Teresa Benincasa: “Sant’Eufemia un treno carico di attese mancate”
LAMEZIA TERME (CZ) – Qualche “storta sillaba e secca come un ramo” non e’ la risposta giusta. Gli interventi che domandano la formula che possa fare emergere Sant’Eufemia dalla marginalità a cui è relegata richiedono una presa di coscienza che punti oltre la facile-denuncia che non cura che “la canicola stampa sopra uno scalcinato muro!”
Da simbolo della memoria per la sede ferroviaria che ha dato lavoro e centralità anche ai due comuni che insieme costituiscono la città di Lamezia, la storica Locomotiva e’ divenuta il simbolo di degrado, a sua volta determinato da un capovolgimento storico dell’orizzonte amministrativo: a prevalere e’ la forza meccanica che schiaccia il desiderio di progresso civile dell’umanità. A Sant’Eufemia, il convincimento di essere vittima dell’unione dei comuni trova facile-ragione in tutte le situazioni che come nel caso della zona Locomotiva registrano abbandono. E sono purtroppo gravi non solo perché numerosi, ma perché riguardano la mancata realizzazione di interventi che avrebbero dato lustro e opportunità all’intero circondario lametino. Tralasciando il capitolo area industriale, clamorosa e’ la vicenda della strada di collegamento al mare, unica possibilità “interrotta” di espansione e sviluppo di un territorio vincolato tra aeroporto, ferrovia e autostrada. Stridente e’ la mancata valorizzazione del piazzale della Stazione dove i viaggiatori sono costretti a tirarsi il bagaglio tra marciapiedi rotti e buste della spazzatura e ammirare la molteplicità dei bus granturismo a cui non è’ stata assegnata nessuna area di servizio obbligando i passeggeri ad attendere per strada con valigie e accompagnatori dallo sguardo smarrito, senza cenno di strisce pedonali. Eppure la gran fretta ad approvare in Consiglio la convenzione con la Cissel proprietaria di mezzo mondo sopravvissuto alla chiusura dello Zuccherificio aveva uno scopo di utilità pubblica. Così i fondi vincolati per realizzare un collegamento diretto con l’aeroporto avevano il senso di dare un volto moderno ed efficiente ad una Sant’Eufemia che sostanzia tanti attributi alla città di Lamezia.
E poi i giovani, privati speriamo ancora per poco, di uno spazio laico in cui fare aggregazione e costruire libere iniziative. La scuola, privata dalla possibilità di espansione necessaria ad accogliere le crescenti e provvidenziali iscrizioni. Su questi fronti, tutti aperti, sono in corso interventi importanti per cambiare il percorso sbagliato. Ma bisogna fare presto. Ho riscontrato una fattiva sensibilità da parte di colleghi consiglieri, in particolare di Emilio Vescio, dell’assessore Rosario Piccioni e una leale collaborazione del dirigente Manuela Pulella. Ma, il tempo e’ una variabile che favorisce lo sciacallaggio politico. Il problema non è’ se questo e’ il tempo della politica degli urlatori che si appropriano dei meriti altrui di sollecitazione e impegno. Il problema e’ usare il tempo che ci è dato in modo onesto evitando quel senso di frustrazione che richiama alla politica impulsi sbagliati. Ritengo sia un valore da garantire nel tempo la lezione di civiltà offerta nei giorni scorsi dagli ospiti del Centro di accoglienza, Malgrado Tutto, armati di pale e rastrelli. Aitanti e gioiosi ci hanno fatto sapere di vivere nella condizione in cui noi residenti di Sant’Eufemia siamo: “Codesto solo oggi possiamo dirti/ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”. Non siamo marginali e non vogliamo che regna il degrado.
Teresa Benincasa, Consigliere Comunale
Commenta