Rimodulazione del piano di riequilibrio. Antonino Costantino replica all’assessore Puteri
LAMEZIA TERME (CZ) – “L’ultimo comunicato sottoscritto dall’assessore al Bilancio Chiara Puteri denota, rispetto alla questione della rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario, una quanto mai evidente mancanza di verità lasciata naufragare in una esposizione fasulla e confusa tipica del modus operandi di chi, ormai pateticamente ed in maniera inopportuna, preferisce quella politica di basso profilo che induce esclusivamente alla denigrazione e non alla pratica di un oculato e ragionato atto di buon governo.
Tutto ciò, ancora una volta, ad assoluto discapito dei cittadini, autentici portatori di interessi delle condizioni del loro comune nonché penalizzati, in questo contesto, dalla disinformazione amministrativa.
Entrando nel merito, non corrispondono dunque al vero tutta una serie di enunciazioni.
Prima fa tutte quella relativa all’obbligo per la nuova amministrazione di riformulare il Piano di riequilibrio pluriennale, laddove sarebbe stato invece corretto dire che la norma prevede sì la “possibilità” e non “l’obbligo” di ripresentare un nuovo Piano di riequilibrio e solo nell’ipotesi in cui vi sia l’avvicendamento di una nuova amministrazione e, sullo stesso Piano, non sia ancora intervenuto l’accoglimento o l’approvazione del Piano stesso precedentemente presentato.
Senza entrare nel merito di scelte politiche opinabili ma pur sempre legittime, certo è che ripresentare un Piano di riequilibrio (che nella formulazione originaria aveva già superato i primi due obiettivi intermedi) sarebbe quantomeno da considerare come un atto ispirato da adrenalinico azzardo!
Vorrei poi ricordare a chi scrivendo avalla incomprensibili ragioni, che le nuove regole di redazione dei bilanci introdotte dal D.lgs 118/2011 ed applicate dal 2015, oggetto della più grande riforma intervenuta negli ultimi anni, hanno come atto preliminare e principale la rielaborazione di tutti i residui del bilancio, il cui risultato finale costituisce il cosiddetto “disavanzo tecnico” che altro non è se non il raccordo tra le vecchie e le nuove regole di
imputazione delle entrate e delle spese: per Lamezia il disavanzo tecnico è pari a 41 milioni, tra l’altro perfettamente in linea con la media nazionale che è stata del 25% delle entrate finali; l’attribuire questo semplice raccordo, non si sa come, ad eredità dell’amministrazione Speranza è quanto mai singolare!
Per quanto riguarda le passività potenziali (che sarebbero appunto “potenziali”, al pari della vicenda ICOM) e i debiti fuori bilancio, è bene precisare che gli stessi erano stati già pienamente previsti, coperti e stanziati nei documenti contabili già approvati nel 2014, nonostante i considerevoli risarcimenti cui, negli anni passati, si è stati costretti a far fronte: come non ricordare le sentenze milionarie relative agli espropri degli anni ottanta, novanta e
duemila e ancora, i fondi vincolati rimasti da ricostituire, ammontanti ormai a soli 4 milioni, rispetto ai 18 milioni del 2012 e ridotti ad un quarto già al primo anno del Piano!
Come si fa, poi, a insinuare che la riscossione della TARI, sia stata rinviata di un anno, quando nel nostro comune già dall’epoca della Tarsu tale riscossione è sempre stata storicamente effettuata nell’anno successivo.
Nel delirio poi della mala fede, è quanto mai infantile lasciar credere che il Ministero abbia rispedito il Piano al mittente quando, al contrario, aveva normalmente avviato la prevista e rituale fase di istruttoria interlocutoria con l’ente comunale. C’è da sperare solo che nella attuale nuova rimodulazione, il Ministero chieda di completare il nuovo Piano approvato nonostante tutte le palesi mancanze e omissioni che oggi lo caratterizzano.
Consiglio, infine, per i prossimi comunicati alcune letture: la sentenza delle sezioni riunite della corte dei conti di Roma e ancor più il consuntivo 2014, con cui si lascia in eredità un avanzo di amministrazione di 3,6 milioni ed una cassa di 2,2 milioni, 100 milioni di riscossioni e 111 milioni di pagamenti complessivi, patto di stabilità sempre rispettato ed una spesa per il personale sempre al di sotto dei vincoli imposti dalla finanza pubblica.
Alla luce di quanto fino ad ora chiarito verrebbe altresì da suggerire all’assessore Puteri che nell’amministrare le attività di bilancio comunale non necessariamente si ha a che fare con pratiche inevitabilmente fallimentari e che laddove un “fallimento” dovesse essere paventato sarebbe cosa non da “curare” e accompagnare ma da evitare, scongiurare e risparmiare ai cittadini così come fino ad oggi è stato fatto”.
Dott. Antonino Costantino, già Assessore al Bilancio Comune Lamezia
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