Lamezia Terme, sanità, De Biase: “Urgono interventi immediati, vacatio gestionale inaccettabile”

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – “Tra generale Pezzi, Scura, Cotticelli e Zuccatelli, è stato emanato il nuovo decreto Calabria. E, quindi, nell’attesa del probabile quinto Commissario Gino Strada, la Calabria sanitaria riparte? Intanto l’elenco dei debiti della cattiva gestione della sanità, i tagli alle strutture sanitarie sul territorio calabrese, l’emigrazione sanitaria, i disservizi e non ultimi i riti vudù su qualcuno, portano la Calabria a diventare si ‘rossa’, ma di vergogna“.

E’ l’amara considerazione di Salvatore De Biase, già presidente del Consiglio comunale di Lamezia Terme. “Intanto – aggiunge – l’ex commissario Scura afferma: ‘la Regione Calabria ha avuto 88 milioni di euro o anche di più, per il piano Covid. Soldi arrivati in Regione, ma non sono mai stati distribuiti alle singole Asp e singole aziende ospedaliere perché queste, non hanno mai predisposto un piano Covid, e quindi come fa Cotticelli a dire che c’è un piano operativo regionale per l’emergenza, quando non c’era neanche quello delle singole strutture?’ Sempre secondo Scura, Cotticelli spiega che ‘100 milioni di euro del 2014 sono stati inseriti nella sua relazione per far risultare la sua gestione commissariale fallimentare’.

In sintesi l’azienda Mater Domini, guidata proprio da Zuccatelli, avrebbe tirato fuori un debito risalente al 2014 e mai riportato negli anni precedenti nei bilanci delle aziende. Secondo Scura ‘i milioni sarebbero 110, ma dietro non ci sarebbe nessun tipo di complotto contro Cotticelli. I soldi si riferiscono al fallimento della Fondazione Campanella. Nei bilanci dell’Università e nei bilanci di Mater Domini sono stati inseriti dei crediti nei conti della Campanella per un totale di 100 milioni di euro. Dopo la sentenza della Cassazione, i crediti sono risultati carta straccia e quindi inesigibili. Di conseguenza è normale che questi soldi siano andati a finire nei bilanci dell’azienda universitaria’. Almeno questa sarà la verità?” “Dopo tale premessa e in attesa che si faccia chiarezza sul nuovo e mortificante commissariamento della sanità calabrese, attendiamo – prosegue De Biase – anche il nuovo governo regionale. In questo periodo, particolarmente critico, assistiamo ad una vacatio gestionale inaccettabile. Un dato è inoppugnabile: la Calabria è sempre più in emergenza sanitaria. Per tali ragioni urge: eseguire il tracciamento, facendo funzionare i centralini e l’intera organizzazione necessaria, magari anche con iniziative determinate dai Sindaci; raccogliere i tamponi, autorizzando tutti i laboratori pubblici operativi alla loro lavorazione in modo da avere le risposte necessarie in tempi brevissimi; attivare immediatamente tutte le Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) che sono state già approvate ma non sono operative, affidandone la guida a medici di opportuna esperienza.

L’effettiva attivazione delle U.S.C.A. dovrà essere effettuata sulla base di provvedimenti da adottarsi dalle Aziende Sanitarie Provinciali, in relazione all’evoluzione del bisogno assistenziale, al fine di assicurare la più efficace operatività delle stesse e la migliore allocazione delle risorse disponibili in funzione delle necessità. Per soddisfare queste esigenze è indispensabile personale e strumentazione adeguata. Le Aziende Sanitarie Provinciali, inoltre, dovrebbero provvedere alla dotazione necessaria al funzionamento delle Unità speciali e alla fornitura dei ricettari e di idonei dispositivi di protezione individuale. Bisognerebbe assumere il personale necessario attingendo prima dai concorsi già espletati, anche con rapporti di lavoro a tempo determinato di almeno un anno. Infine, urge attivare i presidi territoriali immediatamente realizzabili e i reparti Covid dotandoli di tutto quello che occorre per il loro funzionamento. Non è da escludere il ricorso all’esercito laddove le forme ordinarie non siano sufficienti. Non ci dimentichiamo che oltre al Covid esistono anche altre patologie che esigono cure immediate”.

“Le forze politiche, i sindacati e le associazioni – è l’appello finale di Salvatore De Biase – facciano fronte comune per rivendicare il fondamentale e irrinunciabile diritto alla salute dei cittadini. Non abbiamo bisogno di sterili contrapposizioni o polemiche. Per far ripartire la Calabria, occorre tempestività e concretezza”.

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