#IO LEGGO PERCHE’ 2018: “La letteratura del lametino” presentata all’Einaudi
LAMEZIA TERME (CATANZARO) – La fascinazione della parola declamata si manifesta all’improvviso. Il tempo diventa sospeso. Una piccola magia quotidiana, in questi tempi dove il chiacchiericcio è sempre un sottofondo. I versi sono quelli di Domenico Vono, poeta dialettale di Curinga, che nelle sue liriche mette in gioco i suoi sentimenti e fa diventare i concetti immagini poetiche. E proprie queste immagini rapiscono le ragazze e i ragazzi dell’IPSSAR “L.Einaudi” di Lamezia Terme.
A leggere i versi del poeta/sarto è il prof. Italo Leone, docente di lettere di lungo corso che, fortunatamente, non ha perso il gusto e il privilegio di stare in mezzo ai ragazzi. Leone è “uomo di scuola” e si vede. Da qualche anno è anche presidente dell’UNITER – l’Università della terza età e del tempo libero di Lamezia Terme – che da anni organizza sul territorio momenti di studio e riflessione su tematiche culturali di ampio respiro. L’occasione dell’incontro all’Einaudi è fornita dalla manifestazione # IO LEGGO PERCHE’ che, dal 20 al 28 ottobre, promuove giornate di lettura nelle scuole, attraverso la collaborazione del Sistema Bibliotecario Lametino.
Il prof. Leone, dopo la presentazione di Giovanni Orlando Muraca docente dell’IPSSAR , ha parlato del suo lavoro antologico, Cultura e letteratura nel Lametino, edito in due volumi dalla Casa editrice Grafichè, rappresentata da Nella Fragale, titolare della storica tipografia lametina.
L’antologia parte da lontano: da Bartolomeo da Neocastro vissuto nella prima metà del XIII sec., fino ad arrivare agli scrittori contemporanei. Si parla di Tommaso Campanella e dei suoi rapporti con la città di Nicastro, per passare a Pietro Ardito, a Michele Pane, a quel “cuore troppo cantastorie” di Costabile tanto caro ad Ungaretti, a Salvatore Borrelli il poeta/cantautore del quotidiano, a Vittorio Butera, al minimalismo di Antonio Iacopetta, solo per citarne alcuni in una raccolta di circa cento autori che, inevitabilmente, mette assieme storie, stili e valori artistici a volte diversissimi.
È proprio la lettura della poesia di Vittorio Butera, ‘A licerta e ru curzune, dà modo di affrontare con i ragazzi la complessità semantica dei vari dialetti, o sarebbe meglio parlare di lingue, calabresi. Lingue dense, musicali, che non danno, in alcuni casi, nessun margine alla traducibilità se non cadendo nell’eufemismo.
L’incontro si è concluso ricordando una poetessa o sarebbe meglio dire una “donna” poetessa: Pina Majone Mauro, riconosciuta per le sue liriche molto oltre i confini regionali. Una poesia civile la sua. Una poesia militante per molti versi. Una poesia fatta di partenze e da ritorni. Una poesia che tocca molte sponde di questo infiammato Mediterraneo. Una poesia che ha come faro la tensione alla LIBERTA’.
E questa, forse, è la traccia dell’incontro.
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