Celebrato a Lamezia il 25 aprile. Domani il Sindaco ad Amato renderà omaggio al partigiano calabrese Pietro Cappellano
LAMEZIA TERME (CZ) – La Resistenza di ieri e di oggi, filo conduttore della storia di uomini e di donne che in ogni epoca storica hanno messo la propria vita a servizio della libertà e la democrazia.E’ lo spirito delle celebrazioni del 25 aprile a Lamezia dove questa mattina il Sindaco Gianni Speranza, insieme all’amministrazione comunale e alle Forze dell’Ordine, ha reso omaggio ai cittadini lametini che, in tempi e situazioni diversi, hanno testimoniato fino in fondo il loro amore per la comunità.
La resistenza delle popolazioni colpite dai bombardamenti nella II guerra mondiale, ricordati dall’anno scorso con una targa alla delegazione municipale di S. Eufemia. I due giovani partigiani lametini Vinicio Cortese e Domenico Petruzza. I due netturbini Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte, uccisi mentre svolgevano il loro servizio alla comunità. I lametini che hanno perso la vita nelle due guerre, i cui nomi sono incisi sui monumenti ai caduti di Corso Numistrano e di Piazza V Dicembre a Sambiase.
Corone di fiori sono stati deposti su tutti i luoghi significativi in cui la storia della città si intreccia con la storia d’Italia, per evidenziare – spiega il Sindaco Gianni Speranza – “il filo rosso che lega tutti coloro in ogni epoca storica a Lamezia hanno dato la vita per un’Italia libera e democratica, ieri nella resistenza al nazifascismo, oggi nella resistenza a ogni illegalità e a tutto ciò che si oppone ai valori della nostra costituzione nata dalla Resistenza”.
Il Sindaco ha ricordato che dall’anno scorso, con l’inaugurazione della targa commemorativa dei caduti sotto le bombe, la città ha saldato un debito con il passato, con un segno che richiama una vicenda tragica della II guerra mondiale che ha colpito da vicino la comunità lametina.
Domani il Sindaco Gianni Speranza sarà ad Amato per rendere omaggio a Pietro Cappellano, partigiano calabrese, le cui spoglie dalla Liguria rientreranno per essere tumulate nel suo paese natale.
S.d.E.
(foto di archivio)
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