Clementine, la COOP calmierizza i prezzi tra produttori e consumatori. Graziano: «Un primo risultato dopo la mia denuncia dei giorni scorsi. Ora serve continuità»
CORIGLIANO-ROSSANO (COSENZA) – «Siccità e crisi agrumicola, la catena nazionale COOP attiva un’azione di vendita spinta per le clementine che hanno subito conseguenze per gli avvenimenti climatici avversi delle ultime settimane. Da ieri (mercoledì 2 dicembre), infatti, su tutta la rete della grande distribuzione (ovvero oltre 1100 punti vendita in Italia) sarà garantito un giusto prezzo di acquisto ai produttori e un prezzo al consumatore entro i 90 centesimi al chilo. Un’iniziativa, questa, nata da una mia personale denuncia fatta nei giorni scorsi sulla mancanza di un sano rapporto di acquisto del prodotto sul territorio che è stata colta al balzo proprio dal management della catena di supermercati e tramutata in azione. Basta questo a salvare una stagione agrumicola fallimentare? Certamente no. Anche perché l’ordinario, e quindi una corretta calmierizzazione dei costi e dei prezzi, non può assolutamente passare per straordinario. È sicuramente, però, un piccolo passo verso quella che deve essere un’azione di tutela ad ampio raggio dei preziosi agrumi prodotti nella Piana di Sibari».
È quanto fa sapere il presidente del Gruppo UDC in Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, promotore, tra le altre cose, di una nuova politica di rilancio regionale e locale dell’agroalimentare tipico e di qualità della Piana di Sibari.
«Garantire il giusto prezzo di acquisto al produttore e di vendita al consumatore, entro i 90 centesimi, delle clementine della Piana di Sibari – dice Graziano – è un solo un punto di partenza. Sicuramente è una buona iniziativa di marketing. Ma non può essere assolutamente la soluzione. Da parte dei grossisti, il prezzo normale d’acquisto di un prodotto di eccellenza come le clementine non può essere riconosciuto solo in fase di emergenza o, comunque, come forma straordinaria di sostegno. Grazie alla COOP che con questo gesto ha dimostrato grandissima sensibilità, ma noi continuiamo a batterci affinché il mercato agrumicolo della Sibaritide non sia di stampo coloniale ma possa avere regole d’acquisto e di vendita eque e giuste».
«Nei giorni scorsi – aggiunge Graziano – avevo denunciato lo stato di tracollo che si è ritrovato a vivere il comparto agrumicolo della Piana a seguito non solo della calamità naturale, caratterizzata da una lunghissima siccità e da improvvise alluvioni, ma soprattutto per colpa di un mercato che vorrebbe deprezzare sempre più un prodotto d’eccellenza come le clementine. Una denuncia forte che è arrivata al cuore della grande distribuzione organizzata e delle associazioni di tutela dei consumatori che hanno fatto proprie le nostre giuste rivendicazioni e le hanno tramutate in fatti. Ora, però, dobbiamo organizzarci per arrivare preparati alla prossima campagna agrumicola con nuove regole che tutelino tutti i produttori dall’invasione di prodotto straniero a basso costo che poi viene spacciato come prodotto autoctono e rivenduto sui mercati nazionali, a prezzi stracciati. Uno degli strumenti giusti per arginare questo fenomeno potrebbe essere la creazione di un organismo consortile territoriale di controllo e vendita che assegni i marchi di qualità e stabilisca i prezzi con la grande distribuzione».
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