Vacantiandu. Storie di guerra e umanità nello spettacolo “I giusti nel tempo del male” della compagnia marchigiana CLAET al Gran Premio Teatro Amatoriale Italiano

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – La V edizione del Gran Premio Teatro Amatoriale Italiano apre il nuovo anno con la Compagnia C.L.A.E.T. di Ancona (Marche) che ha portato in scena, al Teatro Comunale Grandinetti di Lamezia Terme lo spettacolo I giusti nel tempo del male. Storie di eroismo, coraggio e umanità di Svetlana Broz, regia di Diego Ciarloni.

La manifestazione, organizzata a livello nazionale dalla Federazione Italiana Teatro Amatori (FITA) e ospitata per la prima volta in Calabria, è inserita nella rassegna teatrale Vacantiandu 2019.2020 con la direzione artistica di Diego Ruiz e Nico Morelli e la direzione amministrativa di Walter Vasta.

I giusti nel tempo del male è un esempio di teatro civile a forte impatto emotivo. Lo spettacolo è tratto dall’omonima opera di Svetlana Broz, nipote del maresciallo Tito, la quale ha girato gli ospedali della Bosnia come medico cardiologo per portare soccorso alle vittime della guerra nella ex Jugoslavia, il più lungo assedio dell’era moderna: 1427 giorni, dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996. Le numerose testimonianze raccolte dalla Broz su episodi di aiuto trasversali rispetto alle diverse etnie in conflitto sono, poi, diventate un libro di alto valore storico e morale.

In una scena nuda perimetrata dalle quinte nere e occupata solo da due grandi maschere/poltrone bianche, funzionali allo svolgimento scenico, Angela Ursi, Simona Paolella e Diego Ciarloni hanno dato corpo e voce a quelle donne e a quegli uomini le cui vicende umane non possono trovare spazio nei racconti dei cronisti di guerra se non come numeri che vanno ad ingrossare la lista delle vittime. Quattro storie di violenza e di “ordinaria” umanità tra etnie differenti che per anni hanno convissuto pacificamente. Un autista di autobus, cristiano serbo, che porta in salvo donne e bambini musulmani rifiutandosi di farli scendere e di consegnarli all’esercito serbo. Una donna serba che, grazie ad un sconosciuto, riesce ad arrivare a Zenica per riprendere il figlio quindicenne. Un medico musulmano della città di Mostar che, durante le “pulizie etniche” riesce, con l’aiuto del suo fraterno amico, un croato cattolico, a raggiungere l’ospedale e prendere un’ambulanza per portare in salvo la moglie e la figlia. Una famiglia serba di otto persone che, grazie ad una conoscente musulmana, la quale fornisce loro dei documenti falsi, riesce a fuggire e a salvarsi.

Guerra etnica o guerra di religione, crisi economica, secessionismo o divisione, rigurgiti nazionalistici? Al di là di qualsivoglia pretesto o motivazione, un conflitto apre sempre voragini profonde in cui finiscono le vite delle persone e le prime vittime sono sempre la verità e gli innocenti. Ma cosa spinge l’uomo a comportamenti disumani? E può sopravvivere la vita dentro la guerra? Sì, perché è proprio la “vita dentro la guerra” ad emergere da questo emozionante affresco di tenebra e di luce che unisce vicende di atroce violenza a momenti di altissima umanità grazie ai “giusti”, persone che – mettendo a repentaglio la propria incolumità – hanno “scelto” di salvare altre persone a prescindere dalla loro etnia o religione.

Nel video-promo dello spettacolo una voce dice “Non verrete a teatro per passatempo, per divertimento o solamente a cercare emozioni. Verrete a teatro per conoscere, per riflettere e per ricordare ma soprattutto verrete a teatro per interrogare la vostra coscienza.”

E lo spettacolo è, in effetti, uno spettacolo duro, drammatico, capace di creare tensione e di esercitare una forte presa emotiva sul pubblico perché è un invito alla responsabilità personale, una esaltazione dell’importanza del coraggio civile come scelta di vita.

La Compagnia C.L.A.E.T. con I giusti nel tempo del male rappresenta le Marche, quinta tra le 14 regioni italiane selezionate a partecipare alla V edizione del Gran Premio del Teatro Amatoriale Italiano.

Nato nel 1987 a Palombina Nuova, frazione della città di Ancona, per iniziativa di Andrea Pavani e Pierpaolo Renzi, il C.L.A.E.T. (Centro Lettura e Attività Espressive Teatrali), nel corso della sua lunga e intensa attività teatrale, ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti e annovera in repertorio spettacoli di vario genere di autori sia italiani (L. Malerba, T. Guerra, A. Longoni, S. Benni) sia stranieri (H. Bazin, J. Tardieu, E. Ionesco a Longoni, Reginald Rose, Anat Gov) con testi alquanto insoliti per una compagnia amatoriale che, tradizionalmente, preferisce attingere ad un repertorio drammaturgico più rassicurante e meno sperimentale.

Lo spettacolo è stato valutato da una giuria composta da sette giurati con competenze specifiche a diverso titolo nel settore i quali, nel Gran Galà finale del 29 marzo 2020, assegneranno 8 premi: Miglior spettacolo, Miglior attore/attrice protagonista, Miglior attore/attrice non protagonista, Miglior allestimento, Miglior testo e Miglior regia.

Al termine della rappresentazione, il consueto omaggio della tradizionale maschera, simbolo della rassegna Vacantiandu, ideata dal graphic designer Alessandro Cavaliere e realizzata dal maestro Raffaele Fresca, che il direttore artistico Nico Morelli e il direttore amministrativo Walter Vasta hanno consegnato a Diego Ciarloni.

Commenta