Saverio Cotticelli: “Non ero io. Non mi riconosco in quell’uomo. Stavo male. Era come se fossi un altro. Sto indagando su me stesso”
“Non ero io. Non ero io quello che ha parlato nell’intervista a Titolo Quinto! Non mi riconosco in quell’uomo. Stavo male. Era come se fossi un altro. Sto indagando su me stesso. Su cosa mi è accaduto. Nemmeno la mia famiglia mi ha riconosciuto. Sono ancora sconvolto. Sto valutando con il mio medico, sto ricostruendo quello che è accaduto il giorno dell’intervista. È tutto molto strano. Gli orari, la modalità non torna nulla”. Così, in una intervista a Luca Telese per il giornale online Tpi.it, il generale Saverio Cotticelli, ex commissario alla Sanità calabrese, torna su quanto detto domenica sera durante la sua partecipazione al programma “Non è l’Arena” e sulla vicenda che lo ha costretto alle dimissioni. Cotticelli non esclude, spiega, di essere stato drogato.
“Se sospetto di essere stato drogato? Questo non lo so – aggiunge Cotticelli – Ripeto, sto indagando: io so che dopo quell’intervista ho vomitato tutta la notte. Sono stato malissimo. La Calabria ha una terra di mezzo. Da un lato la povera gente, dall’altro il potere, in mezzo ci sono loro. La massoneria. Con i suoi riferimenti a Roma”.
Cotticelli spiega che la sua sostituzione “era già decisa. Da sei mesi. Il ministro Speranza aveva già deciso di nominare Zuccatelli. Ormai è chiaro, carte scoperte. Io dovevo essere rimosso. È semplice. La mia intervista è solo stato un pretesto”. Le motivazioni per questa sostituzione sarebbero politiche: “è di LeU, lo stesso partito di Speranza, è amico di Bersani, se ne andava in giro per la Calabria a dire che sarebbe stato nominato commissario da mesi, e come vede lo anche è diventato. Ha litigato con tutti, è in guerra con il mondo, è positivo al Covid, e dice quelle cose sul contagio”. Askanews
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