Passione, amore, odio, nostalgia: al Sabato del Villaggio Umberto Broccoli
Passione, odio e amore, nostalgia e amicizia sono solo alcuni dei temi affrontati stasera dal direttore artistico de “Il Sabato del Villaggio” Raffaele Gaetano con il suo ospite Umberto Broccoli.Nella splendida cornice dell’Autoionà Volkswagen di Lamezia l’archeologo, intellettuale, autore radiofonico e televisivo di grande successo ha presentato, infatti, il suo libro “Luoghi Comuni” edito da Rizzoli,
col quale, nel suo viaggio alla scoperta delle molteplici sfumature delle passioni, dall’odio all’amore, la gelosia, l’amicizia, la nostalgia l’autore vuol dimostrare che il tempo passa, le civiltà si evolvono o tramontano, la tecnologia si sviluppa velocemente mentre la natura umana rimane immutabile.
E allora l’ex Sovrintendente ai beni culturali di Roma, che ricoprendo tale ruolo si è guadagnato molte critiche per la sua idea di connubio tra bene culturale pubblico e iniziativa privata, proprio raccontando di questo, ha iniziato parlando della passione. Il conduttore del programma radiofonico “Con parole mie” e “In Europa” ha spiegato come, secondo lui, “non esiste vita senza passione, finita la passione è finita la vita”. Evidenziando come la passione lo abbia portato ad essere trasgressivo, ha raccontato di quando Sorrentino de “La Grande Bellezza” andò da lui, in quanto sovrintendente, dicendogli che voleva fare un film in cui “Roma fosse strepitosamente bella ma brutta al tempo stesso e aveva bisogno di combattere la burocrazia che impone vincoli e controvincoli: il mio ufficio disse di sì e aprì Roma: tutti i palazzi, le fontane, di notte, di mattina”. Ecco: “bene culturale pubblico e iniziativa privata connubio fondamentale, non si può prescindere da questo. In questa iniziativa ho calato la passione coniugando il pubblico al privato attirandomi le critiche dei tanti”.
Insomma, spiega Broccoli, “la passione è maieutica e va fatta crescere”. Lo fanno in America, lo fanno in Francia, perchè non farlo qui da noi: “gli italiani arroganti e conservatori sanno puntare solo il dito”.
Nel suo libro ci sono i contributi dei cantanti Franco Battiato e Claudio Baglioni. In particolare Battiato ha sottolineato come è possibile coniugare la poesia antica con i cantautori moderni. “I cantanti pescano lì – ha stigmatizzato Broccoli – Catullo non è molto diverso da Battiato”.
E dopo un piccolo accenno all’amicizia “l’amico è uno, gli altri sono tutti convenienza, il mio si chiama Claudio e fa il primario a Cassino” si è ampiamente dedicato al tema dell’amore.
Partendo dal presupposto che i desideri non invecchiano con l’età ha raccontato di vari personaggi e di storie quasi incredibili il cui protagonista è un amore forte, a qualunque costo. Citando Ausonio: “viviamo moglie mia come una volta, io il tuo ragazzo tu la mia fanciulla. Godiamoci gli anni e non contiamoli” anziano lui e anziana lei si amano ancora come il primo giorno e si corteggiano.
Dalla conversazione è emerso un fatto curioso: il libro è stato scritto di notte a Recanati, nelle Marche. Raffaele Gaetano, esperto studioso di Giacomo Leopardi non ha potuto fare a meno di sottolinearlo. “Leopardi – ha detto – viveva di notte e dormiva di giorno”.
A questo punto Umberto Broccoli ha aperto una parentesi ed è tornato coi ricordi ai tempi degli esami universitari e all’inizio della sua carriera come docente. Per una particolare circostanza, ha raccontato l’autore, “mi sono trovato a studiare Leopardi”. Tra il serio e il faceto (?), chi può dirlo, ha analizzato L’infinito svelando quella che è la sua conclusione: “che ci faceva Leopardi dietro quella siepe?”. Insomma secondo lui quella poesia è stata scritta in un momento di autoerotismo. La cosa ha divertito parecchio il pubblico e forse un po meno il padrone di casa Gaetano il quale è voluto subito ritornare sul libro invitando il Broccoli a parlare dell’odio.
“Bisogna centellinare l’odio – ha detto – va usato bene e con le persone giuste. L’odio è qualcosa di forte che deve essere usato a ragion veduta. È parente dell’amore e citando Catullo “Ti odio e ti amo. Come possa fare ciò, forse ti chiedi. Non lo so, ma sento che così avviene e me ne tormento” ha raccontato un po’, in maniera quasi ironica e spettacolarizzando la storia, facendo divertire il pubblico, l’amore tormentato di Catullo per Lesbia.
Infine la nostalgia, e qui Broccoli per parlarne si è “fatto aiutare” da Marcel Proust con la sua “Alla ricerca del tempo perduto”. L’odore della madeline intinta nel thè riporta alla mente vecchi ricordi. E allora – ha detto Broccoli – i ricordi arrivano da soli, straordinario il potere evocativo che può avere un sapore, un colore, un odore: queste sono le àncore dei nostri ricordi”.
Alla conclusione Raffaele Gaetano, dopo aver ringraziato il suo ospite e i padroni di casa, la famiglia Ionà, ha annunciato il prossimo appuntamento con il giornalista Gian Antonio Stella l’11 aprile.
Non si conosce ancora la location e incuriositi abbiamo avvicinato il direttore artistico il quale ci ha manifestato il suo rammarico per non aver ricevuto alcun aiuto dal comune di Lamezia: “Viviamo in una realtà molto difficile dal punto di vista dell’imprenditoria e dove è fondamentale l’apporto del pubblico. Non siamo nè a Roma nè a Milano. Nonostante questa difficoltà e paradossalmente, il privato quest’anno ci sta venendo incontro. E noi questa rassegna possiamo realizzarla soltanto grazie alle aziende che ci stanno sostenendo. L’amministrazione comunale manifesta disinteresse per quella che è l’unica rassegna di successo a Lamezia”.
Candida Maione
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