Lamezia Terme, incontro nel “Giardino dei pensieri ritrovati” del servizio psichiatrico, presenti il sottosegretario Anna Laura Orrico e lo scrittore Domenico Dara
LAMEZIA TERME (CATANZARO) – “L’arte è per consolare quelli che sono stati spezzati dalla vita”, diceva il Maestro Van Gogh. Egli passò molto tempo negli ospedali psichiatrici. Forse se non avesse avuto anche lì un, seppur breve e sorvegliato, contatto col mondo, oggi non avremmo tantissime delle sue opere più importanti. Il contatto con la Natura accarezzava il suo animo, proiettava su tela il profumo del giardino nel manicomio di Saint-Rémy. Solo chi è stato dentro come lui, chi realmente ascolta e osserva, chi davvero vuol aiutare, può comprendere l’importanza, soprattutto nella notte più buia, di ammirare un cielo stellato: di avere un contatto con la normalità, cogliere un fiore, scorgere un sorriso, ascoltare il verso di un poeta.
Sabato primo agosto, all’interno dei “Giardino dei pensieri ritrovati” del servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Lamezia Terme, si sono praticamente incontrati tutti gli operatori del settore che di norma dispongono i Trattamenti Sanitari Obbligatori cittadini, una volta tanto non per firmare gli stessi TSO, ma per condividere emozioni anche con i degenti, e persino per parlare di Sé. Il contesto è stato il primo appuntamento di “Itinerari della mente. Un viaggio nei servizi della salute mentale: tre incontri tra arte e salute”.
Madrina d’eccezione dell’evento, il sottosegretario di Stato del Ministero per i beni e le attività culturali, Anna Laura Orrico. Presenti il Sindaco della Città Paolo Mascaro, l’assessore alla cultura Giorgia Gargano che è stata tra le organizzatrici dell’evento, la dottoressa Rosina Manfredi, capo dipartimento salute mentale e dipendenze ASP CZ che ha sposato con entusiasmo l’iniziativa.
Ospite speciale dell’incontro, lo scrittore calabrese Domenico Dara, finalista al Premio Italo Calvino con il libro d’esordio Breve trattato sulle coincidenze, pubblicato nel 2014; candidato al Premio Strega 2017 nonché vincitore di diversi prestigiosi premi con Appunti di meccanica celeste, pubblicata nel 2016. Tutti i suoi romanzi, tra cui l’ultimo Malinverno, pubblicato a febbraio di questo anno, sono ambientati a Girifalco, paese simbolo della malattia mentale per la presenza dello storico Ospedale psichiatrico, copioso “archivio della follia meridionale” che continua ad ispirare l’Artista. Durante l’evento Dara ha analizzato la complessa tematica relativa alla “La costruzione del Sé. Dallo scompenso mentale alla cura, nel tempo che passa”: un momento d’intimità condivisa denso di contenuti. Ad affiancarlo e nel ruolo di moderatore, il direttore del Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (SPDC) di Lamezia Terme, Michele Gabriele Rossi, che ha invitato gli ospiti a una riflessione sull’interiorità: su come modificare sé stessi col passare del tempo, su come migliorare il rapporto con l’altro nel quotidiano. Sono intervenuti, aprendosi sull’argomento, oltre alla personalità sopra citate, anche il direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro, Francesco Marchiatelli e Antonio Mangiafave, presidente dell’Associazione Comunità di Volontariato S.S. Pietro e Paolo alla guida del Progetto Gedeone 2.0, e ispiratore dell’incontro.
Proprio Antonio Mangiafave ha affermato in conclusione: “Questa sera tutti sono entrati nel loro intimo senza veste istituzionale e si è apprezzato l’intento di fare una psichiatria d’inclusione sul territorio, con un approccio più aperto, iniziando a capire che interagire può essere un modo di risolvere i problemi, che è opportuno costruire dei ponti con la società: incontrarsi. Il mezzo per questo obiettivo è la cultura. Per me la riabilitazione deve iniziare già dentro il reparto di psichiatria e in questo contesto l’integrazione sociale è indispensabile per mostrare il fuori e accendere un barlume di speranza”. Tale considerazione, condivisa dal Dottor Rossi- che afferma inoltre:” la rassegna prevede la realizzazione di tre appuntamenti estivi legati da un filo conduttore: dalla fase dello scompenso acuto, passando per la riabilitazione, fino al recupero nella società di un paziente con una patologia mentale”. Tale percorso, continua Rossi, ha come finalità il riconoscere l’origine dello scompenso mentale andando a scavare nei meandri della storia di vita del paziente, e riportarlo all’esterno come una sorta di bagaglio di consapevolezza che lo potrà aiutare nel rientrare in un sé adeguato e di controllo. Nel continuare il suo pensiero, il Direttore del reparto afferma che Il Giardino dei Pensieri Ritrovati assume, simbolicamente, la funzione di anello di congiunzione tra il reparto e il territorio lametino e da senso e significato, tra l’altro, all’impegno costante, fruttuoso e dedicato da parte di tutti gli operatori, Infermieri, Oss, psicologi e Assistenti sociali, che lavorano con impegno e tra mille difficoltà e pericoli.
L’impegno di tutti e dare alla Psichiatria la sua giusta dignità e al paziente mentale una speranza più concreta di reinserimento e recupero nel tessuto sociale, tentando di eliminare lo Stigma che da sempre attanaglia tale mondo.
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