Lamezia, Karin Faistnauer: “L’estremo saluto nel temo di pandemia”
LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Karin Maria Faistnauer, Presidente dell’Associazione Donne e Futuro.“Un popolo ai margine della nostra società, che tanti percepiscono senza religione, senza cultura e senza amore per il prossimo, ha avuto il coraggio di andare contro ogni legge e preoccupazione personale, pur di onorare, secondo gli avi, un giovane morto di infarto.
Vedere a confronto come facciamo con i nostri morti, appena benedetto da qualche sacerdote pauroso e frettoloso, senza poter avere il conforto della Santa Messa, portati al cimitero senza amici, certo fa pensare.
E’ molto facile gridare allo scandalo contro i Rom. Dovremmo invece pensare ai nostri comportamenti. Noi che ci diciamo cristiani non apriamo bocca quando ai nostri morti, e ai familiari, manca tutto il conforto religioso. Nel tempo di Pandemia ci chiudono le chiese nel momento dell’estremo bisogno di trovare conforto attraverso l’Eucaristia, quando sono aperte perfino fabbriche e call center (sempre osservando tutte le preoccupazioni per non trasmettere il virus?!?)
E certo, più facile avercela con un popolo che osserva fino in fondo i riti antichi per accompagnare il morto per l’ultimo tragitto della vita terrena.
Armando Bevilacqua aveva 51 anni, uomo onesto, era sposato con Ornella e aveva 7 figli; lavorava da quando era piccolo ad un ingrosso di frutta e verdura. Le figlie piccole frequentano la scuola, due dei grandi figli lavorano regolarmente; convivono e uno aspetta il secondo figlio. Il 18enne lavora saltuariamente.
Una famiglia come tante al mondo. L’unica loro colpa? Appartenere ad un popolo con una cultura millenaria sconosciuta ai più”.
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