Francesco all’udienza: “I figli sono un dono; le società senza figli sono depresse e senza vita”
Temperature ancora rigide ma uno splendido sole su Roma accoglie i pellegrini di nuovo in Piazza San Pietro per l’udienza generale del mercoledì. Ritornano infatti, le udienze all’aperto dopo la piccola pausa in cui a causa del freddo intenso, si sono tenute nell’aula Paolo VI.
Al suono dei tamburi, sul sagrato, si è allestito così un vero e proprio spettacolo, con le bandiere variopinte come i molti palloncini che in questa splendida giornata di tramontana romana adornavano lo spazio racchiuso nel colonnato del Bernini.
Il Papa ha fatto il suo ingresso in piazza alle 9.40 e ha percorso l’ultimo tratto a piedi, soffermandosi a lungo prima di dirigersi verso il centro del sagrato con una scolaresca di bambini. Durante il giro sulla jeep bianca scoperta, protagonisti come di consueto sono stati i più piccoli. Ad una bimba di pochi mesi vestita di rosa il Papa ha chiesto, rivolgendosi ai genitori: “Quanto tempo ha?”. Salutando, poi, e accarezzando molti bambini, Francesco ha fatto per ognuno di loro il gesto tenero di rimettere a posto il cappuccio dei rispettivi giubbottini. Oggi giornata del malato e ricorrenza mariana. Papa Francesco inizia l’udienza ricordando ai pellegrini la festa della Madonna di Lourdes e rendendole omaggio chiedendo ai presenti di recita un’Ave Maria di saluto.
Dal libro del profeta Isaia viene letto il canto di speranza per Gerusalemme. Francesco dopo aver riflettuto sulla figura della madre e del padre in questa catechesi parla dei figli prendendo spunto come dice lui stesso dalla immagine del profeta Isaia: “I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. A quella vista sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore…”
C’è uno stretto legame, dice il Papa, tra la speranza di un popolo e l’armonia fra generazioni: “La gioia dei figli, fa palpitare i cuori dei genitori e riapre il futuro. I figli sono la gioia della famiglia e della società. Non sono un problema di biologia riproduttiva, né uno dei tanti modi di realizzarsi. E tanto meno sono un possesso dei genitori … No, no. I figli sono un dono, sono un regalo: capito? I figli sono un dono. Ciascuno è unico e irripetibile; e al tempo stesso inconfondibilmente legato alle sue radici. Essere figlio e figlia, infatti, secondo il disegno di Dio, significa portare in sé la memoria e la speranza di un amore che ha realizzato se stesso proprio accendendo la vita di un altro essere umano, originale e nuovo. E per i genitori ogni figlio … è differente, è diverso. Permettetemi un ricordo di famiglia. Io ricordo mia mamma, diceva di noi, eravamo cinque: ‘Ma io ho cinque figli’. Le chiedevano: ‘Qual è il tuo preferito?’ E lei: ‘Ma io ho cinque figli, come cinque dita. Se mi picchiano questo mi fa male; se mi picchiano questo mi fa male. Mi fanno male tutti e cinque. Tutti sono i miei, ma tutti differenti come le dita di una mano’. E così è la famiglia! La differenza dei figli, ma tutti figli!”
“Un figlio, ha detto il Papa, lo si ama perché è figlio: non perché sia bello, e perché sia così o cosà; no, perché è figlio! Non perché la pensa come me, o incarna i miei desideri. Un figlio è un figlio: una vita generata da noi ma destinata a lui, al suo bene, al bene della famiglia, della società, dell’umanità intera. Di qui viene anche la profondità dell’esperienza umana dell’essere figlio e figlia, che ci permette di scoprire la dimensione più gratuita dell’amore, che non finisce mai di stupirci.”
