XXIII Giornata del Malato a Lamezia, Padre Pangrazzi: “La fede non ci protegge dal dolore ma ci aiuta ad affrontarlo”

giornata_malato15_biblosLAMEZIA TERME (CZ) – In occasione della XXIII giornata del malato, anche la città di Lamezia ha voluto riflettere sul tema portando sotto i riflettori l’aspetto inerente “l’umanizzazione della politica sanitaria”. Lo ha fatto ieri pomeriggio presso la libreria Biblos dove è stato presentato il libro di Padre Rosario Messina dal titolo “Storia della Carità Cuore della Chiesa”.

È stata proprio la carità l’argomento portante dell’incontro. Il vescovo della diocesi di Lamezia, Mons. Luigi Cantafora, ha affermato che “senza la carità la chiesa non sarebbe tale” aggiungendo che “la cura cristiana del malato è una caratteristica che contraddistingue la chiesa nel mondo”. Il libro presentato in serata è stato definito dal vescovo “un valido aiuto per la formazione all’educazione eucaristica”.

L’intervento di Padre Arnaldo Pangrazzi Camilliano, è stato incentrato sulle funzioni svolte dal “Ministero della consolazione accanto ai malati”. “La consolazione – ha detto – è espressione della carità. Il Ministero della consolazione rappresenta Dio e la chiesa dinnanzi a coloro che soffrono”. Padre Pangrazzi ha poi spiegato quanto sia importante consolare coloro i quali soffrono, ad averne bisogno sono soprattutto coloro che vivono gli orrori della guerra e quelli che perdono un figlio. Pangrazzi ha illustrato le competenze che hanno le persone che fan parte del ministero della consolazione, “ai malati bisogna dare sia supporto spirituale che umano, questi due sono i simboli della vicinanza di Dio. Per dare supporto umano bisogna avere una specifica preparazione in ambito piscologico e delle relazioni umane poiché il dolore implica rispetto”.

Per Pangrazzi “è di vitale importanza imparare a canalizzare il dolore e la rabbia altrimenti si rischia di divenire vittima di dipendenza quali la ludopatia, l’alcolismo, etc” ed ha spiegato come i malati più difficili da consolare siano quelli affetti da patologie mentali. L’intervento del Padre si è incentrato anche sulle crisi di fede che in queste situazioni possono verificarsi. “La fede non ci protegge dal dolore ma ci aiuta ad affrontarlo”, ha detto. In ultima battuta ha dichiarato che vi sono quattro verbi fondamentali per un corretto approccio con chi soffre: Fare (atti concreti); Comunicare (leggere i bisogni); Essere (essere presenti); Imparare (i malati diventano i nostri maestri).

Il Dott. Lazzaro, Oncologo presso l’Ospedale Pugliese – Ciaccio di Catanzaro, ha detto che i malati sono delle persone che vedono interrompere un progetto in quanto bloccati dalla malattia, “aiutarli dinnanzi all’interruzione del loro progetto non può essere circoscritto solo alla figura di noi medici. Abbiamo bisogno di altre figure altrettanto competenti. In questo ci sono di grande aiuto le associazioni che operano volontariato”.

Per quanto riguarda quella che dovrebbe essere una corretta politica sanitaria ha affermato “dovrebbe comprendere quali sono gli obiettivi di un percorso di salute ed anche di malattia. Dovrebbe altresì individuare dei luoghi preposti all’accoglienza dei malati”. Quella auspicata dal dott. Lazzaro è una deospedalizzazione, “passaggio chiave per l’umanizzazione della sanità”. “Col mio testo ho cercato di approfondire il ruolo del ministro della consolazione partendo dal presupposto che proprio Gesù, prima della crocifissione, ha avuto bisogno di conforto”. Sono state queste le parole di Padre Rosario Messina, autore del libro. “Il culto, la preghiera, etc sono essenziali ma bisogna andare oltre, è necessario testimoniare il tutto mediante gesti caritatevoli. La storia della chiesa – ha concluso – è una storia di carità”. Gli ultimi due interventi sono state le riflessioni di due giovani, Luca Torcasio e Alessandra Porchia, che hanno letto il libro ed hanno voluto condividere le sensazioni che questo ha suscitato loro.

Denise Di Matteo

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