Il consiglio dice no alla chiusura del carcere: “Trasferire a Lamezia provveditorato regionale”

consiglio_comunale_carcereLAMEZIA TERME (CZ) – No alla chiusura del carcere di Lamezia che ha tutti i presupposti per il mantenimento. Il Sindaco si impegni a chiedere al Ministero della Giustizia di non firmare il decreto di chiusura e di trasferire a Lamezia il provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria: se verrà chiusa la casa circondariale, sarà collocato nella struttura dell’ex convento di San Francesco; se sarà scongiurata la chiusura, il comune troverà un’altra collocazione.E’ quanto prevede l’ordine del giorno firmato da tutti i capigruppo e approvato all’unanimità dal consiglio comunale di questa mattina con primo punto all’ordine del giorno la discussione sulla possibile chiusura del carcere lametino. L’ordine del giorno, inizialmente presentato da Francesco Grandinetti, è stato poi condiviso con tutti i capigruppo, ad eccezione di Forza Italia e Nuovo centrodestra oggi assenti.

“Lamezia non può restare senza niente”. Al consiglio comunale, il Sindaco Gianni Speranza ribadisce la posizione espressa nei giorni scorsi prima al provveditore regionale Acerra e ieri al sottosegretario alla giustizia Ferri: si a un eventuale trasferimento del provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria ma non si può pensare a chiudere la casa circondariale di Lamezia Terme a botta di decreto, come si è voluto fare con l’azione di venerdì scorso (il trasferimento dei detenuti) che per Speranza è stato “un blitz inaccettabile”

Il Sindaco spiega che il progetto di trasferire nella struttura lametina il provveditorato regionale provenga direttamente dell’amministrazione penitenziaria, posizione come ribadita nei giorni scorsi dal provveditore Salvatore Acerra, in quanto “ciò comporterebbe un risparmio notevole visto che per la struttura attuale viene pagato un affitto oneroso”. Sì dal primo cittadino, dunque, al trasferimento del provveditorato regionale a Lamezia e alla realizzazione all’interno della struttura di una base logistica per la polizia penitenziaria

Speranza ribadisce, come riferito ieri al sottosegretario Ferri, di voler mettere a disposizione diversi terreni di proprietà comunale per la costruzione di una nuova casa circondariale e che “anche se nei prossimi mesi si costruirà un nuovo padiglione a Siano per ospitare 350 detenuti, il carcere di Lamezia può avere una funzione importante, può prestarsi a usi diversi e diversificati”.

L’appello a non chiudere il carcere lametino al consiglio comunale viene anche dall’esponente della segreteria regionale del Sappe Francesco Ciccone che ricostruisce i passaggi che hanno portato al “blitz” di venerdì scorso spiegando che “la chiusura del carcere di Lamezia è stata funzionale a trasferire il personale e consentire quindi l’apertura del nuovo padiglione a Siano”. E chiede di mobilitarsi perché il Ministro non firmi il decreto di chiusura.

Di “ennesimo scippo nei confronti della città” parla Francesco Grandinetti per il quale “il trasferimento del provveditorato regionale a Lamezia è un atto dovuto” e risponde al presidente del consiglio comunale di Catanzaro Cardamone domandando “perché Lamezia può essere abituata agli scippi e non si può nemmeno pensare di trasferire una struttura da Catanzaro”. Si a un ordine del giorno di tutto il consiglio comunale da parte di Vittorio Paola che vede nell’ipotesi di chiusura del carcere “un’anticamera di ulteriori chiusure per la nostra città, a cominciare dal tribunale”. Favorevole a mettere a disposizione di un ipotetico nuovo carcere l’area di Località Bagni, Teresa Benincasa, che lancia l’allarme su altre strutture lametine che rischiano di essere accentrate per effetto della spending review, come l’archivio storico. “E’ una scelta di risparmio o si vuole penalizzare la città” si domanda Mariolina Tropea che invita tutta la politica lametina a muoversi contro la chiusura della struttura penitenziaria. Nota polemica del presidente del consiglio comunale Francesco Muraca per il quale “il presidente del consiglio comunale di Catanzaro avrebbe fatto meglio a fare silenzio sullo spostamento del provveditorato regionale in quanto il presidente del consiglio è una figura istituzionale”.

Salvatore D’Elia

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