Papa Francesco mette in evidenza la gratuità dell’amore, “la bellezza di essere amati prima”: “i figli sono amati prima che arrivino. Quante volte trovo le mamme qui che mi fanno vedere la pancia e mi chiedono la benedizione … perché sono amati questi bimbi prima di venire al mondo. E questa è gratuità, questo è amore; sono amati prima, come l’amore di Dio che ci ama sempre prima. Sono amati prima di aver fatto qualsiasi cosa per meritarlo, prima di saper parlare o pensare, addirittura prima di venire al mondo! Essere figli è la condizione fondamentale per conoscere l’amore di Dio, che è la fonte ultima di questo autentico miracolo. Nell’anima di ogni figlio, per quanto vulnerabile, Dio pone il sigillo di questo amore, che è alla base della sua dignità personale, una dignità che niente e nessuno potrà distruggere”
Poi sottolinea il nostro rapporto di figliolanza divina: “Essere figlio, secondo il disegno di Dio, significa portare in sé la memoria e la speranza di un amore”. L’essere figlio e figlia ci permette di scoprire la dimensione più gratuita dell’amore: “è la condizione fondamentale per conoscere l’amore di Dio”. Non manca, Francesco, di ricordare, le difficoltà: “Oggi sembra più difficile per i figli immaginare il loro futuro; i padri hanno forse fatto un passo indietro e i figli sono più incerti nel fare i loro passi avanti”; quindi sprona ad imparare “il buon rapporto fra le generazioni dal nostro Padre celeste” che non fa mai passi indietro nel suo amore ma semmai rallenta per aspettarci: “Il Padre celeste non fa passi indietro nel suo amore per noi, mai! Va sempre avanti e se non può andare avanti ci aspetta, ma mai va indietro; vuole che i suoi figli siano coraggiosi e facciano i loro passi avanti”.
I giovani da parte loro devono impegnarsi a costruire un mondo nuovo: “I figli, da parte loro, non devono aver paura dell’impegno di costruire un mondo nuovo: è giusto per loro desiderare che sia migliore di quello che hanno ricevuto! Ma questo va fatto senza arroganza, senza presunzione. Dei figli bisogna saper riconoscere il valore, e ai genitori si deve sempre rendere onore”.
I giovani devono riconoscere il valore e gli insegnamenti dei propri genitori, genitori a cui bisogna sempre rendere onore: “Il 4° comandamento ci chiede di onorare il padre e la madre dopo i comandamenti che si riferiscono a Dio c’è il 4 comandamento che indica qualcosa di sacro… Il legame virtuoso tra le generazioni è garanzia di futuro, ed è garanzia di una storia davvero umana. Una società di figli che non onorano i genitori è una società senza onore; quando non si onorano i genitori si perde il proprio onore! È una società destinata a riempirsi di giovani aridi e avidi. Però, anche una società avara di generazioni, che non ama circondarsi di figli, che li considera soprattutto una preoccupazione, un peso, un rischio, è una società depressa”.
Allo stesso tempo Francesco ricorda che in Europa ci sono “società depresse, perché non vogliono i figli, non hanno i figli, il livello di nascita non arriva all’uno percento. Perché? Ognuno di noi pensi e risponda. Se una famiglia generosa di figli viene guardata come se fosse un peso, c’è qualcosa che non va! La generazione dei figli dev’essere responsabile.” Quindi l’ avere più figli “non può diventare automaticamente una scelta irresponsabile. In più, non avere figli è una scelta egoistica. La vita ringiovanisce e acquista energie moltiplicandosi: si arricchisce, non si impoverisce! I figli imparano a farsi carico della loro famiglia, maturano nella condivisione dei suoi sacrifici, crescono nell’apprezzamento dei suoi doni. L’esperienza lieta della fraternità anima il rispetto e la cura dei genitori, ai quali è dovuta la nostra riconoscenza”.
Infine dice: “Tanti di voi avete figli e tutti siamo figli facciamo una cosa, un minutino, ognuno di noi pensi ai suoi figli se ne ha, pensi in silenzio e tutti noi pensiamo ai nostri genitori in silenzio e ringraziamo per il dono della vita!” ( segue silenzio).
“Il signore benedica i nostri genitori e benedica i vostri figli. Quanto è bello quando passo tra di voi e vedo le mamme e i papà che alzano i loro figli per avere la benedizione. Ma questo è un gesto quasi divino! Grazie per farlo!” ha concluso un Francesco gioioso.
Al termine dell’udienza il Papa ha ringraziato i presenti e gli sbandieratori; ha rivolto parole di partecipazione e dolore per le ultime vittime nel mare di Lampedusa e parole affettuose ai malati, nella loro giornata, invocando su di loro la benedizione della Vergine di Lourdes. Immancabile la richiesta di preghiere per la sua persona e per l’imminente Concistoro di sabato 14 Febbraio.
Luisa Loredana Vercillo


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