La redazione del Pon “Scuolinforma” al Museo Archeologico Lametino: la memoria diventa patrimonio per l’oggi
LAMEZIA TERME (CZ) – Dai frammenti ritrovati tra i ruderi del Castello Normanno – Svevo e dell’Abbazia Benedettina ai manufatti di ceramica: anfore, piatti, utensili della vita quotidiana realizzati ricostruendo il processo produttivo usato nel Medioevo, facendo rivivere l’antica bellezza delle forme, dei colori e delle tecniche decorative. A fare da filo rosso tra passato e presente, l’arte figulina, il patrimonio artistico che ieri come oggi può rappresentare il volano dello sviluppo economico e sociale del nostro territorio.Su questi temi si è incentrata la visita della redazione del Progetto Pon “Scuolinforma” del Liceo Campanella di Lamezia Terme al Museo Archeologico Lametino dove gli studenti del laboratorio giornalistico hanno incontrato l’Ing. Rocco Purri curatore della mostra “I colori del castello e dell’abbazia” esposta a Lamezia Terme fino ad agosto 2014 per poi diventare itinerante.
Il progetto di Purri, realizzato grazie al supporto del Dipartimento di Fisica dell’Unical, della Sovrintendenza ai beni Archeologici della Calabria e dell’Associazione Archeologica Lametina, ha condotto uno studio approfondito delle ceramiche medievali ritrovate in varie campagne di scavi nei siti lametini: circa 80 manufatti sono stati realizzati attraverso un lavoro certosino che ha consentito di ricostruire la morfologia, le tipologie decorative, le forme e i colori utilizzati dai ceramisti medioevali operanti sul territorio calabrese. Durante la lavorazione delle ceramiche sono stati applicati i procedimenti originali, tra cui l’“ingobbio”, a quell’epoca usato in ambiente bizantino. Tra i manufatti realizzati vi sono soprattutto oggetti di uso quotidiano quali scodelle, caraffe, piatti da portata. Parte dei manufatti è in ceramica graffita poi decorata “a ferraccia” e “ramina”, parte invece è in policromia.
“La Calabria era già nel Medioevo una delle eccellenze nella produzione della ceramica”, ha spiegato Purri agli studenti soffermandosi sui particolari di un lavoro “realizzato grazie alla sinergia con la Sovrintendenza e l’Università della Calabria che rappresenta un’eccellenza a livello nazionale, per le tecniche di ricostruzione utilizzate e per i risultati ottenuti, che ci hanno consentito di scoprire alcuni aspetti della società e della cultura del tempo, come l’alimentazione e le dinamiche della vita quotidiana nel medioevo”.
Purri si è soffermato sui pannelli illustrativi che guidano i visitatori, tra i quali è possibile osservare alcune foto esclusive degli scavi dell’Abbazia Benedettina e del Castello di S. Teodoro.
“L’incontro con la redazione del progetto Scuolinforma” – ha spiegato la docente coordinatrice Michela Cimmino – “si inserisce anche nel progetto di alternanza Scuola – lavoro “L’Arte Figulina per raccontare il territorio”, finanziato da Unioncamere e dal Miur, che vede tra i partner del Liceo “Campanella” lo Slow Food, in una rete che punta a mettere insieme l’alimentazione, l’arte, la riscoperta dei siti archeologici della nostra città, mettendo in contatto gli studenti con un patrimonio che se da un lato ci fa conoscere un passato della nostra Calabria intriso di memoria e bellezza, dall’altro ne fa un volano per lo sviluppo economico e sociale di oggi, concrete possibilità occupazionali per i nostri studenti”.
Commenta