Crisi olio d’oliva, Statti: «Aziende in ginocchio, non c’è più tempo da perdere»
LAMEZIA TERME (CATANZARO) – «Non c’è più neanche un minuto da perdere, occorre mettere in campo tutte le energie necessarie a fronteggiare una crisi senza sosta che sta mettendo letteralmente in ginocchio migliaia di produttori calabresi».
Così Alberto Statti, presidente di Confagricoltura Calabria rilancia il grido disperato che proviene dalle imprese olivicole della regione e lancia un appello al governatore della Calabria, ai consiglieri regionali nonché ai parlamentari calabresi. «Nonostante la grande mobilitazione promossa da Agrinsieme (il coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari) – segnala Statti – che lo scorso 4 dicembre ha portato in piazza oltre 200 trattori per denunciare la situazione che vive il comparto, restiamo ancora in attesa delle soluzioni da parte delle istituzioni».
«Confagricoltura denuncia che ad oggi – segnala Statti – le azioni intraprese, anche a seguito del tavolo oleicolo nazionale, hanno mostrato di essere insufficienti a porre rimedio allo stato di crisi del comparto che rischia di produrre effetti drammatici sull’economia agricola calabrese. Le imprese, infatti, continuano a fare i conti con un continuo abbassamento dei prezzi dell’olio d’oliva, a fronte di una domanda sostanzialmente stabile, con conseguenti effetti negativi sulla capacità di produrre reddito e garantire occupazione».
«Le misure adottate per frenare la caduta dei prezzi all’origine – sottolinea il presidente di Confagricoltura Calabria – in particolare attraverso il Regolamento Ue di esecuzione n. 2019/1882 che stabilisce l’apertura dello stoccaggio privato su base d’asta, si è rilevato inadeguato a contenere l’immissione in mercato del prodotto e, quindi, non soddisfacente rispetto alle aspettative dei produttori. Confagricoltura, pertanto, ritiene necessario ampliare e rafforzare le misure di regolamentazione del mercato anche attraverso una sospensione dell’importazione degli oli, in esenzione da dazio, provenienti dai mercati extra Ue, in particolare, dalla Tunisia». Per Statti, «la concorrenza extra Ue ci preoccupa molto soprattutto in termini di reciprocità». «Oggi – afferma a questo proposito – di fatto esiste uno squilibrio tra le regole, soprattutto ambientali e sociali, che rispettano le nostre imprese e quelle invece che “rispettano” i nostri competitor».
Secondo il leader regionale di Confagricoltura, «è fondamentale, inoltre, attivare immediatamente campagne informative ed educative per valorizzare l’olio calabrese ed italiano, rafforzare la normativa sull’etichetta di origine e, al contempo, contrastare le politiche del sottocosto della distribuzione organizzata che, oltre al danno economico, crea una immagine “al ribasso” dell’olio extravergine che non valorizza il lavoro dei nostri agricoltori». «Così come è essenziale – afferma ancora Statti – dare immediatamente corso alla corresponsione dell’anticipo dei pagamenti accoppiati riservati agli olivicoltori e, per i quali, Confagricoltura chiede l’immediata liquidazione».
«Siamo difronte ad una crisi congiunturale – prosegue – che contribuisce ad acuire le difficoltà di un settore che a livello regionale e nazionale sconta evidenti problemi strutturali. Sono anni ormai che denunciamo una perdita di competitività rispetto al principale competitor, la Spagna, ma oggi anche rispetto ad altri Paesi europei ed extra europei che per volumi produttivi sono oramai vicini a quelli italiani». «L’olivicoltura calabrese, in particolare – conclude Statti – mostra un ritardo di innovazione e costi di produzione molto alti che di fatto rendono le nostre produzioni poco competitive. Per Confagricoltura, dunque, l’azione del prossimo Governo regionale dovrà concentrarsi per rilanciare il comparto olivicolo Calabrese attraverso specifiche misure in grado di ammodernare ed innovare le imprese nonché di organizzarne l’offerta».
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