Roberto Giacobbo apre “A spasso con le idee” davanti a un vastissimo pubblico: “il successo di un format televisivo che suscita domande”

imageLAMEZIA TERME (CZ) – Come si realizza un format televisivo di successo? Lo si fa mettendo insieme la bellezza del contenitore con la ricchezza dei contenuti, la cura artistica di musica, colori, scenografia con la trasmissione del sapere, del desiderio di andare ad approfondire, di continuare a ricercare.

Fascino è una delle parole chiavi del giornalista Roberto Giacobbo che ha aperto la rassegna “A spasso delle idee” promossa dal Consiglio Regionale della Calabria e diretta da Raffaele Gaetano.
Dalla Piramide di Cheope ad Atlantide, passando per la Cattedrale di Rennes Le Chateau, Giacobbo, incalzato da Gaetano, ha svelato al pubblico lametino i segreti di format di successo come Mistero, La Macchina del Tempo e soprattutto Voyager “un programma in grado di abbassare di 7 punti la media anagrafica del pubblico Rai”. Un format, quello della seconda rete Rai, che nasce dalla combinazione di due prodotti televisivi a firma Giacobbo, Mistero e La Macchina del Tempo, e che secondo l’autore televisivo “ha avuto successo per la sua capacità di mettere insieme la scienza con il mistero, la lezione cattedratica con il fascino di interrogarsi su ciò che potrebbe essere”.
E “domande” è la seconda parola chiave dell’autore televisivo che si autodefinisce “una cintura nera di domande”, un professionista che, portando la maieutica socratica sugli schermi televisivi, ha provato a rompere gli schemi della divulgazione televisiva tradizionale per “dare vita a programmi in cui non do risposte ma faccio domande, suscito il desiderio di andare ad approfondire su un libro ciò che la televisione non può dare”. E’ così che argomenti “tecnici” arrivano al largo pubblico, in particolare ai giovani, che “rischiano di innamorarsi di contenitori televisivi belli ma vuoti”. Ci si può appassionare al sapere ma “la passione per la materia può trasmetterla solo chi la racconta e come la racconta: è così che il sapere non rimane per pochi ma si apre a tutti”.
E dalla piramide di Cheope al presente, per il vice direttore di Rai2 il passo è breve. Per questo, rispondendo alle domande degli studenti, Giacobbe con verve umoristica ha dato qualche suggerimento per non lasciarsi ingannare dalla storia “romanzata” fatta passare per vera, dalle insidie della conoscenza veicolata dal web, dalla digitalizzazione “rischiosa” perché “l’unico modo per conservare qualcosa è quello di scriverla su carta o inciderla su pietra, altrimenti si rischia con l’avvento di nuovi metodi di perdere tutto”.
Quasi a voler sfidare l’imitazione “crozziana”, Roberto Giacobbo ha incantato il pubblico lametino parlando suo argomento cult: i templari, tema che il conduttore televisivo snocciola con la stessa naturalezza con cui si parla di fatti della vita quotidiana, passando dai misteri oscuri del Graal a Cristoforo Colombo che – per chi non lo sapesse – aveva lo stemma dei templari su una delle tre caravelle che approdarono in America seguendo proprio una mappa dei Templari. E naturalmente aveva un suocero dal cognome poco noto all’ambiente: Sinclair.
Un mistero dopo mistero, domanda dopo domanda, nella chiacchierata con Roberto Giacobbo, che rimanda la risposta.. a dopo la pubblicità.

Salvatore D’Elia

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