Procura e Ministero impugnano sentenza su incandidabilità, non è ancora finita per Paolo Mascaro

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Non c’è ancora pace per l’ex sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro. Il 7 agosto scorso, lo ricordiamo, il Tribunale di Lamezia Terme aveva rigettato la richiesta del Ministero dell’Interno di dichiarare l’incandidabilità di Paolo Mascaro, in carica all’epoca in cui, nel novembre dello scorso anno, il Comune fu sciolto per infiltrazioni mafiose.
Lo stesso Tribunale aveva accolto invece la richiesta d’incandidabilità che il Viminale aveva presentato per l’ex vicepresidente del Consiglio comunale, Giuseppe Paladino, e per il consigliere comunale Pasqualino Ruberto, già candidato a sindaco.

Ora la Procura della Repubblica di Lamezia e il ministero dell’Interno hanno impugnato la sentenza contro la decisione su Mascaro chiedendo l’annullamento della sentenza. Anche i due ex consiglieri hanno impugnato la sentenza.

Il motivo di quest’azione risiede nel fatto che la decisione presa sarebbe “illogica e contradditoria”. Infatti, nella sentenza di primo grado era stato scritto: “appare emergere dagli atti la prova di un condizionamento dell’azione amministrativa dell’Amministrazione Comunale da parte della criminalità organizzata. Tale condizionamento appare provato sotto due specifici aspetti: quello della formazione del consenso elettorale e quindi dell’elezione dei componenti del Consiglio Comunale, e quello dell’imparzialità dell’azione amministrativa in senso tecnico. Ampia e interferente in via diretta e mediata sull’azione amministrativa è la competenza del Consiglio Comunale, anche in materia di programmazione dell’azione amministrativa, di deliberazione in materia di spesa e di controllo politico dell’attività del Sindaco e della Giunta, tanto da ritenere che, in concreto, l’infiltrazione mafiosa nel Consiglio abbia comportato un concreto vulnus all’imparzialità dell’azione amministrativa”.

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