Lamezia, “La strada che porta al domani”, saluti di fine anno in video conferenza per gli studenti del Liceo Scientifico Galilei

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – “La strada che porta al domani” questo il titolo augurale per la video conferenza organizzata per i giovani maturandi del Liceo Scientifico Galilei, dalla loro Dirigente, prof.ssa Teresa Goffredo, con il supporto di un valido team di docenti dell’istituto.

Saluti di fine anno del tutto originali per l’ultimo giorno di scuola, che, mai come quest’anno, assume una connotazione speciale, vista la situazione storica che l’intero Paese si trova suo malgrado a dover vivere. Ma il Covid non può impedire le emozioni dell’ultimo giorno. Dunque tutti collegati questa mattina sulla piattaforma istituzionale, docenti e alunni del Liceo, per scambiarsi i saluti e soprattutto ascoltare i consigli dati da un parterre d’eccezione, costituito dal Procuratore Capo di Vibo Valentia, Dott. Camillo Falvo, dal Sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, dal Tenente Colonnello, Massimo Ribaudo, dall’ispettrice di Polizia, Gaetana Ventriglia, da Don Pietro Folino Gallo, Cappellano Militare e da Peppino Cimino, Presidente del Consiglio d’Istituto. Il tutto moderato da un professionista del giornalismo, Vinicio Leonetti, che, dopo i saluti del Sindaco Mascaro, ha invitato i relatori a ricordare la loro “notte prima degli esami”. E così ha fatto il Magistrato Dott. Falvo, diplomatosi proprio al Liceo Scientifico Galilei, che ha ricordato come da maturando non aveva le idee chiare sul suo futuro professionale, tant’è che dopo essersi iscritto ad Ingegneria scelse poi di passare a Giurisprudenza. “Più della scelta in sé è l’impegno che si mette nel fare ciò che si è scelto, questo è quello che ci fa diventare chi siamo”, questo il messaggio del Procuratore ai ragazzi, ricordando come da neolaureato, dopo la strage di Capaci del ’92, ha capito chi voleva diventare. “E fare il Magistrato in questa terra di Calabria, dalle mille contraddizioni, è ancora più difficile.” Ma le sue, sono parole di incoraggiamento per i giovani studenti: “Voi” ha detto “siete la speranza di questa terra e non credete che non esista la meritocrazia o che si vada avanti con le raccomandazioni, io provengo da una famiglia di umili origini, mio padre era meccanico, ma ho creduto in quello che volevo fare e mi sono impegnato per farlo.” Anche il Tenente Ribaudo ha ricordato la sua notte prima degli esami, “Io” ha detto ai ragazzi “quella notte non ho dormito, come non ho dormito la notte prima di ogni mio esame universitario, perché preferivo studiare. Sono emotivo. Anch’io posso confermare che la meritocrazia è ancora un valore, credo nell’impegno e nella costanza.” La Dott.ssa Ventriglia ricorda come nelle sue scelte abbia sempre voluto dimostrare agli altri e a se stessa che ce la poteva fare, “E oggi” ha affermato “sono soddisfatta delle mie scelte e della mia professione, anche della funzione che svolgo con le scuole che, mi fa capire quotidianamente, l’importanza di essere tra i ragazzi e parlare con loro come rappresentante delle forze dell’ordine.” Poi da madre ha ringraziato la scuola: “Perché in questo periodo di grande emergenza sanitaria, quando io uscivo di casa per svolgere il mio lavoro sapevo che stavo lasciando mio figlio con i suoi educatori e questo mi rincuorava ogni volta.”  E ai ragazzi ha aggiunto, “studiate per essere liberi, perché solo lo studio e la cultura vi aiutano ad essere cittadini liberi …liberi dal bisogno, anche da quello economico che vi fa essere più a rischio nei confronti della criminalità organizzata. Studiate per essere liberi, liberi da ogni forma di violenza e di sopruso.”

Un saluto veloce è stato quello del Dott. Cimino che, come Presidente del Consiglio di Istituto e rappresentante dei genitori, ha ringraziato la Preside e la scuola tutta per il difficile compito svolto in questo periodo.

Il Sacerdote Don Pino Folino Gallo ha chiuso gli interventi dei relatori: “Anche io” ha detto “sono un ex studente di questo Liceo e ancora ricordo con emozione i miei giorni di scuola. Subito dopo il diploma sono entrato in seminario, consapevole della mia scelta e, ancora oggi, soddisfatto di quella decisione. Perché se è vero che Dio chiama, è anche vero che sei tu che scegli se rispondere o meno a quella chiamata, ma se rispondi non ti viene tolto nulla, perché Dio non toglie Dio dona, e anche quello che ci sembra brutto, triste o faticoso, ci viene dato per renderci persone migliori. Spesso si demonizza la fatica, ma è con la fatica che ci costruiamo ogni giorno il nostro futuro. Sant’Agostino diceva: Il tempo futuro non esiste lo costruiamo noi ogni giorno vivendo bene il nostro presente e se quel presente ci costa lavoro e fatica, facciamolo, perché la fatica che viene dal lavoro onesto è benedetta da Dio.”

La Dirigente ha poi ringraziato tutti i partecipanti, fare rete tra scuola e agenzie del territorio, significa creare un unicum importante che sia vocazione di crescita e confronto per le nostre giovani generazioni. Infine l’intervento di Maurizio De Nisi, Rappresentante degli studenti del Galilei e prossimo maturando: “Oggi per noi rappresentanti degli studenti e per i ragazzi del quinto anno termina il nostro percorso liceale, seppur diverso da come ce lo aspettavamo, perché lo stiamo vivendo ai tempi del coronavirus.  E’ strano e forse triste. Ci è mancata l’ultima assemblea, l’ultimo intervallo, l’ultima campanella. Eppure i ricordi che mi porterò di questo percorso scolastico sono tanti. Ricordo ancora il primo giorno di scuola, il 14 settembre del 2015. Ci guardavamo con gli altri ragazzi. Eravamo impauriti, in ansia, ma allo stesso tempo felici. Straniti nel condividere l’aula con dei perfetti sconosciuti che poi sarebbero diventati i nostri compagni di classe e alcuni anche di vita.  La maturità sembrava lontana e lontano quest’ultimo giorno di scuola. Dopo ben 5 anni questo giorno è arrivato e, sebbene nessuno di noi lo avrebbe mai immaginato così, è arrivato e ci chiede ora di essere cittadini del domani, pronti per migliorare questa nostra società e pronti per esse finalmente maturi.”

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