Francesco all’Udienza: “I simboli forti del corpo detengono le chiavi dell’anima”. Il Papa saluta il Movimento Apostolico
Piazza San Pietro gremita sin dalle 5 di questa mattina per l’Udienza Generale di questo mercoledì 27 maggio.
La catechesi del Papa prosegue sul tema della famiglia. E’ intuibile dalla scelta del brano da cui prende spunto la riflessione papale. Il capitolo 2 del profeta Osea: “Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa, nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore” non solo si riferisce all’esperienza drammatica che Dio fa con il suo popolo, ma anche all’esperienza drammatica di Osea con la sua sposa.
“Cari fratelli e sorelle, buon giorno!
oggi vorrei parlare del fidanzamento. Il fidanzamento, lo si sente nella parola, ha a che fare con la fiducia, la confidenza, l’affidabilità. Confidenza con la vocazione che Dio dona, perché il matrimonio è anzitutto la scoperta di una chiamata di Dio. Certamente è una cosa bella che oggi i giovani possano scegliere di sposarsi sulla base di un amore reciproco. Ma proprio la libertà del legame richiede una consapevole armonia della decisione, non solo una semplice intesa dell’attrazione o del sentimento, di un momento, di un tempo breve; richiede un cammino” … “Non c’è il matrimonio express, bisogna lavorare sull’amore, bisogna camminare!” Ha aggiunto a braccio.
“Il fidanzamento, in altri termini, è il tempo nel quale i due sono chiamati a fare un bel lavoro sull’amore, un lavoro partecipe e condiviso, che va in profondità.”
Francesco sottolinea che il fidanzamento è un tempo di scoperta: ” Ci si scopre man mano a vicenda: l’uomo “impara” la donna imparando questa donna, la sua fidanzata; e la donna “impara” l’uomo imparando questo uomo, suo fidanzato. Non sottovalutiamo l’importanza di questo apprendimento: è un impegno bello, e l’amore stesso lo richiede, perché non è soltanto una felicità spensierata, un’emozione incantata…”
Poi il riferimento biblico in cui si parla dell’intera creazione come di un bel lavoro dell’amore di Dio: “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona” Soltanto alla fine, Dio “si riposò”. Da questa immagine capiamo che l’amore di Dio, che diede origine al mondo, non fu una decisione estemporanea. No! Fu un lavoro bello. L’amore di Dio creò le condizioni concrete di un’alleanza irrevocabile, solida, destinata a durare”.
Un uomo ed una donna che si ritrovano insieme a camminare per la vita sono un miracolo: “L’alleanza d’amore tra l’uomo e la donna, alleanza per la vita, non si improvvisa: si impara e si affina. Mi permetto dire: è un’alleanza artigianale. Fare di due vite una vita sola, è anche un miracolo, miracolo della libertà e del cuore, affidato alla fede”.
C’ è bisogno per Francesco di un maggiore impegno che ci riporti sulla “strada maestra” risistemando le coordinate; ed infatti: “Dovremo forse impegnarci di più su questo punto, perché le nostre “coordinate sentimentali” sono andate un po’ in confusione. Chi pretende di volere tutto e subito, poi cede anche su tutto, e subito, alla prima difficoltà o alla prima occasione. Non c’è speranza per la fiducia e la fedeltà del dono di sé, se prevale l’abitudine a consumare l’amore come una specie di “integratore” del benessere psico-fisico.”
Poi a braccio ricorda che “voi italiani nella vostra letteratura avete un capolavoro del fidanzamento è necessario che i vostri ragazzi devono leggere di una coppia due ragazzi che dopo tante sofferenze si sposano leggete di questa fedeltà dei fidanzati!”
Ed ancora l’importanza della fedeltà: “L’amore non è questo! Il fidanzamento mette a fuoco la volontà di custodire insieme qualcosa che mai dovrà essere comprato o venduto, tradito o abbandonato, per quanto allettante possa essere l’offerta”.
Per questo motivo, per la delicatezza di questo sentimento Francesco evidenzia che “la Chiesa, nella sua saggezza, custodisce la distinzione tra l’essere fidanzati e l’essere sposi, non è lo stesso, proprio in vista della delicatezza e della profondità di questa verifica. Stiamo attenti a non disprezzare a cuor leggero questo saggio insegnamento, che si nutre anche dell’esperienza dell’amore coniugale felicemente vissuto”.
Le difficoltà del mondo moderno sono tante: “I simboli forti del corpo detengono le chiavi dell’anima: non possiamo trattare i legami della carne con leggerezza, senza aprire qualche durevole ferita nello spirito. Certo, la cultura e la società odierna sono diventate piuttosto indifferenti alla delicatezza e alla serietà di questo passaggio. E d’altra parte, non si può dire che siano generose con i giovani che sono seriamente intenzionati a metter su casa e mettere al mondo figli! Anzi, spesso pongono mille ostacoli, mentali e pratici.”
