Fondazione Terina, Barbanti: “Per risolvere definitivamente i problemi della Fondazione Terina bisogna abbandonare i soliti bizantinismi”

barbantiLAMEZIA TERME (CATANZARO) – “L’ufficio complicazioni cose semplici è sempre aperto. Mi sembra che sulla Fondazione Terina si stia girando intorno al problema inseguendo soluzioni tampone, complicate, bizantine e applicate secondo degli schemi già utilizzati in passato che non hanno mai prodotto risultati positivi.

E’ oramai evidente la necessità di quel “famoso” cambio di passo di cui tutti abbiamo rilevato l’esigenza e di cui tutti parliamo. Il coraggio di affrontare questi problemi abbandonando questi schemi stantii per dare finalmente alla nostra Regione più che dei segnali di cambiamento, un vero indirizzo di ammodernamento dell’istituzione e della prospettiva di crescita e sviluppo come è nelle intenzioni, nei progetti e nelle aspettative di tutti noi, principalmente cittadini di questa Regione.

Dare una risposta precisa e significativa alla questione della Fondazione Terina ha un significato profondo di cambiamento e di speranza ai nostri concittadini. Una situazione innovativa che coniughi aspettative ed esigenze dei lavoratori, con quella di efficienza delle istituzioni compresa l’ottimizzazione delle risorse economiche.

Alla luce di alcune considerazioni penso sia opportuno pensare ad una soluzione per Terina in termini di mantenimento e sviluppo della Fondazione, risolvendo il problema occupazionale dei lavoratori attraverso il rilancio operativo della stessa, valorizzando le tante serie professionalità presenti ed utilizzando appieno la strumentazione, rara e costosa, in dotazione.

In quest’ottica il nostro impegno deve essere mirato all’ottenimento del massimo risultato possibile. A fronte di un trasferimento di risorse verso un nuovo soggetto deve attuarsi un piano di alleggerimento degli impegni di Terina favorendo il proprio Core Business, manifestando così una forte specializzazione.

Si possono migliorare i conti di Terina dandole una prospettiva futura mutuando alcuni suggerimenti che porterebbero la Regione non ad impegnare nuove risorse ma collocando spese correnti, che spesso si rivolgono a strutture fuori regione, verso la Fondazione stessa in grado di garantire i medesimi servizi ai più alti livelli di qualità.

A titolo di esempio, si potrebbe incrementare l’attività sotto forma di incentivi e finanziamenti all’agricoltura, ad esempio con la concessione di appositi voucher alle aziende di tutto il comparto agroalimentare. In questo caso la Regione potrebbe indirizzare su Terina le commesse di ricerca e analisi che invece oggi vengono assolte presso Università fuori Regione, costi che si dice siano vicini ai 3 milioni di euro. Come? La Regione Calabria nel finanziare i progetti alle imprese dell’agroalimentare potrebbe concedere questi voucher di ricerca da spendere presso la Fondazione Terina che, una volta garantito il servizio e/o completata la ricerca, incasserà dalla regione il voucher presentato dalle aziende.

In questo modo la Fondazione, alleggerita dalla questione degli immobili e di tutte le attività non prettamente di competenza, potrebbe diventare in breve tempo un’eccellenza del proprio settore, fra l’altro perfettamente inserita in un contesto funzionale di riordino territoriale che comprende le Asi e le altre strutture Regionali, disegnando competenze specifiche atte a creare veri e propri poli di sviluppo nella nostra Regione.

Con grande beneficio sull’impatto occupazionale sia esistente che, auspicabilmente, con nuove assunzioni.

Il mio è un invito alla riflessione su quanto detto e soprattutto ad avere quello scatto in avanti che appare sempre più inevitabile se si vuole effettivamente dare una prospettiva nuova ai nostri concittadini”.

Sebastiano Barbanti, Deputato Pd

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