Stamattina protesta dei lavoratori della Fondazione Terina

protesta_terina1LAMEZIA TERME (CZ) – Una vicenda drammatica, una delle tante, quella dei lavoratori della Fondazione Terina che stamani hanno protestato dinnanzi ai cancelli di ingresso della fondazione. Tanti di loro hanno preso parte al sit-in, altri, nonostante la situazione che li attanaglia, hanno svolto il loro lavoro.

“Siamo disperati, non sappiamo più come fare per andare avanti. Non abbiamo nemmeno i soldi per pagarci le visite mediche, per pagare i libri ai nostri figli che hanno iniziato la scuola, per pagare l’assicurazione delle nostre auto che ci servono per venire a lavorare”. Sono queste le parole cariche di rabbia e disperazione di alcuni di questi lavoratori che da sei mesi non percepiscono lo stipendio.

“Con questo sit-in – ci spiega uno dei dipendenti – vogliamo sensibilizzare chi di dovere, in questo caso la Regione, perchè noi siamo un ente in house della Regione. Quello che vorremmo è che venga applicata la legge regionale di riforma n° 24/2013, una legge creata appositamente per gli enti subregionali. Il personale in esubero dovrebbe essere migrato presso qualche altro ente, così facendo si risolverebbe questa incresciosa situazione. Se lo stato delle cose rimarrà così noi saremo costretti ad andare a chiedere l’elemosina”.

“E’ da sei mesi che non percepiamo lo stipendio – ci comunica un altro dei lavoratori della Fondazione Terina – l’ultimo che ci hanno erogato è quello del mese di marzo 2014 e ce lo hanno dato solo ad agosto. Circa diciannove mesi fa, mediante una legge regionale, siamo diventati Fondazione Terina e in tutto questo tempo abbiamo sempre tentennato ed avuto problemi con gli stipendi ma ora che siamo giunti a ben sei mesi, quasi sette, siamo stanchi. Attualmente siamo entrati in patto di stabilità e i nostri soldi sono bloccati. Il 25 giugno abbiamo anche preso parte al consiglio regionale per attenzionare la politica alla nostra situazione. Non capiamo come sia possibile che la Terina stia fallendo nonostante i 4 mln di euro di contributi regionali per sanare il debito accumulato negli anni precedenti ed i 14 mln del MIUR devoluti per il progetto Food@Life”.

protesta_terina2Tra i lavoratori erano presenti anche alcuni sindacalisti, tra questi Franco Buonocore della UGL che spiega che “la legge attuata dalla regione Calabria prevede la salvaguardia dei posti di lavoro e specifica che la Terina deve fare solo ricerca e deve cedere ad altri enti e società regionali gli immobili. Noi ci chiediamo il perché, dopo 15 mesi circa, questa legge non sia ancora stata messa in atto. Vorremo sapere di chi è la colpa di tutto ciò. Noi non siamo qua per puntare il dito contro qualcuno ma per capire chi sono i colpevoli che stanno portando la Fondazione Terina al fallimento”.

Abbiamo avuto modo di ascoltare anche il parere del presidente della Fondazione mediterranea Terina, Pasqualino Scaramuzzino, nominato lo scorso 6 agosto. “Oggi siamo nella fase finale di una crisi che è nata ben 10 anni fa, poiché la Fondazione Terina ha il problema del personale in esubero da oltre dieci anni. Sembra che finalmente, dopo tutto questo tempo, la Regione Calabria stia trovando una soluzione a questo problema, non era mai successo prima perché per dieci anni siamo stati abbandonati. Togliendo 30 dipendenti e rimanendo con solo 10 di essi, questa fondazione potrebbe svolgere egregiamente il proprio compito che è quello di fare ricerca, formazione e rendere un servizio eccezionale per il settore agroalimentare che è quello di maggiore valenza nel PIL Calabrese. Se non si dovesse ripartire il carico di dipendenti, saremo costretti a chiudere un ente sul quale il MIUR ha investito molto, si rischierebbe insomma di buttare a mare un’attività che per i Calabresi è di altissimo valore. Penso che possano esserci i mezzi perché questa situazione così drammatica possa essere risolta. La soluzione che io ho proposto all’amministrazione regionale, consultandomi con i sindacati, è quella di splittare una parte dei 30 dipendenti in Calabria Verde e altri nell’area industriale. Questa è una soluzione attuabile sia dal punto di vista giuridico che economico”.

Alla nostra domanda in merito alle tempistiche entro cui la situazione dovrebbe smuoversi ci è stato risposto che il tutto dovrà avvenire prima delle elezioni regionali “altrimenti si rischia di non portare a casa alcun risultato”. A partecipare al sit-in è stata anche una delegazione di CasaPound con il suo coordinatore regionale Mimmo Gianturco. “Siamo venuti a dare la solidarietà di Casapound – ha dichiarato Gianturco – ai 41 lavoratori nonché padri di famiglia che, nella maggior parte dei casi, sono monoreddito. Ritengo necessario un intervento urgente e immediato della Regione Calabria atto a sanare la questione degli stipendi e a risolvere definitivamente la vertenza della Fondazione mediterranea Terina. E’ stata deliberata una legge regionale che obbliga la fondazione a fare solo ricerca, quindi bisogna individuare un ente che si faccia carico di questi lavoratori, inoltre oltre ad essi devono essere ceduti una parte degli immobili; questa potrebbe essere la chiave per sanare tutta questa vicenda”.

In tarda mattinata è giunta la notizia che domani mattina il sindaco di Lamezia, Gianni Speranza, si recherà in loco per dare il proprio sostegno ai lavoratori della fondazione.

Denise Di Matteo

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