Scomparsa di Antonio Saffioti, Marco Cavaliere: “Uno dei tramonti più spettacolari di sempre”

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Di seguito vi proponiamo il ricordo di Antonio Saffioti che Marco Cavaliere ha affidato ad un post su facebook. Secondo noi il più bello!

“E adesso ci sono tutti.
È vero, fratè?
Anche quelli della curva opposta. Quelli che ti chiamavano pazzo, quando volevi candidarti. Quelli che noi ti dicevamo “lascia perdere”, ma tu di lasciar perdere non ne volevi neanche sapere. Quelli che ti criticavano perché ti esponevi troppo, e tu a dargli dietro con la marcia ingranata. Quelli che ti lanciavano le frecciatine a colpi di penna scadente, e tu a zittirli con la punta del tuo naso. Perché non te ne fregava un cazzo, delle cattiverie intorno. Di chi ti sottovalutava, di chi non sapeva capirti. “Chi ci capisce è bravo, fratè”. Poi ci stavi male, a fine giornata, quando restavamo tra di noi a parlarne in una stanza. Ti prendeva lo sconforto, volevi mollare ogni due per tre. Ma alla fine non mollavi mai. Ripartivi il giorno dopo, dritto per la tua strada, più carico di prima. Anche quando ti dicevamo di lasciar correre, che non ne valeva la pena. “Seh, seh”, ci dicevi. E poi ripartivi sempre. Perché il viaggio era più importante dei dossi e delle buche.
Eppure adesso ci sono tutti. Hai visto, fratello mio? Anche quelli che non c’erano mai. Anche quelli avevano sempre un impegno di troppo. “Sì sì certo, ci vediamo lì. Ci saremo”. E poi non c’erano mai. Te lo ricordi, quanto ci scherzavamo su? Quanto li prendevamo in giro?
– We, Totò.
– Ciao fratè.
– Tutto bene, avvocà?
– Tutto bene.
– Com’è andata la presentazione?
– Benissimo.
– C’era tanta gente?
– C’era chi ci doveva essere.
– Ma tanti o pochi?
– Pochi ma buoni.

Ma per fortuna ci sono anche loro, avvocà. Loro ci sono sempre stati. I pochi ma buoni. Che a volte sembravano pochi, ma che pochi non sono stati mai. Quelli delle serate, delle tavolate lunghe, dei pomeriggi sul corso, quelli del teatro pieno, delle sfilate arcobaleno, quelli degli abbracci e delle parole calde, dei pomeriggi culturali, dei selfie sgangherati. Quelli che ti battevano le mani, che ti stimavano anche dal fondo della sala, quelli che ti chiamavano eroe. Quelli che ti avrebbero spinto fino alla cima delle montagne, fino alla fine della spiaggia lunga, solo per guardare il tramonto insieme a te. Ci siamo tutti, Totò. Siamo tutti qui, a guardare il tramonto. Ma oggi tu manchi, e ancora non ci sembra vero. Oggi il tramonto sei tu.

E sei un tramonto da capogiro, io te lo giuro. Un tramonto da farci una foto insieme, se fossi qui con noi. Bello da guardarlo fino alla fine della notte. Bello come il sole che eri, col sorriso strafottente oltre il tubo del respiratore, coi capelli colorati e la cresta da pirata. Sei un tramonto che non avremmo mai voluto vedere spegnersi, ma che c’è da ringraziare il cielo.

Ringraziare perché c’eri, ci sei stato, e sempre ci sarai. E manchi e mancherai, come i regali preziosi. Ma è giusto così. Perché ci manca solo quello che abbiamo avuto la fortuna di tenere stretto. E ci dispiace tanto, per chi se l’è fatto scappare. Per chi l’ha sottovalutato, per chi credeva fosse una bufala. Per chi adesso fa finta di averlo visto, quando in realtà era impegnato a guardare altrove. Non hanno la più pallida idea di quel che si sono persi.

Uno dei tramonti più spettacolari di sempre.
Buonanotte, fratello mio. Ci vediamo domani”.

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