Sebastiano Lo Monaco interpreta l’ULISSE in scena al Teatro Grandinetti per la stagione A.M.A. Calabria

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Venerdì 17 marzo alle ore 20,45 nuovo super evento nella grande stagione teatrale AMA Calabria al Teatro Grandinetti promossa con la collaborazione del Comune di Lamezia Terme con la presenza di uno dei più noti e amati attori italiani: Sebastiano Lo Monaco una delle personalità maggiormente apprezzata dal pubblico della stagione che ha avuto spesso modo di applaudirne le ben note qualità artistiche.

A Lamezia Terme presenta Il mio nome è nessuno L’Ulisse
 di Valerio Massimo Manfredi
 con adattamento e drammaturgia testo di Francesco Niccolini. Affiancano Sebastiano Lo Monaco che interpreta Ulisse, Maria Rosaria Carli che vestirà i panni del pastore, Athena, di Penelope a vent’anni, di Elena, la voce di Patroclo e di Penelope a quarant’anni, Turi Moricca
 nelle vesti di Laerte, Achille, Telemaco
, Carlo Calderone in Aiace, Menelao, Antinoo. Importante anche la presenza dell’Orchestra “Sax in Progress” del Conservatorio Perosi di Campobasso. La regia dello spettacolo è di Alessio Pizzech, le scene di Antonio Panzuto, i costumi di Cristina Da Rold, le musiche originali Dario Arcidiacono – Davide Summaria e le luci di Nevio Cavina.

Valerio Massimo Manfredi – scrittore, archeologo, topografo del mondo antico di fama internazionale – ha dedicato due romanzi a Ulisse: il primo racconta le gesta dell’eroe di Itaca dall’infanzia di Odysseo fino alla distruzione di Troia. Il secondo dalla partenza da Ilio dopo la fine tragica e vittoriosa della lunga guerra, fino all’arrivo a Itaca, dieci anni dopo, con la sanguinosa vendetta contro i principi che insidiano Penelope e occupano il suo palazzo.
È una materia così intensa, poetica, tragica e intrisa di sangue e dolore che invece di dar segni di invecchiamento, trova nuova linfa, dubbi e vigore nella prosa di Manfredi, che il regista Alessio Pizzech e il drammaturgo Francesco Niccolini (che già hanno lavorato insieme a Sebastiano Lo Monaco nel fortunatissimo “Dopo il silenzio”) hanno trasformato in materia teatrale: un lungo viaggio tra poesia, disperazione ed erotismo per attraversare la vita di un uomo, anche se quest’uomo ama farsi chiamare Nessuno. Questo Ulisse non procede in linea retta: la sua strada è lunga e contorta, riparte dal suo ritorno a Itaca, dal primo incontro con Telemaco suo figlio. È a lui che racconterà – prima della grande vendetta – dieci anni di guerra e dieci di faticosissimo ritorno verso casa: come un reduce di guerra, l’ennesima guerra stupida inutile e aberrante del nostro mondo.

Sebastiano Lo Monaco, con tutta la sua maestria e passione, dialoga con i molti fantasmi di questa storia, in particolare le donne e gli eroi che Odysseo ha incontrato sulla sua faticosissima strada. Perché molte sono le donne che ne hanno turbato la vita: Elena per prima, quindi Penelope, e poi Circe, Calypso, Nausicaa, Athena. Così come molti sono gli uomini che mai potrà dimenticare, uomini valorosi e disperati, consapevoli del loro destino di morte: Menelao, Aiace e, su tutti, Achille con l’amato Patroclo. Il risultato sarà una lunga, intensissima narrazione con una voce principe, quella di Sebastiano Lo Monaco, e intorno tutti quei demoni – divinità, mostri, nemici, eroi,vivi e morti, più tutti i ricordi – che ne hanno costellato il viaggio sterminato, descrivendone il destino immortale.
Una sinfonia dunque, un canto ricco di poesia, che – pur nel rispetto della tradizione aedica – troverà una forma drammaturgica originale, sorprendente, perché non sarà il furbo Ulisse senza limiti ad apparire allo spettatore, ma un uomo ancora più moderno, sopravvissuto a una guerra dove ha conosciuto la paura e l’orrore, provato da dieci anni di morte e naufragi, mancati ritorni e misteriosi sussurri del desiderio. È evidente che in un contesto del genere, per Sebastiano Lo Monaco, nato a Floridia (Siracusa), è stato come rispondere a un richiamo: cresciuto e formatosi tra classicità ellenica e romana, perdutamente innamorato di Omero e dell’epica classica, si trova nella condizione ideale per affrontare Ulisse e il poema della sua vita, costruendo un grande cunto per il pubblico del teatro.

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