I funerali della famiglia Giordano. Il parroco invita alla misericordia che “non si arrende di fronte alla sofferenza della fragilità umana”
RENDE (COSENZA) – Si sono appena conclusi i funerali della famiglia Giordano: la comunità di Rende ha salutato Salvatore, Franca, Cristiana e Giovanni. Nella chiesa di Gesù Misericordoso, nel quartiere di Santo Stefano, a celebrare le esequie Don Michele Buccieri, insieme a lui Don Domenico Sturino e Padre Emanuele Sgarra.
Presente il sindaco di Rende Marcello Manna che ha portato solidarietà e vicinanza da parte di tutta la città ai familiari. E poi gli amici, quelli di sempre, i colleghi universitari di Giovanni e i colleghi di lavoro di Cristiana. Due vite spezzate. Due vite che non hanno avuto il tempo di spiccare il volo.
Proprio una settimana fa la tragedia che ha sterminato un’intera famiglia. Un uomo che, nella sua follia, decide di porre fine alle vite della moglie e dei figli. La macabra scoperta, le indagini, lo shoc e la rabbia di tutta la comunità.
Nella sua omelia, don Michele, portando la solidarietà e la vicinanza dell’arcivescovo Francesco Nolè, ha rivolto parole di speranza, invitando al perdono e alla misericordia in un momento significativo che è quello dell’inizio del cammino di Quaresima: “Lo facciamo con il cuore pieno di speranza in questo tempo in cui siamo invitati a riflettere sulla misericordia di Dio”.
“Oggi dobbiamo ragionare secondo la logica di Dio – ha detto con forza il parroco – che è logica di pietà e di profonda misericordia ed è Gesù il volto della misericordia. Noi tutti abbiamo sempre bisogno di contemplarlo nel mistero del suo volto misericordioso perchè fonte di serenità e di pace ed è anche la condizione, la misericordia, con cui noi otteniamo la salvezza che ci permette di aprire il cuore alla certezza di essere amati sempre, nonostante i limiti del nostro peccato”.
Proseguendo nella sua omelia, breve ma ricca di spunti sul grande tema della misericordia, don Michele, tentando di rincuorare gli animi ha ricordato che “la misericordia è eterna e non finisce, non si esaurisce, non si arrende di fronte alla sofferenza della fragilità umana e non si stanca mai ed è per noi sostegno soprattutto nei momenti di prova e di dolore”.
“Nel cuore misericordioso di Gesù, a cui è intitolata questa chiesa, ogni infermità trova un soccorso efficace, infatti lo stesso Gesù nella sua vita terrena ha incontrato diverse persone in diverse condizioni umane e sempre ha donato il suo cuore pulsante di amore divino, perdonando senza misura”.
Poi ricordando le parole di Sant’Agostino Misericordia et misera “noi le facciamo nostre queste parole, per trovare nel nostro cuore la consolazione, per trovare la speranza che la vittoria di Cristo risorto vinca sulla morte.
‘Dov’è o morte la tua vittoria, dov’è o morte il tuo pungiglione’. Con queste parole di San Paolo – avviandosi alla conclusione – noi tutti qui crediamo e professiamo che Cristo è risorto, che Cristo è il vivente, per cui Cristo, insieme ai nostri fratelli defunti, apra a noi la porta della vita eterna”.
Il silenzio della comunità ha fatto molto rumore questa mattina nella Chiesa di Gesù Misericordioso. In ognuno dei presenti tante domande, una su tutte “perchè”.
All’uscita dei feretri sono volati in cielo i palloncini bianchi. E in un silenzio surreale i quattro carri funebri…sono andati via.
Candida Maione
Commenta