Incontro su Ideologia gender, Amaro: “La legge Scalfarotto è una foglia di fico”

imageLAMEZIA TERME (CZ) – “Ideologia gender la dittatura del 21° secolo”. È stato questo il tema trattato nell’incontro organizzato dal movimento “La Manif pour pour tous” (letteralmente “Manifestazione per tutti”) Lamezia, un circolo che si propone di proteggere la famiglia e la sua reale identità e, soprattutto, lotta contro l’ideologia “gender” cioè “quell’ideologia che, tra le altre cose, vorrebbe sostituire i termini madre e padre con gli indefiniti genitore 1 e genitore 2”.

Lo ha spiegato l’avv. Graziella Astorino in qualità di responsabile del territorio di Lamezia Terme la quale nell’evidenziare l’obiettivo dell’associazione (difendere la famiglia e l’individuo così come concepito da Dio), ha ricordato quelli definiti da Papa Benedetto XXVI come “principi non negoziabili”, ovvero il diritto alla vita, alla famiglia e la difesa della persona.

Il secondo intervento è stato effettuato dal dottor Daniele Torri il quale ha posto la questione da un’ottica medica. Secondo Torri si sta perseguendo il mito dell’uomo asessuato, cioè si stanno cancellando le differenze tra uomo e donna. Ciò per esempio, a suo dire, lo si evince dagli abiti che sfilano nelle passerelle americane. “Un precursore di tutto ciò – ha detto – è stato Umberto Veronesi quando nel 2007 dichiarava che ‘l’umanità sarà bisessuale’”. Se per la teoria “gender” essere maschi o femmine non ha alcuna naturale rilevanza nelle relazioni affettive e interpersonali ma quello che importa è come noi percepiamo la nostra identità sessuale, per Torri essere maschi o femmine è una realtà oggettiva. A conferma di ciò il medico ha elencato una serie di dimostranze biologiche quali ad esempio le differenze cerebrali tra uomo e donna (la donna ha un pensiero circolare mentre l’uomo lineare), le dimensioni del cervello (quello dell’uomo è più grande), la retina, e così via discorrendo. Secondo il dottor Torri è lo slogan “Love is Love”, cioè che l’importante è che ci sia l’amore, a fungere da base nell’ideologia gender, un’ideologia che professa che “l’uomo deve poter realizzare ogni suoi desiderio, deve avere la possibilità di autodeterminarsi per poter ottenere la felicità”.

A più riprese, inoltre, ha dichiarato come si tratti di una teoria priva di qualsiasi fondamento scientifico. Torri ha poi aperto la questione riguardante le fecondazioni assistite spiegando come nel 2012 ne siano state effettuate 72543 ma solo circa 11000 sono state le nascite, “che fine hanno fatto tutte le altre vite” ha chiesto retoricamente. Molto articolato è stato l’intervento dell’avvocato Gianfranco Amato, presidente nazionale “Giuristi per la Vita”, che si è incentrato sul ddl sul contrasto all’omofobia e alla transfobia, di Ivan Scalfarotto (Pd) e Antonio Leone (Pdl). Amato ha spiegato come suddetto ddl sia una sorta di integrazione della legge Reale-Mancino del 1993, che condanna ogni forma di discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi e nazionali. “La pericolosa impalcatura ideologica sulla quale si basa tutto ciò è l’omofobia ma di fatto, ad oggi, non esiste una definizione scientifica, né leggi o sentenze che lo stabiliscano. Poiché non è una malattia come lo sono la claustrofobia o l’agorafobia, verrà lasciata alla libera interpretazione dei magistrati. Tipico degli Stati totalitari. Mi ricorda il reato di attività antisocialista nell’Urss: nessuno sapeva in che cosa consistesse, però ti faceva finire nei gulag”, dunque trattandosi di un concetto indefinito non può fungere da presupposto per un reato. “Il nostro codice – ha detto – prevede che vengano puniti atti e fatti concreti non il motivo che sta alla base di questi ultimi o un’idea”.

Alla base, dunque, vi sarebbe un problema legato alla percezione di ciò che vien detto e all’orientamento sessuale altrui ma non all’intenzione o validità di ciò che esprime l’interlocutore. Per Amato, inoltre, la legge “Scalfarotto” sarebbe inutile poiché “esistono già delle leggi atte a tutelare i diritti di queste persone, l’articolo 61 è uno di questi”. Il ddl presenta degli aspetti inquietanti per l’avvocato in quanto “per una dichiarazione omofoba vi è il rischio di essere puniti con 1 anno e 6 mesi di reclusione, che diventano 4 anni qualora l’affermazione dovesse avvenire come associazione e addirittura 6 se ho una carica direttiva nella medesima”. Nel corso del suo intervento Amato ha raccontato di molti episodi che hanno messo in evidenza come un confronto con coloro i quali sostengono tesi opposte alle sue sia completamente impossibile ed ha rimarcato a più riprese come la legge Scalfarotto rischi di far cessare la nostra libertà di pensiero e di opinione”.

Denise Di Matteo

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