Il lametino Francesco Antonio Caporale tra gli artisti della mostra “Sculture da viaggio Omaggio a Bruno Munari”

Con un’opera ispirata al personaggio di Pinocchio, il noto artista lametino Francesco Antonio Caporale è tra i partecipanti alla Mostra “Sculture da viaggio Omaggio a Bruno Munari”, visitabile fino al 15 novembre presso il Museo Regionale Interdisciplinare di Caltanissetta, diretto da Crisostomo Nucera. “Fiabe interrotte-Occhio Pin’occhio Occhio” il titolo dell’opera realizzata da Caporale per reinventare le “sculture da viaggio”, originali creazioni di Munari, artista, designer e scrittore italiano del quale ricorrono i 110 anni della nascita.
Carta applicata su multistrato per un’opera in forma di scultura, la creazione di Caporale, che raffigura scene della celebre favola, sottendendone diverse metafore. Il soggetto fa parte di un più ampio lavoro dell’artista intitolato “Fiabe interrotte”.
L’evento espositivo in ricordo dell’eclettica figura di Bruno Munari è a cura di Calogero Barba ed è realizzato in collaborazione con l’associazione culturale Qal’ At Arte Contemporanea e l’Archivio di Comunicazione Visiva e Libri d’Artista. Gode inoltre del patrocinio dell’Amaci per l’apertura in occasione della Giornata del Contemporaneo.
Un’attività creativa intensa quella di Munari, dedicata soprattutto alla sperimentazione. Notevoli i suoi contributi nei campi della pittura, della scultura, della grafica, del disegno industriale, della cinematografia, ma anche della scrittura, della poesia, della didattica.
La sua continua ricerca, le infinite declinazioni della sua creatività attraverso il gioco e un’accesa fantasia, lo hanno portato a rivolgere particolare attenzione al mondo dell’infanzia. Ha progettato libri, libri-oggetti, giochi. Il senso ludico racchiuso nella sua arte fa sì che quest’ultima ne acquisti in leggerezza e, nel contempo, apra maggiore spazio alla riflessione sul suo valore sociale.
Temi che si riflettono in quei primi esemplari di “sculture pieghevoli” concepite e realizzate nei primi anni ’50, fino ad arrivare a quelle del ’58 , “sculture da viaggio” in carta.
Nate come un gioco, queste piccole creazioni si caricano di significato perché ricordano il senso reale del viaggio. Elementi trasportabili, da poter mettere in valigia per avere sempre con sé parte del proprio mondo culturale, del proprio vissuto.
Sessantasei le opere realizzate dagli artisti chiamati a rielaborare l’idea di Munari. Tante reinterpretazioni in svariate forme e colori, della “scultura leggera”, intesa come lavoro e gioco, fruibile in qualsiasi spazio scelto per la sua installazione.
Caporale ha aderito all’iniziativa dedicata a questo insigne protagonista delle avanguardie storiche del novecento, cogliendone il pensiero laddove la concezione dell’arte fonde l’attività creativa e manipolativa dei materiali con la poetica del mondo dei bambini.

Elisabetta Mercuri

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