Chiesa calabrese in festa: Mons. Morosini riceverà il “pallio” da Papa Francesco
ROMA- Sono 24, i vescovi che domani saranno dinanzi a papa Francesco per ricevere il “pallio”. Giungeranno da tutto il mondo, due gli italiani. Gli arcivescovi metropoliti nominati nell’ultimo anno, come consuetudine, domani, riceveranno il “pallio” dalle mani di papa Francesco, nella messa che il Pontefice celebrerà alle 9.30 nella basilica vaticana per la solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo.
I due metropoliti italiani che domani lo riceveranno dal Papa sono l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, e quello di Vercelli, Monsignor Marco Arnolfo. Gli altri 22 provengono da India, Costa Rica, Scozia, Brasile (2), Francia, Stati Uniti, Nigeria, Pakistan, Austria, Malawi, Madagascar, Cile, Filippine (2), Uganda, Uruguay, Tanzania, Inghilterra, Vietnam, Polonia, Indonesia. Ad altri tre arcivescovi, infine, il pallio verrà consegnato nella loro sede metropolitana, in Malawi, Myanmar e Germania.
A dare la notizia della “consegna del pallio” da parte di papa Francesco all’arcivescovo metropolitano di Reggio Calabria- Bova, Mons. Morosini, è stato don Gianni Polimeni, vicario generale, in una nota ai sacerdoti: “Carissimi, è consuetudine del Santo Padre concedere il “pallio” ai neo-eletti Arcivescovi Metropolitani, durante la messa della Solennità dei Santi Pietro e Paolo. La consegna del pallio si collega al giuramento di fedeltà al Papa e ai suoi Successori da parte dei Metropoliti, che potranno quindi indossarlo durante il loro episcopato nelle relative sedi metropolitane. Anche il nostro Arcivescovo, Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, Metropolita della nostra Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova, riceverà questo segno di comunione il 29 Giugno in San Pietro. In vista di tale evento, accompagniamo con la preghiera il nostro Arcivescovo assicurando anche noi comunione e fedeltà”.
Il pallio dal latino pallium, mantello di lana è costituito da una striscia di stoffa di lana bianca avvolta sulle spalle. Rappresenta nella forma e nella fattura, l’agnello portato sulle spalle, come simbolo del vescovo in quanto Buon Pastore (le due strisce terminali di seta nera simboleggiano gli zoccoli della pecora), e insieme l’agnello crocifisso per la salvezza dell’umanità perduta; questo spiega anche l’uso della lana e delle sei croci decorative trapassate con gli spilloni che sono simbolo dei tre chiodi della croce di Cristo. Il pallio indica il “legame” con il Papa ed esprime inoltre la potestà che, in comunione con la Chiesa di Roma, il metropolita acquista di diritto nella propria giurisdizione essendone il segno liturgico.
Alla consegna si accompagna il giuramento di fedeltà al Papa e ai suoi successori da parte dei metropoliti. Il pallio può essere indossato solo durante l’episcopato in una sede metropolitana, se l’insignito viene trasferito ad altra sede metropolitana deve ricevere nuovamente il pallio dal Pontefice.
Domani dunque, 29 Giugno nella Basilica di San Pietro, il pallio, la tradizionale striscia di stoffa di lana bianca verrà avvolta sulle spalle dei vescovi, simbolo del compito pastorale di chi lo indossa: rappresenta la pecora che il pastore porta sulle sue spalle. La lana con cui vengono tessuti i palli proviene da due agnelli allevati dai monaci trappisti dell’Abbazia delle Tre Fontane a Roma. Dal 1644 essi vengono benedetti dall’Abate Generale dei Canonici Regolari Lateranensi nella Basilia sulla Via Nomentana Complesso monumentale di Sant’Agnese fuori le mura nel giorno in cui si fa memoria della santa e cioè il 21 gennaio; vengono poi tosati il martedì santo giorno in cui la liturgia propone il profeta Isaia per il quale il Cristo è “l’agnello muto dinanzi ai tosatori” infine sono poi portati al Papa nel Palazzo Apostolico nel giorno in cui la Chiesa ricorda, il 24 Giugno, Giovanni il Battista che presentò Cristo come “l’Agnello di Dio”.
Il pallio viene tessuto e cucito dalle suore di clausura del convento romano di Santa Cecilia in Trastevere, poi così confezionati vengono conservati nella basilica di San Pietro a Roma, in una teca posta ai piedi dell’altare della confessione, vicinissima al luogo della sepoltura dell’apostolo Pietro. E nella sepoltura accompagneranno l’Arcivescovo al quale è stato “imposto” dal Papa.
Tra i due vescovi italiani, annunciavamo, che riceveranno il “pallio” Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini appartenente all’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola. Monsignor Morosini è nato a Paola nel 1945, dopo la scuola primaria entra nel 1955 nella Scuola Apostolica del Seminario di Paola per gli studi ginnasiali e liceali. Viene ordinato sacerdote il 2 agosto 1969. Svolge quindi vari incarichi come sacerdote, tra i quali quello di docente della scuola apostolica di Paola dal 1970 al 1974, vice-parroco a Lamezia Terme e insegnante di liceo fino al 1986. Dal 1994 al 2006 è superiore generale dell’Ordine dei Minimi per due mandati. È autore di numerose pubblicazioni riguardanti la spiritualità dell’ordine e la figura del suo fondatore, San Francesco di Paola. Il 20 marzo 2008 viene nominato vescovo di Locri-Gerace, succedendo a Monsignor Giancarlo Maria Bregantini. Il 13 luglio 2013 viene promosso arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, succedendo a mons. Vittorio Luigi Mondello.
Domani dalle mani di Papa Francesco riceverà il “pallio”. Grande festa per la Chiesa calabrese.
Luisa Loredana Vercillo
Commenta