattina, l’artista lametino Raffaele Mazza con la sua famiglia, in occasione del Giubileo della Misericordia della Diocesi di Lamezia Terme a Roma, nell’Udienza Speciale del sabato, alla presenza di Monsignore il Vescovo di Lamezia Terme Luigi Cantafora che ha presentato l’artista a Papa Francesco, e di autorità religiose militari e civili, sul sagrato della Basilica di San Pietro ha donato a Sua Santità l’opera dal titolo “LA PASSIONE”.
L’opera è stata realizzata utilizzando tre elementi:
– Ulivo;
– Vite;
– Grano.
“Partendo dal tronco di un albero d’ulivo – ha spiegato Mazza in una nota – ho cercato di rappresentare il Cristo Crocifisso con richiami al racconto evangelico della Passione: l’ulivo, che rimanda all’Orto del Getsemani dove Gesù pregò prima di essere consegnato ai soldati e ai sommi sacerdoti, inoltre raffigura il simbolo della rigenerazione, perché, dopo la distruzione operata dal diluvio, la terra tornava a rifiorire, con il ramoscello di ulivo portato dalla colomba; nonché simbolo di
pace perché attestava la fine del castigo e la riconciliazione di Dio con gli uomini; la vite, che richiama il vino, il sangue di Cristo, versato per la salvezza di noi tutti; la spiga, che rappresenta il pane spezzato da Cristo nell’ultima cena e il chicco di grano che “cade in terra e muore per portare molto frutto”; emblema della primavera, della natura che si risveglia, che vince il buio e l’immobilità dell’inverno e dunque la morte.

imageL’albero di ulivo, la vite, la spiga di grano, tre come la Santissima Trinità, tre elementi naturali che richiamano la Passione di Gesù e aprono all’evento centrale della fede cristiana: la Resurrezione di Cristo, la rinascita della vita e della speranza oltre il dolore e la sofferenza.
Dalla lavorazione completamente a mano del legno alla vernice utilizzata per rappresentare il sangue, ho dato vita a una rappresentazione del Cristo Crocifisso in cui gli elementi della natura della terra di Calabria, si intrecciano con i simboli dei racconti evangelici della Passione, da cui trae il titolo l’opera, ponendo lo spettatore di fronte alla raffigurazione del mistero della sofferenza umana e del dolore innocente”.
“Questa giornata – ancora l’artista lametino – segnerà per sempre la mia vita, sia dal punto di vista spirituale, umano e artistico, essendo particolarmente attratto e ispirato dal sacro.
Essere stato qui, sul sagrato della Basilica di San Pietro, e donare personalmente a Papa Francesco quest’opera, è stata un’immensa emozione, gioia, soddisfazione, la realizzazione di un sogno.
Ringrazio SUA SANTITA’ per avere onorato e accettato il dono del Crocefisso in legno d’ulivo, vite e grano, offrire quest’opera alla Chiesa per me è stato motivo di soddisfazione ma anche un grande dono e una responsabilità. Ringrazio particolarmente il Vescovo di Lamezia Terme Luigi Cantafora che ha fatto sì che questo progetto diventi realtà, e Don Roberto Tomaino per la pazienza nel curare tutti i dettagli.
Attraverso l’arte e la creatività, chi si occupa di arte è sollecitato a rappresentare il Mistero di Dio che si è fatto uomo e ha sofferto come noi, nella consapevolezza di parlare non solo ai credenti, ma di suscitare domande e inquietudini in tutte le persone.
Per questo mi auguro – conclude Mazza – che anche attraverso quest’opera, tante persone si interroghino su una storia, come quella di Gesù di Nazareth, che svela agli uomini e alle donne di tutte le fedi e culture il senso profondo del dolore e della sofferenza umana e la speranza che rinasce sempre, l’amore più forte del dolore e della morte”.

Commenta