Quaresima: povertà dell’uomo e ricchezza dell’Amore

ceneriLa “povertà evangelica” come stile di vita, come modello culturale a cui far riferimento per uscire da una povertà più grande di quella materiale, da una crisi ben più grande di quella economica: la crisi spirituale dell’uomo, quella “miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore”.

In tempi come quelli che stiamo vivendo, proporre come modello di vita la povertà di Cristo può apparire una sfida, quasi una provocazione. E questa provocazione l’ha lanciata Papa Francesco che nel suo Messaggio per la Quaresima 2014 ha invitato i cristiani a riflettere sulla povertà, alla luce delle parole di San Paolo: “Cristo si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà”.

Il simbolo delle ceneri, con il quale la Chiesa entra nel cammino quaresimale, è un monito a riscoprire questa dimensione della vita dell’uomo: la povertà, la fragilità umana che viene “graziata” e salvata dall’amore di Dio. E’ un tema che interessa tutti, credenti e non credenti, perché pone di fronte alla realtà della natura umana: non siamo onnipotenti, non siamo gli artefici della nostra vita e del nostro futuro, sentiamo interiormente il bisogno di un Altro che ci ami, di un Altro che ci aiuti, di un Altro che ci salvi.

Il messaggio del Papa, oltre a essere una guida spirituale per vivere il tempo quaresimale, suscita riflessioni che vanno al di là dell’ambito strettamente religioso: il Dio cristiano segue una logica diversa da quella del mondo e ci salva facendosi povero, facendosi umiliare, “un Dio che non si rivela con i mezzi della potenza e della ricchezza del mondo, ma con quelli della debolezza e della povertà”.

E’ una logica rivoluzionaria che, anche in tempi di crisi economica, stravolge un ordine di valori come quello della società di oggi che, anche a tasche vuote, ha fatto della forza, del machismo, della perfezione esteriore il “paradigma della salvezza”: anche in tempi di magra, si dice, “si salva chi ha gli amici giusti”, “si salva chi è potente”, “si salva chi si impone”. Di fronte a questo scenario, la Chiesa ripropone il messaggio della povertà di Gesù Cristo, che si manifesta “nel suo modo di amarci, nel suo farsi prossimo a noi come il Buon Samaritano che si avvicina a quell’uomo lasciato mezzo morto sul ciglio della strada, nel suo amore di compassione, di tenerezza e di condivisione.”

Per questo il Pontefice, mentre evidenzia la “miseria materiale” che colpisce un numero sempre più alto di persone, parla anche della “miseria spirituale” di chi si allontana dall’amore di Dio e pensa di potersi salvare da solo: “Se riteniamo di non aver bisogno di Dio, che in Cristo ci tende la mano perché pensiamo di bastare a noi stessi” – scrive il Papa – “ci incamminiamo su una via di fallimento. Dio è l’unico che veramente salva e libera.”.

La povertà dell’uomo e la ricchezza dell’amore di Dio sono le due realtà della Quaresima che pongono di fronte alle domande fondamentali dell’esistenza umana: cosa mi rende felice, cosa riempie la vita, cosa “sazia” il cuore. Domande che scuotono tutti gli uomini e aprono alla possibilità di una “ricchezza” che non passa, di un Amore che salva e che è per sempre.

Salvatore D’Elia

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