Francesco insiste ed a braccio aggiunge che il “fidanzamento è un percorso di vita che deve maturare come la frutta è una strada di maturazione dell’amore fino a che si giunge al matrimonio” ed è per questo che ” i corsi prematrimoniali sono un’espressione speciale della preparazione. E noi vediamo tante coppie, che magari arrivano al corso un po’ controvoglia, ‘ma questi preti che ci fanno fare questo corso!’ ma dopo sono contente e ringraziano, perché in effetti hanno trovato lì l’occasione spesso l’unica per riflettere sulla loro esperienza in termini non banali. Sì, molte coppie stanno insieme tanto tempo, magari anche nell’intimità, a volte convivendo, ma non si conoscono veramente. Sembra strano, ma l’esperienza dimostra che è così”.
Il Papa auspica una rivalutazione del fidanzamento “come tempo di conoscenza reciproca e di condivisione di un progetto. Il cammino di preparazione al matrimonio va impostato in questa prospettiva, avvalendosi anche della testimonianza semplice ma intensa di coniugi cristiani. E puntando anche qui sull’essenziale: la Bibbia, da riscoprire insieme, in maniera consapevole; la preghiera, nella sua dimensione liturgica, ma anche in quella “domestica”, da vivere in famiglia; la Confessione, a cui ritornare con gioia spesso dopo tanto tempo; la Comunione, in cui il Signore viene a dimorare nei fidanzati e li prepara ad accogliersi veramente l’un l’altro “con la grazia di Cristo”; e la fraternità con i poveri e con i bisognosi, che ci provocano alla sobrietà e alla condivisione. Tutto questo porta a preparare la celebrazione del Matrimonio in modo diverso, non mondano ma in modo cristiano!”
Poi chiede che “ogni coppia di fidanzati dica: ti farò mia sposa, ti farò mio sposo!” “Il fidanzamento è un percorso di maturazione; non devono essere bruciate le tappe di un cammino, il tempo del fidanzamento può diventare davvero un tempo di iniziazione alla sorpresa dei doni spirituali con i quali il Signore, tramite la Chiesa, arricchisce l’orizzonte della nuova famiglia che si dispone a vivere nella sua benedizione” ha detto avviandosi alla conclusione.
Infine ha invitato a pregare la Sacra Famiglia di Nazareth, “Gesù, Giuseppe e Maria per la famiglia e i fidanzati: diciamo tutti insieme un’ Ave Maria preghiamo per tutti i fidanzati perché possano capire la bellezza del cammino verso il matrimonio”.
Dopo la preghiera ha salutato: “E ai fidanzati che sono in piazza buona strada di fidanzamento!”
Tra i saluti del Papa ai pellegrini di lingua italiana al termine dell’Udienza, evidenziamo quello rivolto ai partecipanti al 7° Convegno Nazionale del Movimento Apostolico (Catanzaro e Lamezia), i cui lavori prenderanno il via moderati dal prof. Raffaele Gaetano, alle ore 17.00 nell’Auditorium “Conciliazione” (via Conciliazione, 4) sul tema “La gioia del Vangelo, sorgente del nuovo umanesimo”. A salutare i convenuti saranno la Presidente del Movimento Apostolico, Dott.ssa Cettina Marraffa, e l’Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone, pastore della diocesi in cui è nato nel 1979 il cammino spirituale dell’aggregazione ecclesiale tramite l’ispiratrice e fondatrice Maria Marino.
Sempre nell’Auditorium “Conciliazione, alle ore 20.00, saranno i giovani del Movimento Apostolico ad arricchire la serata, mettendo in scena, per la prima volta nella capitale, la sacra rappresentazione “Ester il musical”, ideata, scritta e musicata da Cettina Marraffa, già autrice di innumerevoli opere sacre e teatrali, presentate in diverse città italiane ed estere. Un’opera del tutto inedita, interpretata da un cast di oltre cento giovani, che richiamerà una vigorosa testimonianza di fede di una giovane donna ebrea, divenuta regina in terra straniera, che confessa il valore della libertà di coscienza, di culto e la responsabilità verso il bene comune da parte delle autorità.
“La visita alla Città Eterna in questo mese mariano – ha concluso il Papa – vi aiuti a riscoprire il senso cristiano della festa come momento di incontro con Dio e di comunione con i fratelli.
Un pensiero speciale ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Ieri ricorreva la memoria di San Filippo Neri , di cui celebriamo il quinto centenario della nascita (Messaggio del Papa). La sua attenzione per l’oratorio stimoli voi, cari giovani, a testimoniare con gioia la fede nella vostra vita; il suo abbandono in Cristo Salvatore sostenga voi, cari ammalati, nei momenti di maggiore sconforto; e il suo apostolato nelle periferie inviti voi, cari sposi novelli, a sostenere i più deboli e bisognosi della vostra famiglia”.
Luisa Loredana Vercillo
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