E’ il giorno del Congresso: Francesco, prima un graffio alla Storia poi snobberà i politici per mangiare con i senzatetto
Una cosa Papa Francesco non concederà mai agli americani, anche se ogni volta che serve ci mette un grosso impegno: imparare l’inglese; “non sono bravo” ha ammesso candidamente sul volo che ieri da Cuba lo portava a Washington.
Oggi è il giorno del Congresso. Arriva con il suo inglese per il quale ha studiato 6 mesi con diligenza, il Papa delle Americhe, il Papa che fa cadere gli embarghi e rifugge la mondanità e sarà la prima volta che un Pontefice parlerà all’organo di governo, il parlamento americano, del Paese più potente del mondo. Poi sarà la volta delle Nazioni Unite, che con il suo palazzo di vetro lo accoglierà venerdì 25 e dove si rivolgerà all’assemblea generale delle Nazioni Unite, partecipando poi ad un incontro interreligioso a Ground Zero.
La visita al Congresso, a Washington, che lo ascolterà in sessione congiunta, è in agenda alle 9.20 locali (le 15.20 in Italia). Al termine, alle 11.15 (le 17.15 italiane), Francesco visiterà il centro caritativo della parrocchia di St Patrick, incontrando i senzatetto. Alle 16.00 locali (le 22.00 in Italia), il Papa partirà, infatti, in aereo per New York, dove atterrerà dopo un’ora all’aeroporto Jfk. Una volta giunto in elicottero a Manhattan, Bergoglio ha in programma alle 18.45 (le 00.45 italiane) i vespri con il clero, i religiosi e le religiose nella cattedrale di San Patrizio, sulla Quinta Strada.
E senza smentirsi neanche questa volta, niente pranzi o cene di gala per il Papa nella capitale americana. Durante il suo soggiorno Francesco ha preferito mangiare in privato, oppure, come accadrà oggi dopo il suo discorso al Congresso, sedersi a tavola con chi non ha nulla. Papa Bergoglio, infatti, si unirà a circa 300 persone, fra volontari e senzatetto, nei locali che la Caritas diocesana ha aperto a due passi dalla Casa Bianca e dal Campidoglio, dietro la famosa cattedrale di Saint Patrick.
Anche i senzatetto non cattolici hanno sentito parlare di lui e tutti sono ansiosi di vederlo: “È incredibile che si voglia unire a noi” dice un immigrato arrivato dall’Honduras quest’estate, senza documenti, “ma questo ci fa sentire che valiamo qualcosa”. E le parole del Papa ma soprattutto l’esempio non cadono nel vuoto: infatti l’arcidiocesi di Washington e la Caritas locale hanno lanciato l’iniziativa Walk with Francis, Cammina con Francesco, invitando i cittadini della capitale, cattolici e non, a impegnarsi in un’attività di servizio nel corso dell’anno per seguire l’esempio del Papa. 100mila persone hanno promesso così il loro impegno.
E mentre i senzatetto sentono di “valere qualcosa” incontrando il Papa della misericordia, la stampa internazionale e quella locale in particolare, da mesi scrivono su questi incontri. Negli Stati Uniti è via via cresciuto l’interesse su quanto Papa Francesco dirà. Il New York Times ha chiesto al Pontefice di permettere la contraccezione per i cattolici. È probabile che Bergoglio utilizzi dunque questo viaggio anche per lanciare messaggi sui temi legati alla morale sessuale. Anche se, come ha evidenziato l’arcivescovo di Philadelphia, Francesco non è così liberale come si vorrebbe far credere. Inoltre è in grande sintonia con la Chiesa americana che è stata decisiva nella sua elezione e che si oppone al finanziamento del colosso americano di cliniche per gli aborti Planned Parenthood, capeggiata dal cardinale Sean O’Malley, uno dei membri del Consiglio dei Nove (C9) di Bergoglio.
In ogni caso, Papa Francesco ha la capacità di modulare le sfumature del suo messaggio a seconda dell’uditorio che ha davanti, quindi saprà come parlare e cosa dire: la pace, la protezione dell’ambiente, la giustizia sociale, la lotta alla povertà estrema, il fenomeno delle migrazioni e la difesa della dignità umana, la difesa dei cristiani e la libertà religiosa, la famiglia.
