Stop all’Ora della Calabria. Regolo: “non intendiamo mollare”. Si pensa a riapertura in nuova veste
Il quotidiano L’Ora della Calabria stamattina non è in edicola. Dopo la conclusione dei tre giorni di sciopero proclamati venerdì scorso, il giornale diretto da Luciano Regolo ha cessato ufficialmente le pubblicazioni, come anticipato dal liquidatore Giuseppe Bilotta in una mail spedita alla redazione il 18 aprile. Oscurato anche il sito internet del giornale. Ieri, inoltre, lo stesso Bilotta aveva disposto il ritiro delle attrezzature e di quanto apparteneva alla C&C, la società editrice, all’interno delle redazioni periferiche, chiedendo lo sgombero immediato di tutti i locali delle redazioni in affitto. Una decisione subito respinta da direttore e redattori con il sostegno degli organismi sindacali della categoria e un coro di adesioni da parte del mondo politico calabrese. “Il sindacato dei giornalisti da una parte e tutta la redazione dall’altra – dice all’ANSA il direttore Luciano Regolo – stanno portando avanti tutte le azioni possibili per reagire a questo nuovo sopruso e salvare la testata. Intanto, c’è da registrare che in pochi giorni sulla pagina facebook che abbiamo aperto, ‘Salvare l’Ora della Calabra’, sono arrivati più di seimila follower, a testimonianza della vicinanza e dell’affetto di quanti ci spingono ad andare avanti”. “Ieri – aggiunge il direttore – abbiamo dovuto assistere anche alla decisione di sbaraccare tutto, senza essere stati licenziati. Il messaggio che vogliamo lanciare, però, è che la testata siamo noi e non intendiamo mollare”.
Intanto al sito del quotidiano “Europa” il direttore Regolo svela che l’Ora potrebbe riaprire in una nuova versione, cartacea o digitale ancora non si sa, ma che porti avanti lo spirito che ha animato la redazioni in questi anni. “Abbiamo chiesto l’immediato ripristino del sito – aggiunge il direttore –, abbiamo presentato un esposto alla procura per ciò che è successo. Presto potrebbero esserci proteste pubbliche mentre è sicuro che parteciperemo a iniziative a Castrovillari e Paola. La testata non è soltanto un nome ma un messaggio. Vogliamo difendere i valori, principi e il nostro lavoro nel miglior modo possibile, se non sarà possibile salvarla e renderla viva nel modo più libero e indipendente, seguiremo ogni possibile altra soluzione perché una testata comunque continui a fare il lavoro che ha fatto finora l’Ora. Abbiamo le risorse umane, personali, i numeri in edicola per riuscirci. Ma lo vogliamo fare in una situazione chiara – conclude Regolo -, se c’è qualcosa che ci ha insegnato l’esperienza passata è anche questa”.
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