“Condivisi” ha aperto le porte di Palazzo Nicotera nel weekend: “Si può fare cultura con budget ridotti”

mostra_condivisi2LAMEZIA TERME (CZ) – “Aprire le porte di Palazzo Nicotera sabato e domenica e farlo organizzandosi “dal basso”, mettendo insieme idee e risorse, è un bel segnale che abbiamo voluto dare per mostrare che se si vuole si può fare cultura anche con budget ridotti, purché alla base ci sia il desiderio disinteressato di fare qualcosa di positivo per la città”. Così l’associazione culturale InOper@ commenta la riuscita della rassegna “Condivisi”, patrocinata dal Comune di Lamezia Terme, che sabato 15 e domenica 16 marzo ha portato a Palazzo Nicotera numerosi visitatori, attirati da un ricco parterre di espressioni artistiche locali: dagli abiti di alta moda firmati Elena Vera Stella e impreziositi dai bijoux di Sabrina Canzoniere, alle opere d’arte di Figulus, Riccardo Tropea e Fernando Cimorelli, agli scatti dei fotoamatori Damiano Cerra, Riccardo Altieri, Antonio Renda, Franz Mazza e della community Igerslameziaterme.

“Mettersi in gioco per animare la vita sociale e culturale della città è una sfida di democrazia e di senso civico, che inverte la logica per cui sono sempre gli altri a dover fare e non noi in prima persona”, aggiunge l’associazione che ringrazia gli uffici comunali e il personale per la disponibilità e la collaborazione nella fase di organizzazione e nella due giorni della rassegna.

La maschera e le maschere della vita quotidiana, le tante “facce” della personalità di ognuno di noi come risorse da esprimere attraverso l’arte e la creatività: questo il filo conduttore del percorso che dall’ingresso di Palazzo Nicotera ha condotto il visitatore alle sale affrescate, ammirando le creazioni degli artisti che hanno raccontato il loro modo di vedere le proprie maschere e le maschere degli altri.

mostra_condivisi1Per Elena Vera Stella, ideatrice della rassegna, “la moda va sfruttata per esprimere se stessi e comunicare quell’Io che spesso si vuole nascondere dietro una maschera”: su questa filosofia nascono così gli abiti della stilista lametina che, dall’alta moda alla vita quotidiana, vuole far emergere la donna nella sua autenticità, quell’autenticità spesso “mascherata” da costruzioni personali e convenzioni sociali.

Maschere “impresse” sugli scatti delle diverse angolature della città come quelle di Riccardo Altieri e Antonio Renda; le maschere che le donne sono costrette a indossare dalla società nelle fotografie di Damiano Cerra; la maschera come sinonimo del volto umano, delle tante sfaccettature dell’individuo catturate negli scatti di Franz Mazza: così hanno interpretato le maschere i fotoamatori della rassegna, protagonisti nei mesi scorsi di una serie di shooting fotografici con modelle che hanno indossato gli abiti di Elena Vera Stella. E di maschere ha parlato Fernando Cimorelli con le sue sculture in arte pop, Riccardo Tropea con la sua rappresentazione pittorica delle mitologia greca e Franco Serratore con le sue opere in terracotta.

“Le maschere della vita quotidiana non sono qualcosa da temere, ma da conoscere per essere consapevoli di noi stessi e avere il coraggio dell’autenticità” è la riflessione del Presidente del Cles Dott.ssa Anna Fazzari che nel pomeriggio di domenica ha guidato una stimolante conversazione sulle tante maschere indossate nella vita di ogni giorno, costruite da noi stessi e costretti ad indossare dalla società. A concludere la due giorni, l’attore Achille Iera che ha interpretato un brano di “Uno, nessuno centomila”, richiamando, nella vicenda di Vitangelo Moscarda, la massima pirandelliana che ci ricorda le “milioni di maschere e i pochi volti” che si incontrano lungo il tragitto della vita.

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