Papa Francesco entra nel paese che è la punta dell’iceberg capitalista dalla porta di servizio cubana e lo fa come un migrante, l’ha ricordato anche nel suo discorso di ieri alla Casa Bianca; arriva il Papa accusato di essere “liberal” o comunista, ma che dice di essere invece ancorato saldamente alla dottrina sociale della Chiesa pur “se qualcosa che ho detto sembra un pò sinistrina” come riportato dal dialogo con i giornalisti mentre da Cuba si spostava a Washington. La stampa americana che attendeva “due Papi”, uno “venuto a inaugurare la convention dei Democratici” (sic) uno venuto a “propagandare la ostilità gesuita nei confronti del capitalismo”, incontrerà un Papa che rivolgendosi ai vescovi americani ha affermato: “Non è mia intenzione tracciare un programma o tracciare un programma o una strategia. Non sono venuto per giudicarvi o per impartirvi lezioni. Consentitemi soltanto, con la libertà dell’amore, di poter parlare come un fratello tra fratelli”; un Papa armato di umiltà.
Il Pontefice non ha intrapreso questo viaggio solamente per porre un sigillo sul successo diplomatico di Cuba ma anche a visitare una Chiesa stanca ed invecchiata, dove si chiudono parrocchie e scuole. La Chiesa cattolica ha visto numerosissimi fedeli di ogni età che si sono allontanati in seguito agli scandali di abusi sessuali, all’esclusione delle donne e degli uomini sposati dal sacerdozio, al rifiuto dei rapporti omosessuali e degli anticoncezionali e al divieto di estendere la Comunione ai cattolici che hanno divorziato o si sono risposati senza ricevere l’annullamento.
Una valenza fortemente apostolica il viaggio negli Stati Uniti con molte celebrazioni liturgiche e con messaggi ai fedeli: c’è da riconquistare la fiducia di milioni di cattolici americani, e proprio sullo scandalo degli abusi sui minori da parte del clero, i discorsi del Papa sono stati assai duri; discorsi rivolti in passato in prima istanza agli Stati Uniti e questo viaggio gli servirà per confermare la sua intransigenza e il suo impegno affinché sia fatta pulizia fino in fondo.
Dal Vaticano trapela che in uno dei suoi discorsi pubblici il Papa chiederà perdono per le sofferenze provocate negli anni scorsi ai minori e alle loro famiglie. Un gesto per tentare di chiudere definitivamente un capitolo che tanto ha nuociuto alla chiesa americana lo farà sicuramente la presenza del Pontefice al Congresso. E poi ai membri del Congresso che giurano sulla Bibbia e sui cui dollari campeggia la scritta, God we trust, ma che intanto lasciano la legge americana pro aborto e ad un Obama che a 32 denti lo accoglie all’arrivo ma finanzia i commercianti di feti, il Papa parlerà di aborto. Non dimentichiamo che con la delicatezza che gli è propria già parlando al clero di Cuba, il Papa, aveva detto: “Quante religiose, e quanti religiosi, bruciano, e ripeto il verbo: bruciano, la loro vita accarezzando ‘materiale’ di scarto, accarezzando quelli che il mondo scarta, quelli che il mondo disprezza, che il mondo preferisce non ci siano; quello che il mondo oggi, con metodi di analisi nuovi che esistono, quando si prevede che può venire con una malattia degenerativa, si propone di mandarlo indietro, prima che nasca”.
Arriva Bergoglio al Congresso e sarà ancora una volta in grado di spazzare via ogni ipocrisia ovunque c’è, ogni logica politica volta a strumentalizzare la sua autorevolezza.
Il suo carisma non passerà inosservato: Francesco è così come è, senza doppiezza tra il suo dire, il fare, il mostrare, il pensare; la sua autorità e il suo carisma è tutto qui, in questo rompere gli schemi intellettuali e politici, in questa semplicità che la gente altrettanto semplice avverte subito, in questo proclamare lo scandalo del Vangelo. Poco importa se scriveremo “il Papa ha sottolineato, ha aggiunto, ha precisato, ha ammonito”: conta solo che graffierà la Storia poi dirà God bless America! Ne siamo certi.
Luisa Loredana Vercillo


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