“È possibile uscire e avere paura la notte di Natale? Lamezia ritrovi la sua umanità” lettera di una lettrice

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una nostra lettrice.

”Mi chiedo se sia possibile nel 2019, quasi 2020, avere paura di uscire la notte di Natale per divertirsi come tutti gli altri ragazzi della nostra età.

Si può aver paura di essere tacciati in quanto provenienti da un’altra nazione ed avere come unica colpa quella di parlare solo la propria lingua madre, l’inglese? Ebbene sì, nel 2019 a Lamezia si può e si deve. Io amo la mia città, la amo profondamente. La amo così tanto da non aver mai avuto il coraggio di allontanarmene; coraggio che invece ha avuto mia sorella quando tre anni fa ha deciso, dopo l’ennesima batosta lavorativa, di lasciare Lamezia per trasferirsi a Londra.
La mia domanda iniziale è scaturita da un episodio avvenuto nella notte scorsa in uno dei centralissimi locali della nostra città, dove si trovavano mia sorella e mio cognato, in fila per utilizzare i servizi igienici. Vittime inconsapevoli di una lite innescata da un ragazzo e due ragazze, spintonati e apostrofati con brutte parole solo perché ritenuti extracomunitari di merda e invitati con altrettante aberranti parole a tornarsene a casa loro.
Ecco, mi chiedo si può davvero arrivare a tanto? Si può aver paura di uscire da casa e far vivere e scoprire la città al proprio fidanzato che proviene da una realtà certo più moderna e più avanguardista ma che ha amato dal primo istante Lamezia Terme?

Ad oggi la mia risposta é: si può e si deve aver paura. Si può e si deve aver paura dell’indifferenza generale delle persone presenti nel locale che non reagiscono neppure nel vedere venir spintonata una ragazza. Si può e si deve aver paura del clima di odio contro il diverso che anche in una notte di festa importante come il santo Natale, si palesa nelle parole, nei gesti delle persone che popolano Lamezia Terme. Si può e si deve aver paura di ritornare nella propria città perché consapevoli di trovarla sempre meno accogliente verso quei figli che, abbandonandola a malincuore, tornano ogni volta che gli è possibile per farne scoprire la bellezza a persone le quali grazie all’accoglienza delle altre nazioni sono diventate parte fondamentale del motore dell’economia del paese che li ha abbracciati.
L’augurio in vista del nuovo anno che posso fare alla mia Lamezia, è quello di ritrovare l’umanità, la quale, sempre più, mi rendo conto sta andando perduta; di ritrovare quell’accoglienza che ci caratterizza in quanto calabresi.
Auguri Lamezia.”

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