Studenti e docenti contro la “Buona Scuola” di Renzi
LAMEZIA TERME (CZ) – Come preannunciato nei giorni scorsi, quest’oggi si è tenuta una manifestazione nazionale di protesta contro il piano “Buona scuola” promosso dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Anche a Lamezia Terme studenti e professori hanno protestato per rivendicare i propri diritti.
Per capire meglio le motivazioni che li hanno spinti a manifestare abbiamo ascoltato una professoressa e uno studente. “Ci tengo a sottolineare – ha affermato la professoressa Enza Sirianni – che noi docenti abbiamo i contratti di lavoro bloccati sin dal 2009 fino al 2017 con un depauperamento del potere di acquisto, inoltre ad essere bloccati sono anche gli scatti di anzianità poiché la riforma Renzi – Giannini ci suddivide in fasce di merito e quindi l’anzianità non verrà più presa in considerazione.
Questo è un fatto gravissimo perché l’anzianità è un valore che consiste nell’aver acquisito una notevole esperienza negli anni che è giusto che venga riconosciuta. Le fasce di merito verranno stabilite in base a delle valutazioni interne alla scuola ma non è chiaro chi sarà ad effettuare tali valutazioni, inoltre per poter accedere a tali fasce di merito noi negli anni dovremo accumulare titoli professionali. Tutto ciò implica che bisognerà frequentare corsi a pagamento che arricchiranno le scuole private. Inoltre – ha continuato a spiegare la docente – alle fasce di merito potrà accedere solo il 66% dei docenti, il restante 33% avrà lo stipendio bloccato a 1300 euro che è quello di accesso”.
L’insegnante ha poi manifestato il suo dissenso nei confronti dell’introduzione di sponsor privati nella scuola poiché quest’ultima è pubblica. “Altro elemento critico è la richiesta di fare più ore; queste ultime non ci verranno pagate però andranno a confluire in una banca ad ore ed una volta che ne avremo accumulato una certa quantità potremo chiedere delle ferie. In quale periodo dell’anno un docente può chiedere delle ferie se non in estate? Peccato che in estate un professore le ferie le ha a prescindere”.
La professoressa si è dimostrata perplessa anche nei riguardi della “frantumazione della didattica” secondo cui non si è più docenti di un determinato istituto ma “in base alle proprie esigenze ogni dirigente scolastico può chiamare i professori di qualsiasi istituto. Tutto ciò – ha proseguito – si ripercuote sugli studenti e fa diventare il dirigente un vero e proprio padrone d’azienda. Il dirigente non può decidere chi merita e chi no”.
Tra gli studenti abbiamo ascoltato Fulvio Maressa facente parte del collettivo Ri-scossa studentessa. “Quella odierna è solo una delle tante manifestazioni che si sono tenute e si terranno nelle prossime settimane. Noi oggi siamo scesi in piazza a manifestare perché ciò che chiediamo è una scuola uguale per tutti, anti-razzista ed anti-fascista perché riteniamo che lo studio sia un diritto di tutti e non solo dei figli del ceto medio alto; anche il proletariato deve poter avere le stesse garanzie. Con la riforma Renzi – Giannini non cambia nulla rispetto a quella promossa dalla Gelmini poiché i figli dei disoccupati, dei cassa integrati, etc non potranno più andare a scuola a causa dell’entrata dei privati.
Con l’entrata del privato nella scuola pubblica – ha continuato a spiegarci lo studente – si andranno a formare dei CDA, proprio come avviene in America perché quello americano è un modello che non va affatto preso in considerazione in quanto negli USA a proseguire gli studi sono i figli di coloro che stanno bene economicamente, tutti gli altri sono tagliati fuori; inoltre la situazione economica italiana è ben diversa da quella americana. Un’altra cosa che mi preme sottolineare – ha concluso Maressa – è che spendere 250.000 euro all’anno per pagare l’affitto dell’istituto tecnico industriale di Lamezia Terme sia assurdo poiché sono tante le strutture inutilizzate nel lametino che potrebbero essere sfruttate come scuole e tutti quei soldi potrebbero essere investiti nel campo dell’istruzione in maniera diversa e più efficiente”.
Il corteo, partito da via Colombo nei pressi dell’Istituto “Campanella”, è proseguito facendo tappa nelle vie principali della città creando qualche problema di viabilità.
Denise Di Matteo
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