Sanità, Oliverio: “Necessarie azioni forti, sinergiche e unitarie”

I “tagli lineari” avvenuti a partire dal 2010, in sette lunghi anni di commissariamento della sanità in Calabria, hanno prodotto solo un forte e progressivo aggravamento dei servizi. Il Commissariamento, nato su esplicita richiesta dell’allora presidente della Regione Scopelliti per supplire alle inefficienze della Regione, non ha consentito, infatti, l’inversione di tendenza da più parti auspicata e volta al superamento delle problematiche ed alla riqualificazione dei servizi, ma ha generato, soltanto un aggravamento delle condizioni della sanità in Calabria.

Il progressivo aumento dell’emigrazione sanitaria, il decremento dei Livelli Essenziali di Assistenza e l’aumento del debito a oltre 300 milioni di euro annui per la mobilità passiva (oltre cento milioni di euro in più rispetto al 2010), sono le ragioni che hanno indotto il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, a chiedere al Consiglio regionale una seria presa d’atto della gravità della situazione sanitaria in Calabria e l’assunzione di iniziative forti, scevre da strumentalizzazioni e al di là delle appartenenze politiche, per consentire alla nostra regione ed ai cittadini calabresi “di uscire dal baratro” e di poter finalmente avere una sanità all’altezza dei loro bisogni e delle loro attese. “Se qualcuno pensa -ha detto, tra l’altro, Oliverio- che il sottoscritto abbia rinunciato alle azioni annunciate nelle settimane scorse, si sta sbagliando di grosso”.

E a chi ha tentato maldestramente di caricaturizzare la risoluta azione di denuncia intrapresa, Oliverio ha risposto con fermezza: “Io non ho rinunciato a quanto preannunciato, anche se la mia vera, grande preoccupazione sono le catene che permangono sui calabresi e, rispetto a cui, non sono affatto intenzionato a fare sconti a nessuno”. Il Presidente Oliverio ha, quindi, rimandato, con determinazione, al mittente le accuse di quanti vorrebbero far passare la sua come un’azione strumentale. “Potevo benissimo starmene tranquillo, accettando la situazione commissariale ed evitando di mettermi in gioco così pesantemente. Ho invece, deciso di denunciare con sofferenza, nonostante al Governo ci siano esponenti del mio stesso partito, perché mi sono reso conto che la situazione sanitaria in Calabria è veramente grave e che quanto sta accadendo non sia più tollerabile. Per questo motivo ho deciso di assumermi le responsabilità che un Presidente che tiene veramente alla Calabria e ai calabresi deve assumersi e non sono affatto pentito o preoccupato delle caricature di quanti vorrebbero farmi apparire isolato o addirittura “scaricato”: ciò che mi interessa davvero è mettere al centro i bisogni reali di questa regione. E questo dovrebbe essere l’interesse di ogni consigliere regionale. Se avessi dovuto agire solo per un interesse strettamente personale, “non mi sarei mai permesso di disturbare i manovratori di Roma”.

Il Presidente Oliverio, quindi, ha sottolineato con forza la decisione di parlare “il linguaggio dell’oggettività” dicendosi fortemente convinto che è “arrivato il momento di mettere la Calabria nelle condizioni di uscire da questo pantano”. Parlando della recente visita del Ministro Lorenzin in Calabria Oliverio ha aggiunto “La ministra non ha mai negato, come qualcuno invece vorrebbe far apparire, la gravità della situazione sanitaria calabrese. Andate -ha detto, rivolgendosi alla minoranza- a risentirvi le registrazioni di quanto ha dichiarato la Lorenzin, che ha totalmente condiviso le nostre preoccupazioni annunciando che avrebbe istruito un dossier per informare il Consiglio dei Ministri. Una sola cosa, purtroppo, la ministra ha dimenticato di dire e, cioè, che la nostra regione ha ricevuto un trattamento diverso rispetto ad altre regioni e che nel Lazio (in cui la situazione debitoria di partenza era nettamente più grave rispetto a quella della Calabria all’inizio del Commissariamento) e nel Piemonte a determinare la fuoriuscita dal piano di rientro sono stati non i commissari esterni, ma i presidenti delle due Regioni, Zingaretti e Chiamparino. Ci sarà pure un motivo se in queste regioni tale obiettivo è stato raggiunto”.

Oliverio, infine, ha ribadito con forza le ragioni della sua protesta (“che non è una barzelletta o un’azione demagogica”) e la necessità di una forte iniziativa che il Consiglio regionale dovrà assumere nel caso in cui le determinazioni del Consiglio dei Ministri non dovessero incidere in maniera radicale e profonda sulla gravità della situazione. “Per quanto mi riguarda -ha concluso- valuterò le decisioni del Consiglio dei Ministri, ma mi auguro che la Calabria sia messa nelle condizioni di avere gli stessi diritti dei cittadini delle altre regioni italiane”.

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